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Le palpebre quasi non vorrebbero alzarsi questa mattina, e devo sforzarmi per riuscire finalmente ad aprire gli occhi.

Sospiro, passandomi le mani sul viso, cercando di svegliarmi e togliere il senso di torpore dalla pelle: vorrei non averlo fatto.

Subito abbasso lo sguardo, notando che, oltre all'intimo, indosso solo una maglietta bianca, che non è affatto mia.

Un braccio abbronzato mi cinge i fianchi con gentilezza, e, non appena lo noto, chiudo gli occhi, cercando di calmarmi.

No, non posso averlo fatto davvero.

Mi volto, e sì: Kian, a torso nudo, è proprio dietro di me, ancora totalmente addormentato e con la testa premuta sul cuscino bianco.

Sembra insolitamente rilassato, quasi innocente, al contrario di me, che sto letteralmente impazzendo.

Non posso, non posso, averlo fatto davvero.

Con estrema delicatezza alzo il suo braccio, svincolando dalla sua presa e agguantando subito i miei pantaloni, così da rivestirmi.

Ho decisamente bisogno di andarmene da qui.

Mi tolgo la maglia di Kian ed infilo uno dei miei maglioni, andando subito verso lo specchio per accurarmi che non ci siano eventuali segni compromettenti sul mio viso.

Appena mi specchio, scuoto il viso, afferrando subito il pettine ed iniziando a sciogliere i nodi dei miei capelli, biondi come quelli di Tristan.

Dio, ma come ho potuto fare una cosa simile?

Alzo appena i capelli sulla destra ed è ora che il cuore mi si blocca totalmente: il morso di Tristan, ormai uno scarabocchio leggero sulla mia pelle, è ancora più nascosto da un nuovo segno rossastro.

Questo è davvero il colmo.

Scosto lo sguardo, non riuscendo più a tollerare la vista del mio stesso corpo, e chiudo gli occhi, cercando di respirare lentamente, così da calmarmi.

Mi manca così poco per impazzire.

"Lucy?"

Mi blocco, ancora con le mani strette sul viso, sgranando gli occhi: il peggio è appena arrivato.

"Si?"

Mi volto verso Kian, che, al momento, porta solo i suoi pantaloni, seduto sul letto e con lo sguardo perplesso puntato su di me con decisione: ha già capito che c'è qualcosa che non va.

"Vieni qui." Si limita a dire, allungando una mano verso di me: una gentilezza che sa di veleno, al momento.

Scuoto il volto, quasi spaventata, e subito Kian aggrotta la fronte, confuso.

"Voglio solo parlarti."

"Non ho niente da dirti." Dico, quasi come se le parole mi sfuggissero dalle labbra, impaurita.

"Io penso sia proprio il contrario, Lucy."

E non posso davvero dargli torto.

"L'altra notte è stato un errore."

Questa frase sa troppo di deja-vu, così come l'espressione colpita di Kian, quasi ferita.

"Un errore?" Chiede, scuotendo appena il viso, stranito, prima di rimettersi in piedi, costringendomi subito a fare un passo indietro, preoccupata "Se era un errore, allora perché non ti sei fermata, eh?"

Perché ne avevo bisogno, ne ho ancora bisogno, ma ciò non vuol dire che sia la cosa giusta da fare.

"Non lo so." Dico, e non riesco a guardarlo negli occhi, cosa che non gli sfugge.

Warm heartWhere stories live. Discover now