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Minseok teneva il bambino che aveva appena recuperato dall'auto tra le braccia, il piccolo si era fatto prendere in braccio senza protestare e senza dire niente, tuttavia stava piangendo. Sehun e Jongin avevano coperto il maggiore e lui era riuscito a mettere in salvo il bambino, in quel momento lo stavano portando nella loro auto. Sehun allargò le braccia, tuttavia Minseok scosse la testa. "Ci penso io." disse portandolo nella loro auto, non voleva lasciare il bambino nelle mani di Sehun. Perché? Perché lui aveva sparato all'uomo, il bambino aveva visto, si sarebbe spaventato ulteriormente stando con lui. Il cielo era diventato scuro nel frattempo, avevano bisogno di trovare un posto sicuro nel quale fermarsi quella notte.

Minseok guardava il bambino, sembrava impaurito e sconvolto. Non sapeva come parlargli, non era uno psicologo tanto meno conosceva i comportamenti che doveva assumere in certe situazioni - quel bambino aveva appena visto uno di loro sparare a quello che probabilmente era suo padre, era stato circondato da vaganti, aveva sentito spari dopo spari, aveva bisogno di attenzioni speciali. "Come ti chiami?" credette che fosse un buon inizio, tuttavia il bambino non rispondeva. "Hai fame?"

Il bambino annuì, Yifan colse il segnale e cominciò a cercare qualcosa da mangiare. La prima cosa che gli capitò sottomano furono dei biscotti, a tutti i bambini piacciono i biscotti quindi glieli passò senza esitare, lui lo prese e cominciò a mangiarlo.

"Vuoi anche dell'acqua?" chiese Yifan, il piccolo disse di si e lui prese una bottiglietta, poi la aprì e gliela passò.

"Hui."

"Come?" domandò Minseok, non aveva capito quello che il bambino aveva detto.

"Ti chiami Hui?" domandò Yifan. "Sei cinese? Anche noi." disse, indicando prima sé stesso, e poi Yixing. "Quanti anni hai Hui?"

Il bambino allargò la sua piccola mano e la mostrò a Yifan che sorrise. "E dimmi, come stai?"

"Papà è morto?" chiese lui, guardandolo con i suoi occhi scuri. "Lo avete lasciato lì."

Minseok non disse niente, gli accarezzò la testa e lo strinse forte. Il bambino aveva solo cinque anni e aveva appena perso la sua fonte di sicurezza e protezione principale, come avrebbe dovuto comportarsi? Quando aveva trovato la piccola Hyesun da sola era stato semplice, lei non era ancora in grado di capire. Invece Hui era molto più grande, intuitivo e furbo di lei, sebbene fosse così giovane non doveva essere facile per lui dimenticare. "Dove stiamo andando?" domandò, tirando su col naso.

"Stiamo andando a casa" rispose Jongdae. "Sarà un viaggio lungo ma ti prometto che arriveremo a casa sani e salvi."

"Un bambino?" domandò Chanyeol, loro non avevano capito bene cosa fosse successo, ma Sehun e Jongin stavano cercando di spiegargli tutto. "Dobbiamo fare da baby sitter a un bambino?"

"Quanti anni ha?" chiese Baekhyun.

"Non lo so, non è molto grande." rispose Sehun. "Ho sparato a quell'uomo e lui mi ha visto, mi odierà per sempre."

"Non credo che questo sia il problema principale. Abbiamo poco cibo, non sappiamo dove fermarci stanotte, le nostre scorte d'acqua sono completamente finite e ci siamo persi - tu ti preoccupi perché un bambino potrebbe odiarti?" domandò Kyungsoo, mettendosi una mano sulla fronte.

"Ho capito dove siamo, c'era un cartello stradale prima e ora sto indicando a Chanyeol qual è la strada giusta, non ci siamo persi." disse Baekhyun. "Però Kyungsoo ha ragione, non abbiamo né acqua né cibo, c'è un paese poco vicino, dovremo fermarci lì stanotte e sperare di trovare da mangiare. Quel bambino ha bisogno di mangiare, noi possiamo anche mangiare zuppe per il resto della nostra vita ma lui ha bisogno di latte, carne, verdura e tutte quelle cose."

"È già tanto se riusciremo a dargli da mangiare quindi per favore, evitiamo di pensare a cosa sia salutare e a cosa no, di certo è preferibile che mangi, quindi qualunque cosa troveremo andrà bene. Spero non sia schizzinoso come tutti i bambini perché quello sarebbe un bel problema, tuttavia essere schizzinosi durante l'apocalisse mi sembra strano." concluse Sehun, buttando la testa all'indietro e massaggiandosi le tempie con le mani. "Quanto manca per arrivare in quel paese? Ho bisogno di riposare. Seriamente, questa giornata è stata un inferno."

Mancava poco all'arrivo, quel posto era silenzioso, sembrava un paese abbastanza grande e accanto a quello c'erano molti altri centri abitativi, quella era una cosa positiva perché avevano sicuramente più possibilità di trovare provviste. Chanyeol suggerì di trovare una casa abbastanza grande, di forzare la porta e di fermarsi lì, non potevano portare il bambino con loro mentre andavano nel centro del paese tanto meno potevano andarci in quel momento visto che stava facendo buio. Inoltre erano troppi, dormire in auto era scomodo addirittura per due persone, ora erano in cinque in una sola vettura - sarebbe stato abbastanza brutto. Non ci misero molto a scegliere la casa, avevano una vasta scelta ma erano tutti così stanchi che scegliettero solo quella che sembrava più gradevole, controllarono che non ci fosse nessuno all'interno e che l'abitazione fosse sicura e decisero di fermarsi lì.

C'era un garage, avevano parcheggiato lì le auto, poi avevano bloccato la porta così da evitare che qualcuno entrasse. Non era di certo la cosa più sicura che avessero potuto fare in quel momento ma non potevano permettersi altro. A tutti era toccata una stanza, Chanyeol e Baekhyun si erano appena distesi sul letto, il rosso chiuse gli occhi e sospirò, esausto.

"Questo materasso è così comodo." sorrise Baekhyun, guardandosi intorno e scrutando ogni dettaglio della stanza dove avrebbero riposato. Probabilmente era una camera degli ospiti, non c'erano foto personali o oggetti particolari, e sicuramente non era la stanza di qualche bambino visto che non c'erano giocattoli in giro. Il muro era decorato, il colore predominante della stanza era un giallo tenue, era molto accogliente.

"È perché non dormiamo in un letto vero da giorni." gli fece notare il minore, si spostò e abbracciò il suo fidanzato. "Il romanticismo è morto o sbaglio?"

"No, non è vero. È solo che siamo sempre in pericolo e in ansia che è difficile mettersi a fare i fidanzati innamorati, capisci cosa intendo?" domandò, si avvicinò di più a lui e sorrise. Lo guardava e pensava a quanto fortunato fosse ad averlo, al fatto che era arrivato lì grazie a lui e a quanto gli fosse riconoscente. Le loro labbra si scontrarono più e più volte, come se si fossero mancate - e in effetti era così, da quanto tempo non rimanevano da soli? E da quanto tempo non avevano smesso di pensare a tutto per concentrarsi solo su loro stessi? Quella situazione era uno schifo ma bastavano momenti come quelli per pretendere che le cose andassero bene, era quello che si sussurravano l'un l'altro, quello che gli sarebbe bastato per dargli la forza di continuare a combattere.

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a/n ; ua che poetess

si, ero soft mentre scrivevo l'ultima parte, piango li amo

redemption - chanbaekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora