CAPITOLO 17

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Dopo la tortura, tutto sembrava aver preso una piega migliore. Il ruggito disperato e feroce di King era come se avesse dato un risvolto a quella giornata. Il sole era tornato a splendere in cielo spazzando via il mal tempo e il vento; tuoni e nubi si erano dissolti rischiarando il paesaggio. Un timido tepore baciava il viso dei presenti, mentre dal terreno, il gelo della neve faceva da netto contrasto a quel clima all'apparenza primaverile.

Non appena i due mannari erano crollati, il biker aveva fatto un passo indietro, lo sguardo perso era tornato vigile e dalle mani gli era caduta la catena. Il palmo era solcato da un profondo squarcio sanguinante, strinse il pugno con rabbia e se lo portò alla bocca osservando i risultati del proprio lavoro. Ancora una volta si era lasciato dominare dal male che era dentro di lui, dai fantasmi del suo passato e dai malesseri che lo avevano segnato in maniera indelebile. Avrebbe tanto voluto essere diverso ma sapeva che ciò non era possibile. Non più. Non ora che la sua vita aveva preso quella piega. Ormai era diventato questo: un sadico, spietato e violento; proprio come il suo mentore. Si era trasformato nell'unica persona che aveva rinnegato con tutte le forze.

Le sue mani erano macchiate di sangue, di peccati, di violenze. Tramite esse si era eretto giudice, giustiziere, carnefice. Non esisteva più pace e perdono per uno come lui.

Non appena si riscosse un attimo fece dietrofront verso la moto e una volta salito partì senza attendere gli altri. Il cuore gli batteva con insistenza in petto, fischiandogli nelle orecchie come vento che si incanala in cunicoli. Doveva andarsene da lì, più guardava quelle schiene sanguinanti, più si sentiva sporco e marcio, fino al midollo.

Mikko lo seguì con lo sguardo fin quando non divenne un puntino lontano.

Solo a quel punto tutti si mossero. Le gemelle si distanziarono dalle altre donne, che una volta libere poterono correre in soccorso del bel riccio, gli Anziani risalirono sull'auto senza aggiungere nulla e a loro volta lasciarono villa King.

Soltanto Shomari restò immobile a guardare i danni di quella tortura e nel suo cuore, seppur arido, fece breccia un debole dispiacere. Non aveva mai amato quel lavoro. Sporcarsi le mani al posto degli altri non era qualcosa di cui andare fieri. «Prima che perdiate i sensi, devo assicurarmi che abbiate compreso la vostra punizione.» Si mosse verso i due mannari e chinandosi si abbassò alla loro altezza, poi congiunse le mani in un intreccio di dita, come se fosse in preghiera. «Ditemi: posso riferire al Consiglio che la punizione inflitta vi ha riportato sulla retta via?»

Amarok avrebbe voluto rispondergli con un sonoro vaffanculo ma il fiato corto gli permise solo un flebile accenno di capo, Arthur nemmeno rispose.

Il vampiro prese quel cenno per un sì. Non poteva certo aspettarsi una bella chiacchierata dopo ciò che avevano subito; anzi, era una fortuna che almeno quella volta, River si fosse contenuto. Il Consiglio non avrebbe ammesso l'ennesimo errore e a sua volta, nemmeno Shomari lo avrebbe accettato. Il loro lavoro era già complicato così, senza ulteriori problemi interni; non c'era bisogno di una bomba a orologeria presente nel gruppo. Il vampiro avrebbe fatto di tutto per mantenere l'equilibrio all'interno delle Sei Punte, a costo di fare a meno di un membro. «Bene. Direi che allora possiamo andare. Lascio l'umana alle vostre cure, o viceversa in questo caso.» Si alzò e mosse una mano in direzione del piro. «Wade.» Bastò solo il nome, il giovane lasciò Mikko dopo averle elargito una carezza gentile e alcune parole di conforto bisbigliate all'orecchio, poi insieme agli altri si diresse alle moto.

Ben presto anche loro sparirono da villa King. Come erano arrivati se n'erano andati. Molto simili a un inatteso evento nefasto che come un tornado sconvolge tutto e tutti per poi scomparire, lasciando solo cocci e terra desolata da ricostruire.

Mikko restò immobile, tremando. Si stringeva le braccia attorno al corpo iniziando a sentire freddo. Quando era arrivata lì, la paura e l'adrenalina avevano preso il sopravvento su ogni altra sensazione, ma ora, il gelo di dicembre sembrava scavarle dentro fino alle ossa.

ARTIGLI - BACIO SELVAGGIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora