Terza parte

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Felicità, quel sentimento a me così lontano e quasi sconosciuto.
Due genitori egoisti, un amore mai dichiarato e che non avrei mai ottenuto, uno sconosciuto della quale non sapevo nemmeno il nome e un cane che non smetteva mai di abbaiare.

Il mio desiderio era essere completa, sentirmi amata e poter amare, con tutta me stessa, la persona al mio fianco.
Si sarebbe mai avverato?
Non potevo saperlo, ma ero certa che a volte i desideri rimanevano tali.

Ma uno dei miei sogni quel giorno si avverò, infatti, quando entrai in classe, Luke aveva già preso posto al mio banco. Proprio quello accanto alla finestra.

Era seduto con le gambe a penzoloni, anche se le sue toccavano terra, talmente era alto.
Nonostante io avessi delle gambe chilometriche, non riuscivo mai ad apparire più alta di lui, nemmeno se avessi messo i tacchi.

Notai il suo sguardo guizzare verso di me, mentre attraversavo la classe col respiro affannato.
Sì, ancora una volta mi ero fatta due piani di corsa e le scale mi avevano quasi uccisa.
Tutto solo per poter prendere quel posto, prima di lui.

"Luke..sloggia" Sbuffai posando a terra la borsa e rivolgendogli un'occhiata severa.

"Perché sennò che fai?" Il suo tono canzonatorio mi irritava parecchio, ma mi piaceva.

Ormai era da troppi giorni che non parlavamo e, sentire nuovamente la sua voce, mi faceva stare bene, mi sentivo appagata e sempre più pazza di lui.

Il mio sguardo cadde sul piercing che portava al labbro inferiore, non a caso ogni volta che gli rivolgevo la parola, venivo distratta dal suo continuo torturare quell'anellino.

Il biondo notò la mia paralisi momentanea e sfoggiò un ghigno sarcastico, degno di un idiota come lui.

"Ti faccio sbattere in presidenza."

"Uuuh che paura, Stacey."
"E sentiamo, per quale motivo mi manderesti in presidenza?" Sorrise ironico e muovendo le mani con fare teatrale.

Sbuffai incrociando le braccia al petto e sentire la sua presenza a così poca distanza da me, mi fece tinteggiare le guance di una tonalità rosea.
"Ti ho visto fumare una canna con i tuoi tre amichetti, idiota! La prossima volta vedete di trovare un luogo più appartato." Sbottai avvicinandomi a lui pericolosamente e subito me ne pentii.

Mi soffiò sugli occhi e fui costretta a indietreggiare, "Ma sei coglione? Non vedo nulla, idiota che non sei altro!" Misi una mano sul suo petto e lo spinsi lontano da me, il più possibile.

La parte divertente, era che non si fosse mosso di un millimetro.

"Cosa pensi di fare? Non mi fai paura, dolcezza. Non andrai a parlare con la preside e io non mi muoverò da questo banco."

Mi bloccai sul posto, quando la sua bocca emise la parola "dolcezza".
Rabbrividii, ricordandomi chi aveva il vizio di chiamarmi con quel soprannome, il Pervertito.

Lo guardai sbigottita e lui se ne accorse, schiarendosi la voce e alzandosi dal banco, "Per oggi hai vinto, Stacey. Buona giornata"
Andò via e notai una vena di nervosismo nella sua voce, che se ne fosse accorto?
Poteva davvero essere lui il mio Utente sconosciuto?
No, impossibile.
Non avrebbe mai scritto a una come me.
Andiamo, non avrebbe scritto nemmeno a Candice, se non fosse stata lei a fare il primo passo.

Scossi la testa e mi sedetti, frastornata dal comportamento inverosimile di Luke.
Solitamente quando entravo in classe e lo beccavo seduto qui, facevamo un veloce battibecco, qualche insulto e poi lasciavo vincere lui, non si arrendeva facilmente.
Questa volta no, era andato via con la coda tra le gambe e la testa bassa, preoccupato da qualcosa.
Ma non sapevo cosa.

Io gli scrivevo su Ask ogni giorno, quindi se Luke fosse stato il mio sconosciuto, sarebbe stato a dir poco una comica.
Due idioti nascosti dietro un profilo anonimo, suonava strano solo a dirlo.

Rivolsi una veloce occhiata al biondo, cercando di non dare troppo nell'occhio al resto della classe.
Durante le lezioni io facevo solo questo, mi voltavo verso di lui e lo osservavo.
Riuscivo a notare ogni minimo particolare, ad esempio come mordicchiava la penna quando era sotto pressione, il cipiglio che gli si formava sul viso quando non sapeva risolvere una verifica, il sorriso strafottente che usava per sbeffeggiare il prof di arte, il piercing tra i denti e a volte capitava che si girasse nella mia direzione.
Ecco, era in quel momento che io mi sentivo una completa stupida.
I nostri occhi si studiavano a vicenda, i suoi chiedevano spiegazione e i miei erano colmi di imbarazzo.

Speravo sempre che nessuno si accorgesse di questi scambi di sguardi, o come perdevo il mio tempo a fissarlo, o quante volte sbagliavo a scrivere i compiti perché ero troppo impegnata a mangiarmelo con gli occhi.

Io ero persa per lui, completamente.
Inoltre non potevo pensare che a breve la scuola sarebbe finita e io non lo avrei più rivisto.
Ogni canzone mi ricordava lui, i momenti passati durante le gite fuori porta, le grigliate con i compagni di classe, le frecciatine che ci tiravamo ogni giorno, l'astio quasi palpabile che ci univa e l'amore che io provavo per lui.

Tutto questo mi sarebbe mancato e non avrei mai potuto sopportare la sua lontananza, mi distruggeva dentro e nessuno avrebbe potuto aiutarmi.

"Signorina Wilson, ci vuole degnare della sua presenza? Oppure vuole continuare a fissare il muro? " La voce del professor Cooper, insegnante arte, mi fece tornare con i pensieri sulla terra e mi sedetti sulla sedia in modo civile.

"S-scusi, mi sono solo distratta un momento, non succederà più.." Sbuffai frustrata e aprii il quaderno per prendere qualche appunto.
Ma quando mi voltai verso Luke, notai che mi stava già guardando e un sorriso divertito adornava il suo volto da finto angioletto.

Alzai gli occhi al cielo e cercai di ascoltare la lezione interminabile del prof, senza pensare né al mio Utente sconosciuto, né a Luke Hemmings.

Finita le lezione mi avventurai per i corridoi della scuola, alla ricerca del bagno femminile, quando improvvisante sentii una mano stringermi il polso, in modo rude.

Mi voltai e rimasi di sasso, quando vidi chi aveva agito così.

Luke.

"Che vuoi?" Sbottai picchiettando il piede a terra.
"Ehi ehi ehi, vengo in pace, niente insulti." Sorrise e mi fece avvicinare al muro alle mie spalle.
"A chi stavi pensando durante la lezione?"
"Cosa ti fa pensare che io stessi pensando a qualcuno? Magari ero solo distratta dal colore meraviglioso della parete della nostra aula."
"Si e io sono Adam Levine, non prendermi in giro, Stacey."
"Da quando ti importa cosa faccio o a chi penso?" Ridussi gli occhi a una linea sottile e incrociai le braccia al petto, facendo risaltare il sano prosperoso.
Luke se ne accorse e abbassò lo sguardo sul mio petto, leccandosi le labbra e rivolgendomi un'occhiata maliziosa, "Mi importa e basta, non c'è un perché. Non posso preoccuparmi della mia compagna di classe? Ci conosciamo da 5 anni."
Risi, ma risi di gusto, "Ci conosciamo? Ma vuoi scherzare? Siamo solo nella stessa classe da 5 anni, ma ciò non significa che io ti conosca o che tu sappia qualcosa di me. È come se fossimo estranei, a parte gli insulti che ci tiriamo dietro ogni giorno."
Lui rimase un po' sconcertato dalle mie parole e si schiarì la voce, "Senti, anche se abbiamo questo strano rapporto da 5 anni, ciò non significa che tu non mi stia a cuore, sai è come se fossimo due gocce in parallelo sul vetro di un parabrezza, che però alla fine del vetro si incontrano nello stesso punto, sai che intendo." Esalò prima di lasciarmi un bacio sulla fronte e andare verso l'aula di scienze.

I miei occhi istantaneamente si sbarrarono e il cuore mi si riempì di gioia, ma forse avevo solo capito male.
Aveva appena citato la nostra canzone e io ero sicura che non la conoscesse per gusto personale, ma per mezzo di altro.

Forse, stavo trovando la mia felicità, quel sentimento a me così lontano e quasi sconosciuto.

~~~~~
Che ne pensate? Stacey starà arrivando al fatto che in realtà è proprio Luke lo sconosciuto? 😏

Inoltre "siamo due gocce in parallelo sul vetro di un parabrezza" è una frase della canzone di SAC1, QUEI DUE.

-RainbowFables

Panta Rhei || ʟʀʜDove le storie prendono vita. Scoprilo ora