CAP 5 - Confidenze

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Siamo appena tornati al residence senza farci scoprire e dopo essere entrati mi ha guidata in un corridoio dal lato opposto della parte a noi assegnata. Siamo entrambi seduti a terra con le spalle al muro, uno di fronte all'altro, ma i nostri sguardi non si incontrano. Decido di prendere parola subito perché so che ad Alessio glielo devo, perché sto iniziando a capire solo ora quello che è successo questa sera.

"Come tutti sapete pratico danza da quando ero piccolissima." dico guardandolo e noto che volge lo sguardo verso di me "Mia madre era una ballerina di danza classica e mio padre pure, così ho iniziato le lezioni di classico fino a quando verso i 13 anni ho scoperto il contemporaneo. Ho chiesto ai miei di cambiare corso ma nessuno dei due ha acconsentito."

"Come hai iniziato contemporaneo quindi?" chiede incuriosito.

"Grazie a mia nonna. Era l'unica che capiva la mia curiosità verso il contemporaneo, curiosità che poi è diventata passione. Nonna mi passava i soldi per pagare le lezioni di contemporaneo e io facevo salti mortali con la scuola perché dovevo frequentare due corsi. Molte volte saltavo pure le lezioni di classico perché coincidevano e allora prendevo pure rimpoveri dai miei insegnati. Da lì ho davvero iniziato ad odiare il classico e un po' anche i miei genitori. Notavo la differenza di come entravo in sala, come se tutto fosse un dovere, un obbligo. E in effetti lo era. Nessuno voleva che io deludessi le aspettative dei miei genitori ma c'era mia nonna che mi incoraggiava ad andare avanti e io mi facevo coraggio perché l'ora successiva a quella di classico avevo contemporaneo." sorrido pronunciando l'ultima frase. 

"Quindi la Celentano ha ragione, il classico non ti dice nulla."

"Non so." sospiro "E' come se non avessi passione in quello che faccio. La mia mente non vuole più accettare quello stile da un paio di anni ma il mio corpo è abituato ad eseguire tutti i passi. Sinceramente non riesco più ad andare avanti così, è un peso al cuore. Consideravo "Amici" una via di fuga ma poi è arrivata la maglia nera e mi sono ritrovata nello stesso labirinto di prima."

Alessio mi guarda con un'espressione comprensiva mentre elabora tutto quello che gli ho detto.

"Mi prometti di fare silenzio se ti porto in un posto?" chiede d'un tratto.

Guardo l'orologio che si trova in fondo al corridoio e noto che è mezzanotte, troppo tardi per andare in qualunque posto.

"E' tardi Ale"

Si alza e mi porge la mano sorridendo "Solo dieci minuti, dai"

Afferro la sua mano e mi anzo anch'io per poi seguirlo silenziosamente. Camminiamo nel residence mano nella mano arrivando in una piccola sala con dentro un pianoforte. Alessio lascia dolcemente la mia mano e si siede.

"Io suono qualcosa al piano e tu balli qualcosa di danza classica, okay? Segui la musica e fregatene dei passi, tanto io non capisco nulla" ride.

Rido anch'io, la sua risata è contagiosa. Annuisco per fargli capire che va bene. Inizia a suonare e riconosco subito la canzone: "A Sky Full Of Stars" dei Coldplay. Ballo davanti ad Ale che ogni tanto alza lo sguardo dalla tastiera per osservarmi e lo vedo sorridere così sorrido a mia volta. Finita la canzone lo guardo mentre si avvicina e mi dice "Hai sorriso mentre ballavi" mentre mi prende la mano.

"Dobbiamo andare Bernabei" gli passo una mano sul ciuffo e gli sussurro un "Grazie" all'orecchio per poi schioccargli un bacio sulla guancia.

Ricomincio Da Me {Alessio Bernabei, Dear Jack FF}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora