Hyungwon - Model

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Erano le quattro di mattina quando suonò la sveglia e io non sapevo come fare ad alzarmi. Amavo il mio lavoro, ero fotografa da un anno circa e fotografavo modelli per una famosa rivista di moda. L'unico problema di quel tipo di lavoro era che, durante il periodo degli shooting fotografici, capitava di doversi alzare ad orari improponibili per arrivare nei posti scelti come set. Dovevamo fotografare una collezione estiva in una delle spiagge più belle al mondo: Maya Bay, in Thailandia. Mi alzai controvoglia e mi preparai in fretta, per poi prendere un taxi che mi avrebbe portata all'aeroporto. Quando arrivai trovai il mio capo, il direttore del reparto di fotografia del giornale per cui lavoravo, che sbraitava al telefono. Lui si occupava di organizzare tutto ciò che riguardava il coinvolgimento delle persone, ovvero modelli, fotografi e tutti coloro che si sarebbero occupati della creazione del set fotografico. Quando riattaccò notai quanto fosse stanco. -Tutto bene?- chiesi. -No, per organizzare questo cazzo di set non ho dormito, e ho pure scoperto che il modello migliore che ci avevano mandato ha fatto tardi e non è riuscito a prendere l'aereo!- esclamò esasperato. -E quindi come facciamo?- chiesi titubante. -Lo facciamo venire con noi, non possiamo permetterci di rimandarlo a casa, è troppo importante questo shooting!- esclamò lui in risposta. Sembrava di parlare di un oggetto invece che di una persona, ma ormai ci avevo fatto l'abitudine a questo modo di fare. -Tra quanto arriva?- chiesi notando l'ora, mancavano pochi minuti all'imbarco. -È dietro di te. - mi rispose il capo. Mi voltai per vedere chi fosse questo fatidico modello, tanto importante da costringere il capo a farlo venire in aereo con noi dello staff, cosa mai successa prima di quel modello. Rimasi a bocca aperta quando lo riconobbi, era Chae Hyungwon, un modello con cui avevo lavorato più di una volta e che aveva solo un anno in più di me. Aveva sempre la solita faccia addormentata, che gli dava un'aria da rincoglionito, ma nonostante questo era sempre bellissimo. Penso che metà popolazione femminile fosse innamorata di lui. Aveva i capelli tinti ogni volta di un colore diverso, ma quel grigio perla gli stava da Dio. Quando incrociammo gli sguardi sentii il cuore perdere un battito, era veramente troppo bello. Eravamo entrati molto in confidenza, dopotutto avevamo la stessa età, in più lui era molto socievole e simpatico, tutte le volte che ci parlavo morivo dal ridere. -Ciao Misty!- esclamò non appena mi arrivò vicino. Mi salutò con due baci sulle guance, di cui uno troppo vicino alle labbra, ma lui sembrò non farci caso. -Ciao Hyungwon! Come stai?- lo salutai. -Oh bene, stamani ho spento la sveglia e mi sono riaddormentato!- esclamò ridendo. Non appena il mio capo lo sentì andò su tutte le furie. Iniziò a fargli la predica accennando a qualcosa riguardante il nostro giornale che non capii. Dopo la sua sfuriata, della quale probabilmente Hyungwon non si curò minimamente, riuscimmo a salire sul nostro aereo. -Voi due sedetevi qua e non muovetevi!- esclamò il capo sparendo subito dopo. L'aereo era privato, aveva quattro serie di posti a quattro con poltrone decisamente più comode degli aerei regolari. Non era di un lusso sfrenato, ma era sempre di un certo livello. -Come mai si è arrabbiato così tanto con te?- domandai a Hyungwon mentre ci sedevamo. Mi fece mettere dalla parte del finestrino. -Inizierò a lavorare direttamente per il giornale, hanno intenzione di assumere alcuni modelli per poter essere più autosufficienti.- mi spiegò sedendosi accanto a me. -Oh davvero?- esclamai con forse troppa enfasi. -Sono contento che tu ne sia felice!- esclamò con un sorriso strafottente. Da un po' di tempo temevo si fosse accorto che avevo un certo interesse nei suoi confronti, ma cercavo sempre di nasconderlo. Arrossii evitando di rispondergli, allacciando la cintura e aspettando il decollo. -Non ti devi vergognare, anche io ne sono felice, almeno potrò passare più tempo insieme a te!- esclamò sorridendo dolcemente. Quando sorrideva era ancora più bello, le sue labbra piene si stiravano dandogli un'aria angelica. Ero quasi certa che per lui io fossi solo un'amica, e la cosa mi rattristava, ma d'altra parte lui era un modello, gli giravano in torno ragazze molto più belle rispetto a me, sapevo che mi dovevo accontentare. "Al cuor non si comanda..." mi dissi sospirando. -Ovvio, fa sempre piacere passare del tempo con gli amici!- esclamai mascherando il dispiace. Il suo viso si rabbuiò improvvisamente, non mi rispose nemmeno. Passammo tutto il volo in silenzio, con una certa tensione nell'aria che non riuscivo a capire. Non mi sembrava di aver detto niente di male. Quando arrivammo a destinazione erano le dieci di mattina, ma tra arrivare in albergo e sistemarci si fece l'ora di pranzo. Mangiammo nel ristorante dell'albergo, che era stato prenotato solo per noi e i modelli, poi ci dirigemmo subito sul set. La spiaggia era bellissima, mi sembrava di sognare. Il mare era cristallino e la sabbia così bianca da riflettere perfettamente il sole, in più una leggera brezza non ti faceva sentire la pesantezza del sole di fine maggio. Noi dello staff fummo i primi ad arrivare, i modelli si stavano preparando per lo shooting. Si trattava di uno shooting di costumi da bagno, infatti quando arrivarono i modelli mi prese un colpo. In prima fila c'era proprio Hyungwon con solo un costume addosso che mostrava fiero il suo fisico asciutto. Non mi degnò nemmeno di uno sguardo, si mise semplicemente ad aspettare le direttive per iniziare gli scatti. Sbuffai non capendo cosa gli fosse preso di punto in bianco, sapevo solo che sarebbe toccato a me fotografarlo, quindi mi misi l'anima in pace e iniziai a sistemare le impostazioni della macchina fotografica. Lo shooting durò tutto il pomeriggio, dalle due fino al tramonto, senza pause o momenti morti, il capo voleva che il giorno dopo fosse di pausa per tutti, quindi ci obbligò a finire tutti gli scatti quel pomeriggio stesso. Una volta finito, alle otto di sera, mi misi a riguardare tutti gli scatti, soffermandomi su quelli fatti a Hyungwon. Era veramente perfetto quel ragazzo, e faceva male sapere che non si sarebbe mai interessato a me, non oltre l'amicizia almeno, anche se per il momento sembrava non interessargli più nemmeno essere mio amico. Aiutai a smontare tutta l'attrezzatura, poi mi diressi verso l'hotel insieme al resto dello staff. Ero stanca morta, avevo mal di testa per colpa del sole e, come se non bastasse, ero pure triste. Entrai in camera strascicando i piedi e infilandomi subito in doccia, restandoci per almeno mezz'ora. Quando uscii avevo il bagno totalmente invaso dalla nebbiolina causata dall'acqua bollente che avevo usato, ma almeno mi era passato il mal di testa. Mi cambiai mettendo un pantaloncino leggero e una canotta semplicissima, poi scesi nel ristorante per cenare. Avevo fatto con molta calma proprio per evitare di trovare gente e avere meno contatti possibili con il resto delle persone presenti in quell'albergo. Finito di cenare mi misi le cuffie e tornai sulla spiaggia, avevo sempre amato vedere il mare di notte. Trasmetteva pace e tranquillità, con il rumore regolare delle onde che sembrava volerti cullare, ma dall'altra parte era anche inquietante, non vedevi niente, era tutto buio e silenzioso, un qualsiasi rumore mi faceva saltare in aria dalla paura. Tolsi le cuffie e chiusi gli occhi, lasciandomi cullare dalle onde che si infrangevano leggere sulla sabbia, fino a quando non mi addormentai. -Misty!- esclamò qualcuno facendomi svegliare di soprassalto. Mi voltai verso la voce con gli occhi ancora socchiusi, riconoscendo a fatica Hyungwon. -Ehi... che ci fai qua?- biascicai cercando di svegliarmi. L'unica cosa a cui riuscivo a pensare era che stavo facendo una grande figura di merda. -Questo dovrei chiedertelo io, sono le due di notte, si può sapere perché ti sei messa a dormire sulla spiaggia?! È pericoloso!- esclamò serio. -Perché ti preoccupi per me? Non mi sembrava che oggi ti importasse più di tanto di me!- dissi offesa. Non riuscivo a ragionare su quello che dicevo. -Ti stavo cercando proprio per questo, volevo scusarmi e spiegarti perché ho reagito così, ma non mi sembri in condizioni di poter capire.- disse abbassandosi sulle ginocchia per arrivare al mio livello. -Andiamo, ti accompagno nella tua stanza.- disse porgendomi una mano. Io non reagii, avevo il cervello spento. L'ultima cosa che percepii fu lui che mi prendeva in braccio, il suo profumo che mi invadeva le narici e la mia testa che si appoggiava alla sua spalla, poi il buio.

ONE SHOT (GOT7, MONSTA X, B.A.P)Where stories live. Discover now