Ventiquattro

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Asia pov.

Svegliarsi alle 11:30, finita la scuola, in pieno agosto, con un caldo assurdo, è allo stesso tempo assurdo. Ma reale.

Numero sconosciuto: sono tornata, e mi riprenderò quel che è mio, e che è stato sempre mio.

Oh si certo, prenditi sto cazzo.

Non so chi poteva essere, ma mi aveva cambiato completamente l'umore.
Andai alla finestra, ed era lì, con i suoi capelli lunghi marroni, sugli scalini della casa del mio ragazzo, che gli parlava.
Poi, avevano cominciato ad urlare, lei ancora di più, la sentivo con le finestre chiuse, ma decisi di aprirla.

"É UNA RAGAZZINA MARIO!"
"LO SO, CHE PROBLEMA HAI?"
"IO SONO TUA, NON LEI!"
"NON PIÙ."

"Asia tesoro, chiudi quella finestra, Mario non si farà prendere per il culo da quella gatta morta subdola, vieni a mangiare."

Scesi giù, e seduta a tavola, cominciarono a dare le varie notizie, tra cui una in cui dicevano di una probabile cessione di Mario al Liverpool, o all'Atletico.
E io risi, perché sapevo che non se ne sarebbe mai andato, non ora almeno.

Poi, mentre stavo aiutando mia mamma a lavare i piatti, suonarono alla porta, e andó mio padre.

"C'è asia?"
"Certo, entra caro."

"Ehi.. buongiorno signora"
"Mario smettila di darmi del lei, vi lasciamo soli."

"So che hai sentito tutto."
"Non me ne andrò."
"Lo so, ma mi ha scritto, mi ha detto che si riprenderà quel che è suo."

"L'unica cosa sua in quella casa é il letto, che ha pagato lei."
"Ah, interessante."

neighbors || Mario MandzukicWhere stories live. Discover now