17.

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La pioggia cadeva rumorosamente contro il vetro freddo del treno, mentre il buio della sera era giunto silenzioso ad oscurare il paesaggio circostante.
La luna intano era apparsa nel cielo, un po' nascosta dalle nuvole scure, e la sua luce rifletteva sul finestrino mentre il temporale pareva non cessare mai.
Su quel treno, distrattamente appoggiato contro un sedile morbido, c'era Fabrizio.
Viaggiava da solo in quel vagone silenzioso e mezzo vuoto. Ancora una volta.
Stava tornando a Roma, a seguito dell'ennesima giornata trascorsa lontano da casa per motivi di lavoro.
A questo ci era abituato. Erano settimane che non tornava a casa.
Il suo appartamento di Roma non lo riteneva più tale già da un po' di tempo.
Casa, per lui, era dove il cuore batteva forte.
Ed il suo ultimamente batteva poco.
Era sempre fiacco, quasi spento, come la fiamma d'una candela consumata.
Fabrizio, col passare dei giorni, aveva imparato a vivere col cuore a metá.
Si era tenuto la parte cattiva di esso.
Quella con la quale aveva sempre fatto a botte, quella parte di sé che aveva sempre odiato.
Si era tenuto l'aggressività, la rabbia, l'orgoglio ed anche il cinismo.
L'altra metà di cuore l'aveva lasciata a chi - era sicuro - l'avrebbe protetta e custodita con amore.
La parte buona di sé, lui, l'aveva lasciata nelle mani del suo Ermal.
E su quel treno, osservando il buio oltre il vetro mentre il silenzio aleggiava nell'aria, Fabrizio sentiva pericolosamente la sua mancanza.
Aveva una tremenda nostalgia di Ermal e averlo distante gli lacerava l'anima.
Non lo vedeva da due settimane e tre giorni.
Aveva tenuto il conto come fa un soldato in guerra e, come tale, sperava nella pace imminente per poter tornare a casa.
Nella mente aveva ancora vivido il ricordo del loro ultimo giorno trascorso insieme.

Aveva acconsentito ad accompagnarlo in giro per la promozione del disco e, con sua sorpresa, erano giunti presso gli studi di Radio Italia.
Ermal avrebbe tenuto un'intervista ed un piccolo concerto davanti ad un modesto gruppo di fans.
Fabrizio fu più che felice di sapere che avrebbe potuto assistere, seppur in disparte.
Se qualcuno avesse saputo della sua presenza in quello studio, probabilmente si sarebbe creato il più totale caos.
Non voleva togliere la scena ad Ermal: era il suo momento. Non glielo avrebbe mai rovinato.
Rimase nel backstage del piccolo palco allestito per l'occasione e seguì con attenzione l'intervista senza dare troppo nell'occhio.
Ascoltò con interesse la storia che riguardava la nascita dell'album, scoprendo piccoli dettagli che non aveva ancora colto.
Rise assieme al pubblico quando Ermal raccontò qualche aneddoto divertente e provò un infinito orgoglio nei suoi confronti quando vide gli occhi di lui brillare per la felicità a causa del suo operato, che a quanto pare stava riscuotendo un bel successo.
L'intervista proseguì senza alcun intoppo e fu anche piacevole.
Ad Ermal venne anche chiesto se avesse riconciliato i rapporti con Fabrizio, viste le ultime loro foto che avevano iniziato a girare nel web.
Ermal non si rese nemmeno conto del sorrisetto felice che gli era spuntato sulle labbra.

«Per un motivo o per un altro, per un periodo non ci siamo né visti né sentiti» esordì «Eppure non abbiamo mai smesso di volerci bene, anzi...» Ermal tentennò un secondo prima di continuare a parlare, dopo una breve pausa «Fabrizio, per me, è più d'un fratello... Lui racchiude tutta la bellezza di un rapporto sincero ed io sono pieno di gratitudine per averlo al mio fianco»

E fra gli applausi e grida felici del pubblico, Fabrizio arrossì nella penombra del backstage.
Era la prima volta che sentiva Ermal confessarsi apertamente attraverso simili parole ed il cuore sembrò scoppiargli nel petto per l'incredulità.
Era una costante sorpresa, il suo Ermal.
Avrebbe voluto correre da lui e confessargli ancora una volta tutto l'amore che provava nei suoi confronti.
Fabrizio però non sapeva che avrebbe potuto - e dovuto - attendere, perché Ermal non aveva ancora finito di stupirlo.
Lo fece stando seduto al pianoforte, presentando la canzone che avrebbe cominciato ad intonare un minuto più tardi.

Eternità. | MetaMoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora