Prefazione

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Ho deciso di buttare giù due righe in quest'introduzione per dare ai lettori una vaga idea del significato che quest'opera ha

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Ho deciso di buttare giù due righe in quest'introduzione per dare ai lettori una vaga idea del significato che quest'opera ha. È la quarta volta in cui mi occupo essenzialmente di poesia e per la precisione, "Persefone Ritrovata" chiude un ciclo iniziato qualche anno fa con "Il Seduttore." Per chiarirvi meglio il viaggio che ho intrapreso (e che spero voi intraprenderete) verso dopo verso, è necessario focalizzarsi sulla figura evocativa che emerge dal titolo e a cui ho dedicato la mia attenzione. Chi non conosce il mito di Persefone? Figlia di Demetra e Zeus, cresciuta al tepore e alla bellezza della superficie, viene trascinata nell'Oltretomba da Ade, diventando alla fine Regina degli Inferi. Metterò da parte chicchi di melograno, madri infuriate, patti e stagioni, per illustrarvi ciò che per me ha più importanza. Persefone, prima del suo rapimento, viene chiamata Kore, fanciulla, un simbolo che racchiude in sè il puro, lo smaliziato, l'innocente. Ma è solo una volta divenuta sposa di Ade e quindi dopo aver assaporato l'oscurità, il dolore, la pienezza del mistero, che Kore può completare se stessa, crescere, per divenire sovrana e dea. In queto mito, io ho rivisto un percorso di crescita interiore, già ai tempi dell'Antica Grecia affrontato nei Misteri Eleusini con Discesa, Trasformazione e Ascesa. Ne "Il Seduttore" ho riportato poesie giovanili, vivaci, la realtà vista attraverso gli occhi della fantasia,  mentre ne "I Canti Crepuscolari" ho dato voce all'angoscia e alla confusione che animano la rottura tra l'adolescenza e maturità di fronte alla crudezza della vita. Ora abbandono i toni lievi di una e quelli gravi dell'altra per iniziare una raccolta dai temi vari, che manifesta l'equilibrio tra la consapevolezza nostalgica di un'età finita e la soddisfacente pienezza di una nuova, quella adulta, che offre tanti spunti per ricostruirsi da capo. Persefone, capace di portare alla luce il fertile dalla sterilità del buio, è la dea interiore che ho scelto come musa per colmare la mia distanza dall'ignoto, per dialogare con l'irrazionale, per  riscoprire me stessa e il mondo in modi che mai avrei pensato possibili. Versi notturni.. vi chiederete il perchè di questo sottitolo onirico, quasi cupo. Ebbene, vi posso solo dire che il Crepuscolo è finito e che la Notte ormai prossima, così come l'Averno, ha molta bellezza da mostrare tra le sue ombre. Quindi lasciate che Caronte vi traghetti fino al Lete, all'oblio, alla rabbiosa tortura del Tartaro o fino alla dolcezza tragica dei Campi Elisi. Ogni esistenza è degna di essere vissuta, così come ogni secondo degno di essere scelto. Potete sentire gli echi del canto di Orfeo già nel vostro cuore?

Donna Rebecca



Persefone Ritrovata ~ Versi NotturniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora