mura di ghiaccio in un castello di fiamme

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[Call out my name by The Weeknd nei media]

Kim Namjoon masticava la sua gomma per smorzare la nausea e giocava con i suoi capelli quando si annoiava, aveva uno spazzolino da denti e del dentifricio sulla scrivania e tanti profumi messi in ordine di colore sulla mensola

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Kim Namjoon masticava la sua gomma per smorzare la nausea e giocava con i suoi capelli quando si annoiava, aveva uno spazzolino da denti e del dentifricio sulla scrivania e tanti profumi messi in ordine di colore sulla mensola. Dormiva a torso nudo d'inverno e con la canotta d'estate, la finestra aperta di notte e chiusa di giorno. Mangiava due volte al giorno, una perchè la madre lo obbligava, l'altra perchè la madre lo obbligava; potrebbero passare i giorni fuori dalla sua stanza ma lui ci restava dentro e contava le crepe nel muro a sinistra del suo letto verde mela. La mamma gli diceva sempre di vestirsi di colori più chiari, come l'azzurro, il colore degli abiti pomposi che ella indossava con un sorriso decorato da ceramica lucida, oppure come il colore delle sue perline che aveva sempre alle orecchie. — «Namjoon-ah, fa come tuo padre. Trova una donna come me e sposala, ti migliorerai la vita, pasticcino alla crema»— diceva ogni volta la madre quando alle cene importanti, amici di famiglia notavano quanto bello e alto fosse diventato il piccolo Namjoon e la madre ben pensava di parlare del suo armadio decorato da vestiti messi in ordine alfabetico in base alla marca. Ah! Ah! Se la madre avesse saputo che in realtà il suo pasticcino alla crema avesse interessi che non vedevano, neanche da un telescopio, un triste buco in mezzo alle gambe e due protuberanze sul petto. Ah! Ah! Se la madre di Namjoon sapesse che in realtà, a Namjoon, piacesse così tanto l'uccello. Ma quante volte ci ha pensato Namjoon? Cosa avrebbe pensato la madre di lui? —«Non solo prendi pasticche per dimagrire, Kim Namjoon, sei anche gay!» urló infuriata quel giorno la madre di Namjoon spaccando il bicchiere di vetro che stava asciugando dopo quel pranzo domenicale. — «Adesso chi lo dice a tuo padre che ha un figlio non solo depresso, ma anche gay?!»—
Vero, Namjoon.
Si diceva. Namjoon, che cazzo fai? Sei un anoressico di merda e in più sei anche gay! Perché non muori?
— Scusami.— diceva Namjoon in lacrime con le braccia a coprirgli la faccia.
— Mamma, scusami.» singhiozzava.
Ma a cosa serviva? A cosa serviva piangere se si perde sangue dal naso al punto da vederci rosso? A cosa serviva urlare fino a perdere la voce se nessuno lo avrebbe soccorso?

 Ma a cosa serviva? A cosa serviva piangere se si perde sangue dal naso al punto da vederci rosso? A cosa serviva urlare fino a perdere la voce se nessuno lo avrebbe soccorso?

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Namjoon non aveva alcun talento in particolare, era un ragazzo piuttosto ordinario e quasi normale se non fosse per la sua spiccata intelligenza e sete di imparare. Leggeva, leggeva, leggeva così tanto da dimenticarsi il colore delle foglie, leggeva e imparava ogni vocabolo a lui sconosciuto per utilizzarlo nella routine, Dio quanto si divertiva vedere le facce stranite di chi si trovava ad intrattenere una conversazione con lui. Namjoon aveva problemi respiratori dovuti al suo setto nasale deviato, starnutiva di primavera e gli usciva sempre del sangue dal naso. Era allergico alle fragole e la sua pelle era così delicata che durante la primavera –Eccola!La stagione maledetta!– gli veniva rossa rossa sul petto, e Taehyung, spesso gli procurava della crema adatta a quel tipo di circostanze. Taehyung. Oh, Taehyung era sempre così cordiale con lui, sempre così dolce. Taehyung. Taehyung. Taehyung. Il dolce Taehyung gli accarezzava sempre la testa quando Namjoon si coricava sul letto col capo alzato e un panno pieno di ghiaccio sotto al naso per fermare quel dannato sangue che usciva a ghiotti e guai! Guai! Se Taehyung si alzava dal letto, guai! Se Taehyung smetteva di toccargli i capelli.
—Taehyung-ah, Taehyungie ti prego resta qui e insegna a mia madre a vivere. Taehyung ti prego accarezzami i capelli. Taehyungie ti prego non lasciarmi la mano. Taehyung-ah ti prego butta via quelle pasticche. Taehyung-ah ti prego comprami le pasticche. Taehyung-ah, Taehyung-ah ti prego guardami e dimmi che non te ne andrai. Taehyung-ah respirami nell'orecchio, ho bisogno di sentire qualcosa di vero e di caldo che non sia il mio sangue che butto giù come fosse acqua. Taehyung, Taehyungie. Taehyung sto impazzendo per favore, ti prego, abbracciami. Taehyung-ah, baciami.»—
E Taehyung gli accarezzava i capelli, gli toccava la mano, lo abbracciava, gli respirava nell'orecchio e lo baciava ogni volta Namjoon glielo chiedesse.

GUARDAMI FORTE ㅡvmonWhere stories live. Discover now