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Il Vaudeville Gay Bar pullulava di umanità.

Stipati entro le mura a colori vivaci si ballava al ritmo delle più recenti novità in campo musicale.

Spettacoli teatrali, drag queens, Dj set animavano il locale, famoso ovunque per l'altissimo livello dei suoi baristi.

Per "altissimo livello" si intendeva che non solo sapevano preparare eccellenti bevande.

I baristi al Vaudeville spiccavano per la loro avvenenza, cosa che aveva regalato al posto entusiastiche recensioni, ed affluenze record.

Non amavo i gay bar.

Non amavo i locali notturni in generale.

Tuttavia, nel mio patetico tentativo di liberarmi di Min, stavo provando anche questa scappatoia.

Tra le luci a tonalità calde ed il beat assordante stazionavo poggiato al bancone, sorseggiando un malinconico Mojito.

Fissai il ghiaccio squagliarsi nel bicchiere, pensando a quanto mi sentissi fuori posto e triste.

Min se ne era andato al mattino presto, dopo essersi concesso un lungo sonno nel mio letto.

Sentivo ancora il suo odore addosso.

Sapevo che in serata sarebbe tornato.

Per oscure ragioni aveva deciso di dormire da me ogni notte.

Accettai la sua trovata, solo perché non potevo dirgli di no.

Desiderio, ed il terrore di rappresaglie da parte sua tenevano in scacco la mente, costringendomi a cadere sempre più in un gioco che il cuore mi diceva assai sporco e pericoloso.

L'unica possibilità per sfuggire a tale deprimente destino, sembrava quella di scovare un soggetto da amare.

Peccato avessi sbagliato del tutto il mio approccio al problema.

Convinto che in un locale gay sarebbe stato tutto più facile, mi ero infilato in un taxi dirigendo verso il Vaudeville.

Quando fui dinnanzi all'entrata straboccante futuri clienti, compresi di aver fallito miseramente l'obiettivo.

Non era il luogo adatto, ma decisi comunque di entrare.

Il barman appariva alto, ben piazzato, con i lineamenti scolpiti di un modello di Dolce e Gabbana.

Mi sorrise quando fece scivolare il bicchiere sul bancone, lanciandomi un muto segnale di consumata seduzione.

Lo guardai ricambiando il sorriso, provando l'ardente desiderio di buttargli il Mojito dritto in faccia.

Fingeva interesse, perché questo richiedeva il suo lavoro.

Io, reduce dall'ufficio e terrorizzato all'idea di tornare nel mio appartamento friggevo di irritazione, constatando quanto fossi stato scemo a pensare di trovare un fidanzato in un luogo come quello.

Scandagliai il locale con occhio critico trovando molti bei soggetti, che però non furono in grado di superare la soglia di una placida attrazione fisica.

Poi, a lato della folla danzante individuai un tizio dal fisico asciutto, e bellissimi riccioli scuri.

Camminai verso di lui senza pensare, ritrovandomi in men che non si dica al suo fianco.

Lineamenti e carnagione, facevano pensare ad un ragazzo proveniente da qualche paese mediterraneo.

Forse era Italiano, o magari Spagnolo.

Min (Incubus)Where stories live. Discover now