Capitolo 29 - Scott (2/2)

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È stata dura venire a scuola oggi, ma alla fine eccomi qui. Sono in classe, seduto al mio banco, e non riesco a smettere di pensare a quello che è successo ieri.

Vedo che Jake e Steve stanno chiacchierando seduti al loro banco. Maledetti fortunati, sono capitati seduti l'uno davanti all'altro mentre io sono in fondo alla classe.

Di solito in questi casi mi alzo e vado da loro, ma oggi non sono in vena.

Spero che un certo qualcuno mi lasci in pace d'ora in poi, a questo punto direi che me lo deve.

Fino a che punto si sarebbe spinto se non avessi colto l'occasione per andarmene? È stato spaventoso e disgustoso, non voglio trovarmi mai più in una situazione del genere.

"Ehi, tutto bene?" mi chiede Jake, che mi ha raggiunto. "Ti vedo pallido"

"A me sembra il solito pallore da Scott" aggiunge Steve con un sorriso ebete stampato in faccia.

"Ha-ha che simpatico" dico, con tono freddo. "Non mi va di parlarne"

"A quanto pare la professoressa di storia non ci sarà oggi" continua Steve.

Guardo l'ora sul mio telefono, non mi ero accorto che fossero già le otto e un quarto.

"Sembra vero, meno male" rispondo.

Un'ora in meno di lezione, almeno una cosa positiva nella giornata di oggi anche se avrei preferito di gran lunga rimanere a casa a dormire.

"Vado alle macchinette"

Mi alzo e senza aspettare che i miei amici dicano qualcosa esco. Ho bisogno di una boccata d'aria, anche se si tratterà solo di aria del corridoio.

Sul tragitto verso le macchinette vengo raggiunto da Jake.

"Come mai qui?"

"Sono preoccupato per te" risponde.

"Non devi" sospiro.

"Non c'è bisogno di essere così freddi, se hai bisogno di parlare, di qualsiasi cosa, io sono disponibile"

"Mi conosci Jake. Non lo faccio apposta, sono così e basta"

"Già ma oggi c'è qualcosa che ti dà fastidio"

Vorrei ribattere che tutti i giorni c'è qualcosa che mi dà fastidio ma lascio perdere, non avrebbe senso.

Ormai siamo arrivati alle macchinette.

"Cosa prendi?" mi chiede Jake.

"Pensavo a un cappuccino"

Prima che io possa infilare la moneta lo fa lui e seleziona il cappuccino.

"Cos'hai in mente?"

"Niente, volevo solo offrire qualcosa al mio amico che è giù di morale" mi dice.

Sarebbe stato meglio prenderlo senza zucchero il cappuccino, con questa conversazione mi sembra di aver già fatto il pieno.

Sospiro.

Jake è fatto così, è disponibile se ho bisogno di parlare e mi cerca quando ha bisogno di parlare lui. Io lo considero il mio migliore amico, anche se lui ha già Steve.

Dato che Steve è un sempliciotto ficcanaso e tonto Jake non può contare su di lui e si confida sempre con me per primo.

Io, invece, non mi confido mai. Sono più il tipo che commenta gli errori degli altri e dà consigli che spesso non vengono considerati moralmente corretti.

Forse questa volta posso fare uno strappo alla regola, forse posso aprirmi con lui.

Ci sediamo sulle scale, io sorseggio il mio cappuccino e lui il suo.

Margherite Gialle (Yaoi)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora