15. Mani sudate

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Wayne e Zack mi seguono docilmente, o quasi. Nella mia testa c'è l'immagine fissa di Aylen con gli occhi completamente bianchi, sofferente. Come cavolo è possibile che ce la siamo persa, assieme a Will? Sono quasi sicura che Aylen non sia riuscita a calmare la sua agitazione. Non so nemmeno se si sono allontanati sani e salvi dall'accampamento, o se non sono stati portati via in qualche laboratorio... Non posso scacciare queste paranoie dalla mente. Come potrei?

—Kimberly, sono vivi entrambi di certo. Se non sono ancora arrivati avranno avuto qualche contrattempo, avranno fatto delle soste... piantala di pensare alle peggio cose. —dice Zack, con tono irritato. Gli lancio un'occhiataccia.

—Quante volte devo ripeterti di ascoltare solamente i tuoi, di pensieri? —sbotto io per tutta risposta. Wayne sembra abbastanza imbarazzato, ma ogni tanto, durante il cammino, non rinuncia a fare qualche stupida battuta. Il sentiero che percorriamo è praticamente tutto uguale, ma io mi guardo intorno come se mi trovassi nella Città Incantata. Erba, terra fertile, campi coltivabili... sono fuori dalle mura che racchiudevano più che il mio corpo, la mia anima. Sono libera. Non propriamente libera, nel senso che comunque non sono dove vorrei essere e non so precisamente nemmeno dove sono. Ho un sacco di cose negative dentro di me, e sono circondata da persone delle quali non sono nemmeno sicura di potermi fidare. Infatti è il mio pensiero ad essere libero dalle catene che lo opprimevano in laboratorio, non sono rassegnata ad una vita finita, ma mi trovo davanti un nuovo inizio, completamente bianco e vuoto (e questo fa paura, davvero tanta paura), però posso scriverlo io, la mia vita non è più completamente in mani altrui.

Camminiamo quasi senza spiccicare parola, ed io non voglio intervenire solo perché io mi sento in imbarazzo: non voglio dire la prima cosa che mi salta in testa e sembrare stupida. Mentre penso questo, dò un'occhiata veloce a Zack per vedere se mi sta ancora leggendo nella mente, valutando la sua reazione. Sembra impassibile, e quando lo guardo alza un sopracciglio con fare interrogativo. Che abbia davvero fatto ciò che gli ho chiesto, una volta per tutte?

—L'avete sentito anche voi? — domanda improvvisamente Wayne con un tono angosciato, portandosi automaticamente le mani alla cintura nella quale tiene la pistola. Io e Zack ci guardiamo attorno perplessi.

—Cosa? — domandiamo quasi all'unisono io e Zack. Wayne non risponde e tende nuovamente l'orecchio.

—Dobbiamo nasconderci. — afferma, cercando di trascinarmi con sé, mentre si incammina con fare deciso ed impanicato contemporaneamente. Io per un momento guardo Zack, poi fisso lo sguardo sulla mano di Wayne che mi stringe il braccio ed ho un'idea. Un'idea stupida, e forse anche infantile ed inappropriata al momento, ma con un movimento naturale e deciso faccio scivolare la mia mano via dalla stretta di Wayne per poi stringere la mano che un attimo prima mi trascinava di forza nella mia. Wayne è sorpreso, ma a me interessa la reazione di Zack: infatti mi giro e vedo un pizzico di sorpresa in lui, e quella che spero sia un briciolo di gelosia.

—Ho sentito il suono come di un motore in lontananza. — inizia a spiegare Wayne, senza lasciare la mia mano. La sua stretta è sgradevole e sudaticcia, ma sono fermamente intenzionata a far ingelosire Zack.

—Stai in silenzio, allora. —lo interrompe bruscamente Zack. Io tendo le orecchie. Sento il debole suono delle cavallette, ed il mio respiro trattenuto. Dopo circa un minuto abbondante riesco a sentire il rumore di una macchina, e per poco non mi viene un infarto dallo spavento. Resto immobile e terrorizzata. Vedo la macchina in lontananza. Chiudo gli occhi e cerco di respirare: in questo momento non posso usare i miei poteri, e sono l'unica arma che sono in grado di usare propriamente. Mirare precisamente con un'arma da fuoco non è semplice come sembra. Zack mi afferra un braccio e lo stringe forte, invitandomi a guardarlo negli occhi. Lo faccio, con uno scatto di agitazione.

—Credo— mi bisbiglia all'orecchio, per non fare rumore—che quella sia la macchina del tuo rapitore, con William e l'altra ragazza. — trattengo il fiato. Non possiamo esserne certi. Mi volto e guardo la macchina avvicinarsi, di secondo in secondo. Riesco a capire che si tratta di un'autovettura nera, e a riguardo non ho dubbi. Al volante c'è un uomo. Diamine, l'erba è alta e non posso espormi per guardare meglio. Zack mi si avvicina nuovamente per dirmi qualcosa. —Sono loro, Kimberly. — e, dopo averlo detto, si alza tranquillamente ed esce dal nostro nascondiglio. Come fa ad essere così sicuro che siano loro? Wayne guarda suo fratello in modo sconcertato, con gli occhi che sembrano a momenti saltare fuori dalle orbite.

La macchina ora è incredibilmente vicina, e riesco a riconoscere distintamente il mio rapitore al volante. Esco dal mio nascondiglio solo quando riconosco i dolci lineamenti di Aylen nel finestrino dei sedili posteriori. Un largo sorriso si fa largo sul mio viso ed i miei occhi si inumidiscono un poco. Mi sento incredibilmente felice e sollevata, ed è una sensazione magnifica. Lascio la mano di Wayne e corro dietro a Zack, per superarlo di corsa e mettermi sul ciglio della strada, in modo che i passeggeri della macchina possano notarci.

La macchina ci supera velocemente, ma si ferma poco più in là. Corro verso di lei e, quando vedo William scendere dall'auto con la sua aria un po' persa, gli salto al collo e lo stringo forte. Lo lascio andare quasi subito, accorgendomi di essere stata fin troppo espansiva. Quando lo lascio andare, Will non sembra ancora aver realizzato cosa sia appena successo. Gli rivolgo un rapido sorriso e mi rivolgo ad Aylen, che sta uscendo assieme all'uomo barbuto ed al ragazzo che avevo già incontrato quando il suo amico aveva cercato di rapirmi.

Lei è serena e mi sorride dolcemente. Mantiene sempre la calma questa ragazza, non so proprio come faccia. Resto a fissarla negli occhi per qualche istante, ma non è strano o imbarazzante. Sento come se bastasse per riassumere tutte le cose che vorrei dirle. Non serve un abbraccio, perché Aylen è una di quelle persone che ti comprende con un solo, intenso, sguardo. E non sa nemmeno leggere nella mente.

—Abbiamo finito con le smancerie, e possiamo passare oltre? —la voce irritante dell'uomo con la barba interrompe il contatto tra me ed Aylen. Wayne ci ha raggiunti ed ora si trova di fianco a Zack e Will. I due rapitori invece si trovano proprio di fianco a me ed Aylen, ovvero di fronte agli altri tre. Se avessi i miei poteri credo che li userei contro il simpatico Uomo Barbuto. Il ragazzo al suo fianco gli mette una mano sulla spalla per prendere lui la parola. Io lo blocco prima che possa dire qualcosa.

—No, tu adesso le prendi: non mi servono poteri speciali per prenderti a calci ne...— adesso è Will a toccarmi timidamente la spalla per interrompermi. Mi volto verso di lui di scatto per protestare, ma vedo con la coda dell'occhio l'uomo cadere a terra con un tonfo colpito da qualcosa... o qualcuno. Faccio un salto indietro dallo spavento. Wayne è addosso al mio rapitore, e gli sferra un pugno ben assestato sulla mandibola. Aylen corre per trascinare via Wayne, ma viene invece spinta via violentemente, mentre Zack con la sua calma afferra suo fratello per entrambi i polsi e, nonostante il notevole sforzo, riesce a tenerlo fermo.

Adesso basta! —grida il ragazzo che era al volante durante il mio tentato rapimento. —Siamo tutti dalla stessa parte, beché dal nostro primo incontro possa non essere sembrato così. Anche io sono un diverso e lui è mio padre, Walter. —l'Uomo Barbuto (a quanto sembra Walter), intanto, si alza da terra a fatica, indignato. Wayne, nel frattempo, si è liberato dalla stretta di Zack e filmina Walter con lo sguardo. Aylen e Will non osano proferire parola.

—Quindi è così che funziona? Avete tentato di rapire Kim ma siete "dotati" come loro allora è tutto a posto? Eh?—urla Wayne, pieno di rabbia. Mi avvicino a lui e gli metto una mano sulla spalla. Lo guardo negli occhi e scuoto la testa, per fargli capire che non ne vale la pena. Mi duole ammetterlo ma, se ci mettessimo l'uno contro l'altro sarebbe solo spreco di energie.

—Io direi che possono scusarsi e spiegarci le loro ragioni mentre torniamo indietro. — non so da quando i sono convertita in una insopportabile diplomatica, ma gli altri non sembrano voler controbattere. Allora affianco Wayne ed afferro il suo braccio con entrambe le mani, prima che tutti ci avviamo per tornare da Kira. Prima di seguire tutti gli altri, però, mi volto per un attimo a guardare Zack. 

D I F F E R E N TWhere stories live. Discover now