14. last light

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Il viaggio verso le campagne londinesi è stato il più brutto della mia vita, anche se niente sarà mai come il momento dei saluti.

Dire addio alle gemelle, ai nonni di Dylan, che mi hanno accolto per la seconda volta come se fossi una dei loro figli: mi ha spezzato il cuore, soprattutto perché ho dovuto mentire.

Come avrei potuto fare il contrario? Come spiegare a delle persone che vieni dal futuro, e che presto morirai?

Ecco, non puoi.

E così li ho convinti che fosse un arrivederci, e non un addio, anche se, in realtà, forse l'ho fatto più che altro per me stessa.

Non sarei riuscita a spezzare altri cuori, non con il mio già in frantumi.

Dylan spegne l'auto, fermo a pochi metri dalla fine della strada statale, appena illuminata dalla luce della luna.

"Bene, è il momento di muoversi." Ribatte Logan, scendendo dall'auto insieme a Michael, che quasi potrebbe mettersi a cantare dalla felicità.

"E' qui lo...strappo?" Chiede, seguendo con lo sguardo il moro, che continua a guardarsi intorno, tenendo il naso per aria, come se stesse cercando qualcosa.

Sarebbe quasi ridicolo, se non fosse tutto vero.

"Se c'è, lo troverò." Si limita a dire, facendo altri passi, muovendo le mani per aria.

"Tutto questo è ridicolo." Commento, aspra, stringendo le braccia al petto, mentre Dylan si volta verso di me, scrutandomi con attenzione.

"Sei nervosa?"

"Direi che nervosa è un eufemismo." Ribatto, voltandomi verso di lui, arrabbiata per chissà quale motivo "Io sono terrorizzata, Dylan: non voglio andarmene, non voglio."

E non mi imbarazzo, quando la mia voce inizia a tremare e la voglia di piangere si fa più forte, perché, ormai, mi sembra di essere già ad un passo dalla morte.

Non posso farcela, non posso.

Dylan sospira, passandosi la lingua sulle labbra, anche lui concitato, e poi mi prende la mano, baciandomi leggermente le nocche, per poi posare i suoi occhi su di me.

"Non avere paura."

"Come posso non averne se non potrò più starti vicino?" Ribatto, e questo sembra davvero colpirlo, dato che mi lascia la mano, quasi colpevole.

Mi sfiora il viso, scostandomi appena i capelli dalle guance, guardandomi come se fossi una delle cose più belle al mondo.

Lui vale molto di più, per me.

"Nia." Sussurra, lentamente, e la sua voce galleggia nell'aria, quasi come una musica malinconica.

E poi mi bacia, stringendomi come se fosse l'ultima volta al mondo, rendendo tutto ancora più tragico.

Come può una cosa così bella fare così male?

"L'ho trovato." Sentiamo urlare dall'esterno della macchina, e subito Dylan si scansa da me, accarezzandomi il viso.

"Dobbiamo andare?" Chiedo, anche se, in realtà, non è affatto una domanda.

Il momento è finalmente arrivato.

Lui non dice nulla, continuando a mordersi le labbra ed osservarmi, nervoso.

Mi bacia velocemente la fronte, come se fosse pensieroso, e poi torna a guardarmi "Resta qui."

Corrugo la fronte, confusa, mentre lo osservo scendere dall'auto ed avvicinarsi ai due, che lo aspettano poco lontano: inizialmente sembrano rilassati, ma, improvvisamente, i loro volti mutano.

Back in time {DOB}Where stories live. Discover now