Capitolo 13

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Fu questione di pochi secondi.
Sentì un materiale gelido sul mio collo, mentre la sua mano destra era ancora sulla mia bocca.
Mi si bloccò il respiro.
Le lacrime continuarono a scendere.
- Mi dispiace - la sua voce apparì triste e tremante.
- Laur... tu... - provai a dire.
Mi bloccò.
- Zitta ! - urlò, prendendomi in contropiede, premendo la pistola con più forza sul mio collo, spaventandomi.
Tenevo ancora il mio cellulare sulla mano destra.
Non riuscivo a muovermi.
Era davvero la fine.
- È tutta colpa tua, non avrei dovuto conoscerti ! -
Quelle parole fecero più male di un proiettile che forse pochi secondi dopo avrebbe attraversato il mio corpo.
Sentì qualcosa spegnersi dentro di me.
Mi ero fidata di lei, mi ero fidata davvero !
Ho lasciato la parte più brutta di me, quella più fredda, solo per lei ! Le ho dato le lacrime e il mio passato ! E lei mi ha solo presa in giro !
- Lauren, io non ho fatto... - riprovai a parlare.
Ma stavolta non furono delle parole a fermarmi.
Mi sparò alla gamba, non al collo.
Perché ha cambiato posizione ? Avrebbe dovuto uccidermi subito.
Non che lo volessi, ma se avrebbe voluto farmi fuori, lo avrebbe fatto subito, no ?
Crollai a terra.
Il dolore pervase tutta la mia gamba, che continuava a sanguinare interrottamente.
Il mio cellulare cadde a pochi metri di distanza.
- Lauren... Tu avevi detto che... - dissi tra i singhiozzi, afferrando la mia gamba, per il troppo dolore - Mi fidavo di te, Lauren... -
Alzai lo sguardo e vidi il suo, gelido, ma al tempo stesso triste e arrabbiato.
Cosa è successo ? Sembrava così sincera prima, quando eravamo al bagno.
Si sedette a terra, in ginocchio.
- Mi dispiace - disse semplicemente.
- Mi dispiace ?! Mi spari ad una gamba e mi dici mi dispiace ?! - urlai, stavolta, dolorante.
- Zitta, porca puttana ! -
Mi arrivò uno schiaffo in pieno viso.
Restai immobile.
- Non ti ho mai fatto nulla... Perché ti comporti così ? - domandai dopo qualche secondo, consapevole di star rischiando.
- Perché se non ti ammazzo mio fratello Chris muore ! - urlò.
Adesso capì le sue ragioni. Anch'io l'avrei fatto se fosse successo con mio padre.
Comparve un lieve sorriso triste sul mio volto.
- Cosa ti sorridi ?! - si incazzò di più.
- Perché sono sola. Sofia e mia madre... Chissa cosa sarà successo - puntai il mio sguardo sul cellulare - invece tu hai ancora una famiglia, hai tutte le ragioni del mondo per proteggerla. - il mio sguardo cadde a terra, davanti a me - Ti invidio. Tu hai ancora una famiglia. Non ti sto dicendo di uccidermi... Ma lo capirei - alzai lo sguardo.
I suoi occhi lacrimavano, ma nonostante ciò manteneva uno sguardo arrabbiato.
- Non nego di aver paura di morire. Ma in fondo sapevo che prima o poi mi sarebbe successo. Nonostante lo sapessi ho continuato a lottare solo per avere almeno un giorno in più di vita. - mi fermai, a causa del dolore insistente sulla mia gamba - Uccidimi. -
Stavolta afferrai il suo braccio, puntandomi la pistola.
- Uccidimi tu perché io non ci sono mai riuscita. -
Chiusi gli occhi.
Forse non li avrei mai più aperti.

Live or die ? ➳ CamrenWhere stories live. Discover now