Capitolo 3: il ballo pt.1

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Una berlina nera si fermò davanti all'enorme villa e due ragazze scesero dalla macchina con grazia. Reaper chiuse la portella dietro di se e cominciò a guardarsi intorno. Aspettò che l'automobile fosse ripartita e che Elliot fosse accanto a lei per avviarsi attraverso il viale alberato che portava alle reggia. Elliot camminava goffamente, tirandosi su ogni due per tre il vestito che le stava abbastanza largo all'altezza del seno. Reaper si girò e la guardò per qualche secondo e non poté non alzare gli occhi al cielo a quella vista.

- Puoi smetterla e comportarti con un po' più elegantemente? Ci farai scoprire subito.

- Scusa tanto se mi hai trascinata qui contro la mia volontà e mi ha vestita come una bambolina di ceramica. Non sono in alcun modo abituata a questi vestiti sono scomodissimi.

- non lo sarebbero se avessi il seno un po' più grande. Il mio vestito ti sta largo, è per questo che ti da fastidio.

Elliot assunse un aria offesa e seguì in silenzio la ragazza squadrandola di sottecchi. Le due ragazze varcarono la porta di ingresso semiaperta ed entrarono in un enorme salotto rumoroso traboccante di gente. Un cameriere le salutò con un inchino e prese con educazione i loro cappotti per poi sistemarli in una stanza su degli appendiabiti. Elliot confusa dalla situazione continuava guardare Reaper che però sembrava tranquilla e sicura di se stessa.

- Elliot.

- Si?

- Calmati. Fai un respiro profondo e pensa a divertirti, la missione per te è facile, devi solo dirmi dov'è. Ricorda che da adesso in poi io sono Julienne Besnard e tu Jeanne Weber.

- Certo.

- Ora vai in bagno e accendi la ricetrasmittente nell'orologio, così possiamo iniziare.

Elliot si guardò intorno e si avvicinò ad uno dei camerieri che le fece un gran sorriso.

- Ha bisogno di qualcosa signorina...?

- Weber, grazie. Vorrei sapere gentilmente se sa dirmi dov'è il bagno.

- Certo. In fondo alla stanza c'è un corridoio, è la terza porta a destra.

Elliot avanzò lentamente verso il corridoio, guardandosi i piedi cercando di non cadere dai tacchi.

Intanto dall'altro lato della stanza Alien si sistemava l'auricolare e osservava la massa di persone in cerca del proprietario di casa e di un possibile nemico.

< Hey.. Hey mi senti?>

- Ti sento forte e chiaro, Net Monster.

< Molto bene. Dov'è Mad butcher?>

- è qui di fianco a me. Sta sorseggiando del vino e parlando con una barista.>

< Questo non mi interes... va beh lasciamo perdere. Se il nostro rivale si farà vivo oggi, è probabile che lo faccia mentre stai per uccidere il signor Harlow così da prenderti di sorpresa. Fai un giro della casa, osserva le pareti, i quadri... questo assassino è anche un hacker è probabile che abbia messo delle telecamere. Sii discreto, lascia Mad butcher a sorseggiare il tuo vino, fai finta di non conoscerlo, lui interverrà solo in caso ci fossero problemi. Comunque in caso lui trovasse il mercenario prima di te, sa già cosa fare, ti avviserà in qualche modo ma la missione è tua, lui ti aiuterà solo a catturarlo in caso riscontrassi delle difficoltà. Capito tutto?>

- Certo, ora vado.

Il ragazzo cominciò a girare per il salotto, salutando uomini e donne di alto rango e presentandosi come il figlio di un grande proprietario terriero. Ad un tratto la sua attenzione venne attirata da una piccola ragazza dai capelli castani che indossava un vestitino bianco con una bellissima gonna di tulle e le maniche in velluto. Era un esserino così impacciato e allo stesso tempo dolce e delicato che Alien ne rimase estremamente sorpreso. Usciva da un lungo corridoio sorridendo alcuni invitati ma cercando di avanzare senza essere troppo scortese con le persone che la circondavano. Il ragazzo con un filo di voce sussurrò al piccolo microfono nella giacca.

- Net... abbiamo un problema. Codice 3.

<CODICE 3, SEI SERIO?! PROPRIO ADESSO? NON AVEVAMO UN CODICE 3 DA PIÙ DI 5 ANNI, NON AVEVI GIÀ PROVATO TUTTE LE EMOZIONI ESISTENTI, COME FAI AD AVERNE PROVATA UN ALTRA PER LA PRIMA VOLTA?>

-Io... n-non lo so, ma non l'avevo mai provata prima e-e è fortissima.

< Non fare cazzate, NON PROVARCI NEMMENO, o giuro che ti ammazzo!>

Ma ormai il ragazzo si muoveva in direzione della piccola Elliot che appena lo vide arrivare sbiancò come un lenzuolo.

- Buona sera signorina, l'avevo vista dal tavolo bar e volevo solo dirle che mi sono sorpreso di quanto lei sia incantevole.

- Oh... grazie mille signor...

- Che sbadato, non mi sono nemmeno presentato. Mi chiamo Kim Taehyung e sono il primogenito della famiglia Kim, grandi proprietari terrieri, ne ha mai sentito parlare?

- Mi deve scusare per la mia ignoranza a riguardo ma non avevo mai sentito nominare questo nome. Ora scusate la mia maleducazione, ma devo proprio andare.

- Aspetti... si lasci offrire un buon vino, sono un grande amico del proprietario di casa sicuramente posso farle assaggiare le bevande migliori.

- Va bene... accetto, ma bevo solo un sorso, una mia amica mi aspetta con ardore.

Elliot si fermò a guardare intensamente Taehyung mentre versava elegantemente un po' di Pomerol Petrus nel suo bicchiere. Se non fosse stato un pazzo psicopatico serial killer avrebbe potuto anche vederlo come un ragazzo affascinante e gentile pensò Elliot ammirando i lineamenti dolci del viso e le spalle mascoline di Alien. Ad un tratto una donna spinse per sbaglio il braccio Taehyung che versò accidentalmente il vino sull'orologio di Elliot.

- Oh cavolo... quanto mi dispiace, non volevo...

Il ragazzo cominciò a tamponare l'orologio con un fazzoletto con scarsi risultati.

- t-tranquillo non è nulla...

Nel frattempo Reaper aveva cominciato a preoccuparsi e si guardava attorno nervosa. Ad un tratto li vide, seduti al tavolo bar, Elliot visibilmente a disagio. Guardando la stanza con circospezione, si sistemò il coltello sotto la gonna e avanzò sicura verso i due. Un ragazzo però comparve nel suo campo visivo e si frappose tra lei e il suo obbiettivo.

- Buona sera, lasci che mi presenti... mi chiamo Jimin, Park Jimin.

KILL HIM|| Park JiminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora