The Silent Girl

Capitolo 2

"Signorina Janson, quest'anno non ci sono state richieste di adozione per lei, così come gli ultimi 13 anni, la sua camera d'alloggio resta sempre la 28 del settimo corridoio, la preghiamo di inserire una firma per cominciare il nuovo anno"

presi la penna dalla lucida scrivania della Signora Rachel, la rappresentante del "Vilain Petit Canard", l'orfanotrofio che mi ospitava da ben 13 anni.

Era la tredicesima volta che mi trovavo lì, in ufficio, seduta davanti quella scrivania, con quella penna in mano e quel documento sotto gli occhi.

Mi chiedevo quante altre volte avrei dovuto rifarlo, quanti altri anni avrei dovuto passare sempre allo stesso e identico modo.

Era davvero orrendo svegliarsi la mattina e sapere già tutte le cose che avrei fatto durante quella giornata.

Come leggere un libro ricordando tutte le pagine a memoria,che senso ha?

"Signorina Janson, è da maleducati farmi aspettare così tanto" le parole della Signora Rachel mi riportarono alla realtà.

Spostai lo sguardo sul foglio, impugnai bene la penna e feci per scorrerla sul documento.

La poggiai delicatamente sulla scrivania ormai meno lucida di prima, con qualche ditata abbastanza visibile sulla sua superficie. 

"Si accomodi pure fuori, signorina"

Spostai indietro la sedia fredda dell'ufficio e mi alzai con uno scatto, provocando un sottile rumore che ruppe il silenzio della stanza.

Con qualche passo felpato mi ritrovai fuori dall'ufficio e mi fermai ad osservare dalla finestra lì vicino due signori caricare in auto un piccolo bambino dell'orfanotrofio.

L'auto partì e gli occhi verdi del piccolo bimbo incrociarono i miei, impassibili.

Tornai in camera, mi accovacciai sotto il vecchio piumone del mio letto, con le braccia strette alle ginocchia e le lacrime lungo le guance rosse e accaldate.

Mi sentivo sempre più sola.

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