Capitolo venti.

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Derek

Furono giorni molto duri per me e per l'intero branco, la mia rabbia non aveva fine ed il mio unico obbiettivo era di trovarla e riportarla a casa, mettere un punto a tutta quella storia facendole così capire che il suo posto era in questo branco, che la sua famiglia eravamo noi, ma soprattutto che il suo posto era accanto a me ed a nessun altro.
Se io ero intrattabile ed ogni membro del branco facesse di tutto per evitarmi – compreso Tyler, con cui avevo sempre avuto un ottimo legame, ma questa volta esitava a farmi da spalla, il mio Lupo lo era ancor di più. Avevo capito grazie a lui cosa stava passando la ragazza a mia insaputa, mi stava riservando lo stesso trattamento che, probabilmente, la Lupa di Denise stava riservando a lei.
Mentre Lydia, Stiles, Scott, Theo, Liam, erano tornati a scuola io mi ero categoricamente rifiutato, dopo le prime due settimane dalla sua scomparsa le cose stavano ritornando piano piano alla normalità, cosa che aveva fatto infuriare ancor di più il mio Lupo e me. Peter aveva ripreso con gli allenamenti al branco solo dopo un mese dalla sua scomparsa, lasciando spazio solo un'ora al giorno alla sua ricerca, mi rendevo conto che tutti stavano perdendo sempre di più le speranze e ciò mi aveva mandato su tutte le furie.

«Il legame con Denise si è spezzato.» – Quella frase mi aveva perseguitato in tutti i sogni che facevo, ogni qualvolta chiudevo gli occhi mi risuonava in testa la voce di Peter e davanti l'immagine della ragazza.
«Non... non può essere.» – La mia voce tremante fece capolinea finalmente nella stanza. Peter mi riservò un'occhiata di cui non riuscii a decifrarne il significato.
«Con la distanza?» – Lydia era incuriosita da questa storia, ed io avevo solo voglia di picchiarla per questo.
«Solamente un modo esiste per spezzare il legame dato da un marchio...» – Sospirò guardandomi, non era affatto sicuro di continuare e probabilmente non voleva vedermi nuovamente incazzato, ma lo intimai a proseguire, dovevo sapere. «Il marchio che ha fatto Derek non aveva il consenso dell'Alfa del branco, ed è facile toglierlo. Denise è andata via dal branco e probabilmente ne ha trovato un altro... qualcuno l'ha marchiata con il consenso dell'Alfa, o forse proprio un'Alfa l'ha fatto, annullando così quello di Derek. Se quest'ultimo l'avesse fatto con il consenso del proprio Alfa, non si sarebbe potuto cancellare in alcun modo.» – Sospirò.
«Non può essere... no. No.... no.» – Furono le uniche parole che riuscii a dire mentre sentivo il mio corpo venir meno.
«Derek... voi siete compagni, l'hai marchiata per primo ed anche non avevi il consenso del tuo Alfa, questo è abbastanza.» – Non riuscivo a capire le sue parole né avevo la forza di farlo, alzai il viso incontrando il suo.
«Cosa intendi?»
«Quel tipo di marchio, può durare relativamente poco. Settimane, forse. O anche meno, tempo poco e sparirà. Si chiama Marchio Temporaneo, se non lo rinnoveranno il vostro legame tornerà esattamente come quello di prima. Credi che basti così poco per spezzare il legame di due anime gemelle?»

Quello che avevo scoperto aveva scaturito così tanta rabbia in me che mai e poi mai avrei pensato di provare, avevo abbandonato completamente scuola ed allenamenti per trovarla, sembrava però tutto inutile.

«Devi pensare anche a te stesso, Derek.» – Ero seduto in mezzo al prato a fissare le stelle, l'unico metodo che avevo per tranquillizzarmi. Da quando mia madre era morta, quello era il metodo che utilizzavamo io, Tyler, Liam ed anche Denise per comunicare con lei. Ci aveva insegnato questo, se vuoi comunicare con qualcuno che non c'è più o troppo lontano fallo con le stelle. Se la persona non c'è più sarà lassù, se è troppo lontana è sotto il tuo stesso cielo. E quella notte avevo bisogno di parlare sia con qualcuno che non c'era più e con qualcuno decisamente troppo distante da me.
«Cosa intendi?» – Risposi a mio zio con voce sprezzante, ancora non l'avevo del tutto perdonato per tutta la storia precedente.
«Devi piano piano riprendere in mano la tua vita; avere un sonno regolare, non saltare i pasti, riprendere con la scuola ed a studiare, riprendere i tuoi allenamenti, piano piano... con questo non sto dicendo di dimenticarla o lasciarla al suo destino, ma iniziare anche a riprendere in mano la tua vita. Tornerà, non potrà stare troppo lontano da te. O probabilmente sarà la sua Lupa a trascinarla da te.» – Per quanto avesse ragione, la rabbia salii in me. Non potevo né volevo far tornare la mia vita com'era prima, almeno non finché lei non ne facesse di nuovo parte.
«Per te è fin troppo semplice parlare così, non sei tu che hai perso la tua Mate.» – Non dovevo rispondergli così e solo dopo aver pronunciato quella frase mi morsi la lingua. L'uomo davanti a me si alzò di scatto posando i suoi occhi ora rossi su di me.
«Non parlarmi mai più in questo modo impertinente. Tu sai benissimo che so cosa vuol dire, lei è scappata di sua volontà, Derek. È scappata perché posso solo immaginare cosa le hai detto quel giorno!» – Ringhiava ed io rimasi solo zitto, per una buona volta. «Patricia invece è morta. Tu sai quanto l'amavo, e sapevi benissimo che era incinta. Quindi sì, so cosa significa perdere la propria Mate. La differenza fra me e te, però, che io non l'ho fatta scappare. E si dia il caso, che Denise nel suo grembo porti mio figlio, e la storia per me è molto più dolorosa che per te. Io la sto rivivendo per la seconda volta. Esci da fare il ragazzino e concentrati non solo sul tuo dolore ma anche su quello degli altri; io ho perso mio figlio, Tyler e Liam hanno perso la loro sorella, Lydia sua cugina e la sua migliore amica, e tutti gli altri membri del branco una compagnia. Anche gli altri ci stanno male, mammoletta.» – Senza aspettare una mia risposta mi girò le spalle tornando dentro.

Mi lasciò da solo con i miei pensieri, tutta la rabbia che avevo provato nell'ultimo mese era completamente sparita, e solo in quel momento mi resi conto di quanto fossi stato egoista.
Peter mi aveva raccontato per filo e per segno quello che c'era scritto nella lettera che la madre le lasciò, quel che pensava Denise, tutti i suoi dubbi, le sue difficoltà, le sue paure e le lotte contro la sua stessa Lupa. Sembrava che il karma mi avesse punito per ciò che le avevo detto, ed ora stavo passando esattamente quello che lei aveva passato. Senso di colpa, rabbia, tristezza, solitudine, impotenza. Avevo ferito lei facendola scappare, ora stava soffrendo l'intero branco, avevo riaperto a mio zio una ferita molto profonda facendolo rivivere un terribile dejavù. Ora lei era la fuori, chissà dove e... per colpa mia?

Il filo rosso del destino. Where stories live. Discover now