<<Beh, quindi...>> disse Chat Noir, comodamente appollaiato sulla scrivania di Marinette.
<<Chi è questo ragazzo che ti piace?>>
Marinette arrossì e si spinse via sulla sua sedia dotata di rotelle.
<<Piantala>> rispose con un mezzo sorriso.
Chat Noir le balzò davanti. <<Dai, dimmelo!>> insistette.
<<No!>> gridò lei con le mani davanti al viso.
<<Dai!>>
<<Ti ho detto di no!>>
<<Uffa>> sbuffò lui.
<<Tanto prima o poi cederai.>>
Era da un po' che i due avevano cominciato a frequentarsi, naturalmente senza la minima idea di vedersi anche quotidianamente a scuola o durante i combattimenti.
Chat Noir tornò a distendersi sulla scrivania e Marinette si rimise a disegnare.
Dopo alcuni minuti, la ragazza alzò il quadernetto con aria soddisfatta. <<Ecco, ho finito!>> esclamò. <<Ti piace?>>
Lui si mise a sedere e guardò il bozzetto genuinamente meravigliato. Era un semplicissimo vestito da donna, azzurro con delle sfumature blu, spalline larghe e gonna al ginocchio.
Il ragazzo si stese di nuovo, stiracchiandosi in avanti, e chiuse gli occhi.
<<Sei strabiliante, Mari. Diventerai di sicuro una bravissima stilista>>
Lei appoggiò il mento sul palmo della mano e si mise a giocherellare con la coda del ragazzo.
Chat Noir si mise a fare le fusa, ma la ragazza non si stupì più di tanto; c'era abituata, oramai.
Poi lui socchiuse gli occhi per guardare Marinette senza farsi vedere.
È proprio bella, pensò.
Anche con i capelli scompigliati, il pigiama e le occhiaie, era bellissima ai suoi occhi.
Si tirò su, attirando su di sé lo sguardo di lei.
<<Senti...posso farti una domanda? Una...una domanda seria?>>
<<Certo>> rispose Marinette assumendo un'espressione neutra.
Lui deglutì.
<<Il ragazzo...beh...quel ragazzo che ti piace, non è che per caso è Luka?>> domandò arrossendo.
La ragazza ridacchiò e gli accarezzò i capelli.
<<No, sciocco gattino, come puoi pensarlo?>> gli disse.
Chat Noir si sentì talmente sollevato che non poté fare a meno di sospirare, e Marinette se ne accorse.
Lui si sdraiò nuovamente, rincuorato, riprendendo a dormicchiare.
Poi lei aggiunse sottovoce, in modo che lui non potesse sentirla: <<Sai, in realtà sei tu...>>
