Chapter 1

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La gente è il più grande spettacolo del mondo. E non si paga il biglietto

Charles Bukowski

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-Giulienne's Pov-

Il caso che mi fu assegnato diventò una vera e propria ossessione, ci lavoravo giorno e notte. Alcuni ragazzi chiedevano aiuto al professore, a differenza loro facevo difficoltà a chiedere aiuto come nell'esprime i miei sentimenti, zia Mel diceva che ero troppo rigida che dovevo sciogliermi un po', diciamo che non era molto facile per me fidarmi delle persone,non volevo mostrarmi debole agli occhi di nessuno.

"Diamine" lanciai la penna sulla scrivania distendendomi a poco a poco sulla sedia, cominciai a fissare lo schermo del mio portatile inebetita, non c'era un cazzo di niente su questo tizio, era un fantasma. Oltre a qualche magagna giovanile non c'era assolutamente nulla che valesse la pena appuntare o che mi portasse su una qualche pista da seguire,allora dove avevano preso tutte le informazioni presenti nella cartella? L'unica risposta era che tutto ciò che era riportato in quei documenti erano tutte cose ipotetiche, che purtroppo non gli furono mai attribuite.

Sbuffai alzandomi dalla sedia, decisi che era ora di uscire,magari prendere un po' d'aria mi avrebbe schiarito le idee, girovagai per il campus senza una meta precisa, "sei una tosta tu" questa voce che oramai avevo imparato a conoscere mi ridestò dai miei pensieri "professor Roberts! Salve" gli risposi con aria frastornata, lui si accorse della cosa e sorrise "venga con me le offro qualcosa da bere e magari facciamo anche due chiacchiere" la cosa non mi piaceva per niente, cosa avevo combinato adesso? Non ricordavo di aver fatto qualche stupidaggine eppure il professore voleva parlarmi, eh che diavolo! Ero lì da qualche giorno e già mi facevo richiamare.

Arrivati al bar del campus ci sedemmo ad un tavolino vicino una finestra " professor Roberts qualsiasi cosa io abbia fatto giuro che non era mia intenzione, frequentare questo college per me è importante la prego non mi faccia cacciare" le parole mi uscivano come un fiume in piena, non avevo più il controllo sulla mia bocca.

Lui mi guardò intenerito dal fatto che fossi così agitata "si fermi..si fermi ho capito,lei non ha combinato nulla" a sentire quelle parole mi fermai di colpo e le ultime frasi che stavo per dire mi morirono in gola " ah no?" ero sorpresa, e allora che ci facevamo lì? Lui mi sorrise e continuò "volevo parlarle del suo caso, visto che non è lei a venire da me ho deciso di venire io da lei, se il suo problema è l'approccio o la mancanza di fiducia nei miei riguardi vorrei che la cosa si risolvesse subito" le sue parole mi presero in contropiede, ma fu la mia curiosità a parlare " cosa abbiamo in comune io e questo King? Cioè prima vorrei dirle che non ho nessun problema con lei, il problema sono io, il mio carattere troppo introverso non mi permette di approcciarmi ad altri con la massima tranquillità" quando stava per rispondermi arrivò la cameriera a prendere il nostro ordine, " per me un caffè" risposi, lui a sua volta prese la stessa cosa, una volta che la cameriera si allontanò la sua attenzione ritornò su di me "cara Giulienne sono molto contento che il problema non sia io, ma penso anche che deve abbattere questo muro, le serve a poco. Tornando al caso che le ho assegnato, non posso rispondere alla sua domanda le svelerei tutto, in pratica le faciliterei il lavoro, posso solo dirle che il suo è il caso più difficile".

Lo guardai perplessa " mi scusi, ma non è molto equa la cosa, perché il caso più difficile lo assegnate ad una matricola del primo anno? Perché proprio io?", lui guardò la tazza di caffè che la cameriera aveva appena portato, poi riportò la sua attenzione su di me, con sguardo serio disse " perché vedo in lei una giovane promessa, come avrà notato sappiamo tutto su tutti. Ho controllato la sua scheda, si è diplomata con ottimi voti ma non è questo che mi ha convinto, è il mio fiuto, non mi delude mai" mi guardava con un intensità incredibile quasi come a voler fare entrare quelle parole dritte nella mia testa, poi continuò sempre con la stessa intensità il discorso "Poi anche se le sembrerà strano oppure offensivo, lei e questo king , come lo chiama lei, avete più cose in comune di quanto pensa". Improvvisamente si alzò e lasciò i soldi sul tavolo" adesso devo andare, mi raccomando non si faccia prendere dall'orgoglio e venga da me se ha qualche perplessità, non le potrò dire molto ma posso indirizzarla verso la strada giusta, sarà una crescita per entrambi" detto questo,mi lasciò lì con i miei dubbi che lui non aveva fatto altro che alimentare, però mi sentivo ancora più carica, dovevo saperne di più.

Paradiso+InfernoWhere stories live. Discover now