[due]

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Quel giorno è arrivato.

Diciassette anni e sempre lo stesso schifo.

Mi sento ridicola, patetica, umiliata, costretta a entrare in un vestito che non mi fa respirare.

Mi stringe la pancia e i fianchi, immagino che se mi mettessi a mangiare finirei per strappare la stoffa.

Mia madre non fa che andare avanti e indietro per la casa da questa mattina, senza sosta, urlandomi dietro come una pazza cose che non ho intenzione di ascoltare e che secondo lei dovrei fare per forza.

Lei vuole che indossi dei sandali bianchi con la zeppa, ma se lo può scordare, le mie vecchie converse con le borchie sono l'unica cosa che posso decidere di indossare e nessuno mi fermerà.

Mi guardo allo specchio e vorrei sprofondare.

Perché nessuno mi capisce?

Perché non capiscono quanto io sia ridicola e tremendamente patetica conciata in questo modo?

Sembro una barbie grassa, ma senza la perfetta pelle di plastica e piena di imperfezioni e graffi.

Nessuno li vede, eppure a me sembrano messi in risalto dalle carnagione chiara, sono contornati di rosso, come si fa a non notarli?

Sono fragile, insicura, sto crollando e nessuno se ne accorge, o forse sono brava a fingere, dovrebbero darmi l'oscar per la recitazione.

Arriverà il giorno in cui guarderò il mio riflesso e mi sentirò carina?

Vorrei spaccare lo specchio per non potermi più vedere, per non vedere quanto sono inguardabile, ma mi porterei dietro sette anni di sfortuna, forse non è il caso di farmi ancora più male di quanto già ne soffro.

"Tesoro, sei pronta?"

Mia madre e la sua voce stridula che urla, insopportabile.

Sto per scendere, sperando di cadere e storcermi una caviglia per stare chiusa in camera tutto il giorno, quando la sento aprire la porta di ingresso.

"Oh ciao, caro, quanto sei cresciuto!"

Ditemi che sto sognando, un incubo che mi perseguita, per favore, non possono reggere altro dolore.

E poi lo sento, la sua voce, inconfondibile, anche se non è più quella del bambino con cui giocavo, ma non può essere di nessun altro se non la sua.

"Salve signora."

Inizia, ma mia madre lo interrompe, come d'abitudine, deve sempre avere l'ultima parola.

"Oh, dimmi pure ciao, ti conosco da quando sei nato! Scommetto che sei venuto per mia figlia vero? È di sopra tesoro, vai a salutarla, ne sarà felice!"

La ammazzo, non me ne frega niente se è mia madre, la strangolo, non può farmi questo cazzo, come si permette?

"Bea, tesoro, c'è Mattia!"

Fanculo, qualcuno mi fulmini in questo istante.

Sono tentata di fare dietro front, di nascondermi, di chiudermi a chiave in camera, ma non riesco, resto immobile, sulle scale e stringo la ringhiera con tanta forza da farmi diventare bianche le nocche della mano.

Lui fa un passo verso le scale e lo vedo, trattengo il respiro, deglutisco e mi mordo il labbro per non scappare.

Ha i capelli scuri scompigliati che gli ricadono sulla fronte, un dilatatore nero all'orecchio sinistro, canottiera bianca aderente, jeans chiari stretti e vans nere.

Alza lo sguardo e mi vede, fa un accenno di sorriso e io cerco di ritornare a respirare.

"Ciao."

Mi dice e vedo che è in imbarazzo, e mia madre ci guarda e ride sotto i baffi.

Vorrei proprio sapere cosa ci trova di così divertente.

"Tesoro fallo salire, così potete parlare con calma!"

Mi fa l'occhiolino e scompare in cucina.

Alzo gli occhi al cielo e sbuffo, mentre lui sorride divertito passandosi una mano tra i capelli e dopo posa lo sguardo su di me e inclina la testa di lato, come per analizzarmi.

Mi sento osservata e non mi piace, odio quando qualcuno mi guarda, soprattuto lui, sembra che voglia entrarmi dentro e sconvolgermi, aprirmi in due e mostrargli l'anima.

Faccio finta di niente e mi giro, con ancora i suoi occhi addosso e mi dirigo verso la mia stanza con l'intenzione di chiudermi dentro.

Non voglio nè vederlo nè parlargli, mi ricorda i bei tempi felici passati insieme e non voglio farmi vedere debole e fragile davanti a lui, non più.

Perché non ha aspettato la festa per mettermi in ridicolo con i suoi amici?

Vuole prima vedere quanta resistenza ho prima di crollare?

Lividi nel cuore.Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum