Fingertips

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Contesto: Post "Down Under", fanfiction per il fandom Yu-Gi-Oh! Zexal. 
Avvertenze: Sono presenti personaggi principali e secondari ancora non comparsi nella storia.



Le sue dita correvano leggere ed aggraziate sulla tastiera del pianoforte a coda. Lui, che non aveva mai imparato a suonarlo, le guardava ammirato eseguire staccati e trilli con la sicurezza dell'allievo esperto e si divertiva ad inseguirle come poteva. Nell' insieme, producevano un suono giocoso, ondivago, poco armonizzato, quasi privo di logica ma non di bellezza, con le mani diventati all'improvviso dei gattini curiosi che passeggiavano sui tasti. Ha un che di naturale, come l'acqua che scorre in un greto sassoso, aveva detto poco prima Byron sorridendo. Poggiati sul leggio, poveri tapinelli, gli spartiti impolverati chiedevano attenzione.

Quando ritenne che il gioco fosse durato abbastanza, Hoshiko si rivolse finalmente a loro: raddrizzò la schiena, alzò il mento, richiese il vuoto ed, una volta ottenuto, cominciò a suonare. Di fronte ai suoi occhi scorrevano chiare, in un vortice d'inchiostro, le note della Barcarola Veneziana di Mendelssohn, che sotto il suo tocco dedito si trasformavano in soffici note.

Michael rimase a guardare e ad ascoltare, rapito dalla melodia melanconica, e a suo padre si inumidirono gli occhi. Non osò pronunciare quel nome sottovoce, ma lei sembrò aver capito comunque, perché le sue mani, arrivate a metà brano, si bloccarono. E come faceva sempre quando la presenza della madre defunta aleggiava sulla sua testa, abbassò la testa.

Lacrime amare cominciarono a bagnare l'avorio dei tasti. Lui le conosceva bene, erano le lacrime della madre arida: quello era stata Hoshiko per tutti loro in quell'anno di studio, che con rapida efficienza li aveva guidati tra gli scogli della grammatica greca e latina, senza pretendere né mostrare nulla per quel suo ruolo d'insegnante. Ma anche la terra arida dava frutti, erica e bassi arbusti di mirtilli: si doveva solo avere il coraggio di aspettare e di esplorarla fino in fondo. E lui, che con la brughiera aveva avuto spesso a che fare, sapeva che bastava, in quel caso, una cosa semplice come un abbraccio per calmarla ed apprezzarla.

E così fece, carezzandole schiena e capelli con la punta delle dita.



Hanabira, ovvero Le storie nel cassettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora