«Io credo che al tuo posto sarei svenuta, Roy».
Miriam era al mio fianco, a coprirsi il viso con le mani dall'ansia al solo pensiero di Uriel e Raphael vicini ai loro protetti... Uhm, avevo decisamente fatto bene a non dirle nulla del mio nuovo amico.
«E questo non è niente» continuò lui. «L'arcangelo Raphael ha preso Jonas tra le braccia e il mio protetto ha iniziato a urlare e sanguinare molto più di prima. Ero così spaventato che non riuscivo a ragionare, non potevo fare altro che affidarmi a loro».
Mi accorsi che la sua fidanzata stava stringendo più forte la sua mano come per rassicurarlo. Perché erano tutti così spaventati? Non capivano che gli arcangeli stavano per sistemare tutto?
«Lo hanno aiutato davvero?» chiese uno dei bambini che non conoscevo.
«Sì, ma all'inizio hanno fatto peggiorare la sua ferita alla schiena. L'arcangelo Raphael continuava a muoverlo nonostante Jonas stesse urlando dal dolore, gli diceva di restare calmo e allo stesso tempo gli faceva sempre più male».
Stava tremando al solo ricordo. Doveva essere stata un'esperienza orribile, per lui...
«Ho provato ad allontanarlo dal mio protetto, ma il piccolo arcangelo me lo ha impedito. Si è messo in mezzo a noi e mi ha detto di fermarmi con una voce autoritaria che un bambino non dovrebbe permettersi, senza mai battere ciglio davanti alle grida di Jonas. Purtroppo non si può disobbedire agli arcangeli, e sono dovuto restare a guardare mentre Raphael...».
Non riuscì a continuare. Eravamo tutti ammutoliti, me compresa. Davvero l'arcangelo Raphael ignorava il dolore del loro protetto? E perché anche Uriel era rimasto impassibile e aveva perfino ostacolato Roy?
Trovai gli occhi di Abel a fissarmi, pieni di preoccupazione. Mentre tutti erano presi dal racconto, lui mi venne accanto e mi sussurrò all'orecchio.
«Non preoccuparti, di sicuro c'è una spiegazione».
Strinse la mia mano e io ricambiai la stretta per ringraziarlo, ma non bastò a calmarmi. Si vedeva benissimo che quel ragazzo stava dicendo la verità.
«Eppure, alla fine Jonas stava bene» riuscì a riprendere dopo un po'. «Anche se in modo brutale, alla fine gli arcangeli hanno curato le sue ferite. Appena è riuscito a camminare di nuovo ci hanno condotti dove avevo inutilmente provato ad aprire un varco, e lì ho visto fare all'arcangelo Raphael qualcosa di impressionante: ha posato una mano sulla roccia più grande, poi il suo corpo si è illuminato e... dovete credermi, la roccia si è frantumata come se fosse stata colpita da qualcosa di gigantesco».
Compresi con un sussulto cosa intendeva Uriel, qualche giorno prima, con "far esplodere l'energia" e cosa aveva imparato a fare a soli undici anni. Adesso ero io ad avere i brividi, mentre tutti gli altri sembrarono entusiasmarsi per la potenza di quel colpo.
«Ci hanno fatto strada fino al fondo della valle. Faceva freddo ed eravamo stanchissimi, ma ci hanno costretti a restare lì fino all'arrivo dei soccorsi, anche se avrei evitato volentieri al mio protetto di finire di nuovo in ospedale. E beh, non abbiamo mai più fatto un'escursione» tentò di sdrammatizzare, ma con ben poco successo. «Ci siamo trasferiti in un paesino in pianura e quella si è rivelata la migliore strategia per farlo riprendere».
Non riuscii a seguire il resto del suo racconto. Restai in silenzio, con lo sguardo fisso sull'erba, ad aspettare con ansia di tornare indietro per poter chiedere spiegazioni ad Uriel. Poi, appena arrivammo nella nostra valle, pregai Abel di accompagnarmi da lui.
*
Uriel per fortuna era nel bosco, sdraiato a riposare accanto alla riva. Quando ci vide capì subito che qualcosa non andava, ma in realtà Abel era abbastanza tranquillo, ero io quella più scossa.
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My Archangel
FantasyIn un mondo parallelo al nostro, simile ad un paradiso terrestre, vivono angeli dalle candide ali molto più simili agli esseri umani di quanto potremmo immaginare. Ogni angelo trascorre la sua vita in tranquillità, attendendo con ansia di poter inc...
