Capitolo sette.

39 12 2
                                    

Federico.

La notte prima non ero riuscito a dormire, troppo spaventato da ciò che oggi mi avrebbe atteso.
Ero stato fino alle tre a leggere un libro di Daniel Pennac, il mio scrittore preferito, e poi avevo iniziato una nuova serie tv su Netflix.
Ero stanco morto ed in questo momento desideravo soltanto stare da solo ad ascoltare musica ma non potevo saltare un giorno di scuola perché altrimenti i miei genitori avrebbero avuto la conferma che avevo veramente qualcosa che non andava.
La sera prima, a tavola, avevano tirato fuori il discorso, chiedendomi come mai ultimamente fossi così strano ma io avevo detto loro che ero semplicemente molto stanco e stressato dato che mi stavo preparando per un compito molto importante.
Mia sorella Zoe mi aveva lanciato un'occhiata confusa ma aveva lasciato perdere e, fortunatamente, non mi aveva fatto ulteriori domande.
Era novembre e, quando uscì di casa, il freddo mi fece rabbrividire e mi costrinse ad allacciare la giacca che portavo.
Mia sorella era al mio fianco mentre andavamo verso la fermata ma era molto taciturna, sembrava nervosa.Continuava a mangiucchiarsi le unghie mentre sbatteva in continuazione le palpebre ed inoltre questa mattina mi aveva costretto ad uscire un'ora prima dicendomi semplicemente che doveva incontrarsi con una sua compagna di classe.
"Zo, stai bene?" le domandai incuriosito e leggermente preoccupato.
"Eh, cosa?Io?Ah si, tutto okay", la sua risposta non mi convinse ma lasciai perdere e continuai a camminare, oggi a casa avrei riprovato a parlarle ed a chiederle cosa c'era che non andava.
Quando arrivammo a Predappio, Zoe si incamminò verso un bar dove avrebbe dovuto incontrarsi con la sua amica, mentre io andai in un parchetto che si trovava vicino scuola.
Scrissi un messaggio a Damiano chiedendogli se sarebbe riuscito ad arrivare a scuola un po' prima del solito e lui mi rispose che entro trenta minuti sarebbe stato lì.Bene, almeno non sarei stato da solo tutto il tempo.
Per ingannare il tempo mi sedetti su una panchina mezza rotta, infilai le cuffiette , feci partire la mia solita playlist ed iniziai a leggere una storia su Wattpad.
Nel momento in cui avevo appena finito di leggere il trentunesimo capitolo della storia, Damiano mi scrisse di essere arrivato a scuola e io mi alzai dalla panchina e, in pochi minuti, lo raggiunsi.
Una volta che ci fummo incontrati, ci sedemmo sul marciapiede davanti alla scuola ed iniziammo a chiacchierare.
Io e Damiano ci conoscevamo dalla nascita perché le nostre mamme erano migliori amiche dalle elementari ed eravamo praticamente uguali: ci piacevano le stesse cose, parlavamo delle stesse cose, ascoltavamo le stesse canzoni, praticavamo gli stessi sport, la nostra materia preferita era inglese ed entrambi odiavamo il pesce.
C'era solo una cosa che ci rendeva diversi, e questa cosa era la stessa che quello stupido ragazzo minacciava di rivelare a tutti.
Ero sicuro che Damiano si sarebbe allontanato da me per questo.
Cercai di non pensarci e continuai a parlare del più e del meno, ridendo e scherzando come se fosse tutto normale.
Ma non era così e mai lo sarebbe potuto essere.
Oggi, o al massimo domani, tutti quanti sarebbero venuti a sapere di ciò che cercavo di nascondere e molte persone si sarebbero allontanate da me.
La voce si sarebbe sparsa e sarebbe venuta a saperlo anche la mia famiglia, la quale non sapevo come avrebbe potuto reagire.
Non credevo sarei stato in grado di affrontare tutto ciò da solo e sperai che almeno una persona sarebbe rimasta al mio fianco.
Inoltre, ero preoccupato per Martino.Se si fosse venuto a sapere che anche lui era coinvolto in questa faccenda se la sarebbero presa anche con lui, che ne aveva già passate tante.Anche se diceva che ormai non gli importava più di cosa pensava la gente della sua persona sapevo che, in realtà, Martino era molto fragile.
Non avrei sopportato vedere Martino triste di nuovo.Era già successo qualche anno fa anche per colpa mia ma da quando avevo scoperto come stava realmente quando lo prendevamo in giro avevo smesso e gli ero sempre rimasto accanto.
Inizialmente eravamo semplici amici, ma poi, da quel 13 giugno, tutto era cambiato.

Spazio autrice:
Ehi!Come state?
Scusate se non sono riuscita a pubblicare ma sono stati dei giorni un po' difficili.
Cooomunque ho fame.
Buona domenica,
Sara.

"Forse no"Onde histórias criam vida. Descubra agora