Álvaro Morata [4]

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Alvaro Borja Morata Martín, Chelsea

Spin Off: Alvaro Morata [2]

"Te hai la segatura nel cervello!" Mi urla contro Edin e non posso fare altro che dargli ragione, sono un completo idiota. "Che sta succedendo tra te e lei, Alvaro?" Chiede poi con più calma.

"Abbiamo litigato, per colpa mia." Mi passo una mano tra i capelli frustrato. "Ho fatto un casino." Abbasso la testa fra le ginocchia, seduto su uno dei divanetti nel centro sportivo. "Forse ho rovinato tutto." Ammetto per la prima volta anche a me stesso.

"Dicci tutto, siamo qui per questo." Marcos mi da due pacche sulle spalle, come per farmi capire che nonostante tutto loro ci sono. Ed è proprio quello di cui ho bisogno in questo momento.

"L'ho ignorata per giorni senza un valido motivo, poi mi sono rifatto vivo e lei si è giustamente incazzata. Io non so più che fare, ho così tanta paura." Mi fa male il solo pensiero di poter aver ferito Emily, mi sono sempre comportato da codardo con lei, mentre in cambio avevo attenzioni e conforto.

"Di cosa hai paura Alvaro?" Mi chiede ancora Marcos. Essendo connazionali gli è sempre risultato facile capirmi e consigliarmi. "Rilassati e respira, troveremo una soluzione tutti insieme."

"Non riesco a dimenticare Alice, o meglio, tutto quello che mi ha fatto." La ferita è ancora aperta, ma non perché sia innamorato di lei, non lo sono più da molto tempo, ma il tradimento è sempre nella mia testa e non mi da pace.

"Emily non è Alice, mi sembra di aver affrontato questo discorso diverse volte Alvarix." Eden non ha mai avuto peli sulla lingua, da bravo trascinatore qual'è. Ha sempre sputato la verità in faccia a tutti, spronandoci a reagire. "Non puoi perdere una ragazza del genere, ti fa stare troppo bene per poter rinunciare a lei." Dargli torto è sempre impossibile.

"Che dovrei fare adesso? Non vuole vedermi." Mi prendo la testa tra le mani, è un tale casino. 

"Chiamala e va da lei, non è stupida, starà ad ascoltare ciò che hai da dirle e troverete una soluzione insieme. Lei ci tiene a te, quasi più di quanto tu tieni a lei." Il discorso di Marcos ila liscio come l'olio, tranne per un piccolo ed insignificante particolare. "Va da lei, ora." Mi prende il cellulare e compone il numero della mia, credo, ragazza, passandomelo per parlarci.

Dopo quella sera in discoteca siamo stati praticamente inseparabili. Mi veniva a prendere all'aereoporto dopo ogni trasferta, veniva a sostenermi allo stadio, passavamo tutto il tempo libero a nostra disposizione insieme, finché il passato bastardo non è tornato a bussare alla mia porta, come sto facendo io in questo momento con quella di Emily.

"Oh, ciao Alvaro, è da un po' che non ci vediamo." Mi apre la porta con una delle sue battute sarcastiche. Me la merito tutta, sono stato un deficiente con lei. "Spero tu abbia delle buoni motivazioni, non voglio perdere tempo." Se una cosa non va bene la lascia perdere, non vuole correre dietro ad errori e rattopparli inutilmente.

"Sono qui per scusarmi, e per dirti che sono un vero idiota." Mi siedo sul suo divano con la testa bassa, mentre lei sbuffa contrariata. Tutto questo già lo sa. "So che potresti mettere fine a tutto dopo quello che ti sto per dire, e ci tenevo a ribadirlo." Mi guarda accusatoria, sedendosi sulla poltrona difronte al divano.

"Parla, non girarci intorno." La sua schiettezza, non credo mi abiterò mai a questo lato di lei. "Che hai combinato?"

"Se sono sparito c'è un motivo." Prendo un bel respiro. "Ho ripensato ad Alice e a tutto il male che mi ha fatto, così mi sono spaventato all'idea di poterlo provare di nuovo." Suona da codardi, ed infatti lo sono stato.

"Bella considerazione che hai di me. Quante volte te l'ho ripetuto che io non sono lei." Sbuffa arrabbiata. "Se la ami ancora non perdere tempo con me, non ho le forze di correre dietro a qualcuno che pensa ad un'altra piuttosto che dedicarsi esclusivamente a me." Nel suo tono compare per la prima volta un pizzico di tristezza, vorrei tirarmi un pugno in faccia da solo.

"Io non amo più Alice, da tanto tempo ormai. Per me ci sei solo tu. Solo che non riesco a togliermi dalla testa quanto ci sono stato male. Ho sempre fatto di tutto per lei e non è bastato, ed è tornata la stessa paura, di non bastare per te, di non essere alla tua altezza." La guardo negli occhi e il suo sguardo si è leggermente addolcito, togliendosi di dosso quel velo di tristezza.

"Anche se fosse così sai bene che non scapperei, mane parlerei prima con te per trovare una soluzione. "Scappare non serve a niente." Si alza e viene a sedersi accanto a me. "Se c'è qualcosa che ti turba me ne puoi parlare tranquillamente, sono qui anche per questo." Mi accarezza una guancia con la mano, facendomi sorridere.

"Sei ancora arrabbiata con me?" Scuote la testa e le sorrido ancora. "Sei speciale Emily, non smetterò mai di dirtelo." Mi avvicino a lei e finalmente la bacio dopo giorni interminabili, potendo finalmente godere di nuovo del suo sapore.

Mi sono reso conto che quello che provo per lei va oltre il semplice affetto, oltre la complicità che ci lega. E' qualcosa di estremamente più profondo e travolgente, che va oltre tutto quello che pensavo di poter provare per una persona. E' qualcosa di nuovo, ma mi piace tremendamente.

"Piccola." La richiamo, facendole alzare gli occhi precedentemente fissati sulle mie labbra sui miei. "Ti amo." Le sussurro piano, per la prima volta da quando l'ho conosciuta mesi fa. Sono passato dall'amare ancora Alice a dimenticarla in poche ore grazie a lei, che non volendo mi ha mostrato un piccolo ritaglio della persona meravigliosa qual è.

Lei mi guarda con occhi sbarrati e sorpresi, dopo tutto quello che è successo è decisamente l'ultima cosa che si aspettava di sentirsi dire. Accenna un piccolo sorriso imbarazzato, colta alla sprovvista, facendo sorridere anche me per il suo fare impacciato.

"I-io, non me l'aspettavo." Sorride rossa in viso, rendendosi ancora più adorabile di quanto già non lo sia. "Anch'io ti amo, Alvaro." Parla talmente piano che faccio fatica a sentirla, ma la sua espressione felice dice tutto, facendo andare la mia testa fra le nuvole. 

Di slancio poso di nuovo le mie labbra sulle sue, troppo su di giri per poter ragionare lucidamente. Sentire quelle parole uscire dalla sua bocca hanno scatenato in me una felicità che nemmeno conoscevo, facendomi sentire completo.

"Cosa ho fatto per meritarti?" Le domando mentre entrambi ci sdraiamo sul divano per farci le coccole. Le lascio infiniti baci su tutto il viso, facendola ridere per il solletico fatto dalla leggera barba che non ho tagliato stamattina. "Ti amo ti amo ti amo." Le dico ancora, lasciandole un lungo bacio a stampo, con tanto di schiocco finale.

Mi sorride e si accoccola al mio petto, iniziando a giocare con la manica della maglia che indosso, costringendomi ad accarezzarle i capelli. E' una cosa che la menda letteralmente fuori di testa, fa quasi le fusa.

"Rimano qui, stanotte." Suona più come una preghiera che come una domanda, facendomi sorridere per tutta la sua innocenza.

"certo amore mio." Chiamarla così e meno strano di quanto pensassi, e sembra non dispiacere nemmeno a lei, notando il sorriso che va da una parte all'altra del viso.

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