III

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La donna, circa quarant'anni, alta e con una lunga coda di cavallo marrone, occhi aquilini e pungenti e con un sorriso forzato, ci fa segno di tacere e dopodiché inizia a parlare con una voce autoritaria:

- Salve sedicenni, sono la dottoressa Kira e vi do il benvenuto! Tutti sapete perché siete qui: avete raggiunto l'età per la riassegnazione e quindi dopo questo giorno ognuno di voi saprà quali sono le sue vere potenzialità e il suo ruolo nella società. A nessuno è stato però spiegato qual è il vero procedimento del test, questo perché è segreto e se così non fosse l'esito ne risulterebbe danneggiato: infatti qualcuno astutamente non esiterebbe a mentire riguardo le proprie potenzialità solo per poter restare con un amico nella stessa cerchia di numeri. –

Non potei fare a meno di notare la durezza con cui pronunciò la parola amico... ma non notai solo questo, lei non intendeva letteralmente un amico, ma probabilmente qualcosa di più... allora forse prima delle regole di segretezza qualcuno è riuscito a ingannare la Società e a stare con la persona che ama... chissà che fine hanno fatto, dalla sua voce non penso stiano bene in questo momento, o forse sono riusciti a farla franca? Basta non me ne devo preoccupare, adesso devo solo concentrarmi sulla riassegnazione, il destino deciderà il mio futuro.

– Prima di procedere con il processo – continua Kira – voi tutti dovrete firmare un contratto in cui accetterete di non accennare a nessuno, e con nessuno intendo anima viva, nemmeno a voi stessi ad alta voce, i dettagli del vostro processo personale e dei procedimenti che sono stati utilizzati per capire a quale numero corrispondete. Non potrete dirlo nemmeno ai vostri genitori, o a coloro che sono già stati sottoposti alla riassegnazione, infatti ogni processo e ogni dato di cui disponiamo è differente per persona e persona. Ora prima di procedere ordinatamente lungo le file per firmare vi do un consiglio: non provate a mentire durante il processo, noi sappiamo riconoscere le bugie quando ci vengono dette e anche se non lo daremo a vedere vi terremo d'occhio finché non scopriremo la verità. Se riscontreremo qualcosa di sospetto indagheremo e quando avremo le prove del vostro tradimento il futuro per voi non sarà affatto facile. Prego raggruppatevi in cinque file e tra tre minuti esatti le altre colleghe agli sportelli inizieranno a farvi firmare. -

Il cuore sta martellando all'interno della mia cassa toracica, ogni volta che urta contro le mie costole mi sento sempre più debole; l'unica cosa che vorrei fare adesso è accasciarmi a terra, non so con quali forze riesco ancora a reggermi in piedi... Continuo a pensare al fatto che avrei dovuto dire prima a mia madre di Daniel. Lei avrebbe saputo cosa fare, cosa consigliarmi, ora è tardi e devo fare la mia scelta al più presto... Devo o non devo rivelare quanto sono stata debole? Come ho potuto innamorarmi?! Ho paura che se lo sapessero lo considererebbero tradimento o quantomeno un reato e nel migliore dei casi mi riassegnerebbero ai numeri più alti, nel fondo della società. Ma se non glielo dicessi chissà quali sarebbero le conseguenze... Di sicuro ben peggiori... Nella mia mente si affollano pensieri macabri, con vari scenari di morte che ovviamente vedono me e Daniel come protagonisti, pieni di sofferenza e dolore. In base a quello che mi chiederanno io risponderò con una mezza verità, potrei fare l'enigmatica e non destare sospetti, magari in questo modo verrò considerata furba e intelligente e verrò premiata, magari otterrò un posto tra il milione! Il nome di Daniel torna a farsi strada nella mia mente e ho una certezza, un pensiero repentino che mi è apparso chiarissimo in un istante, senza sapere come:  se sarò costretta a confessare non farò il suo nome, non posso rischiare che lo puniscano per colpa mia, non riesco a pensare che potrebbe essere sconfinato tra gli scarti della Società per colpa mia... No io lo avrei protetto, a costo della mia posizione sociale, dopotutto se non lo facessi il mio non sarebbe vero amore.

Manca un minuto, mi giro e li guardo, i miei due amici, loro hanno uno sguardo determinato, sicuro, al contrario del mio. Chissà se come me si stanno preparando a nascondere un segreto, o magari stanno semplicemente ripassando eventuali risposte programmate nella mente. Sembrano pronti a poter affrontare tutto quello che si cela dopo le signore che devono farci firmare, ma io lo ero? Io lo sono mai stata? Non ne sono più tanto sicura.

- Qualsiasi cosa accada, voglio solo ricordarvi che vi voglio bene, che per me sarete sempre i miei migliori amici. Anche con miliardi di numeri di differenza resteremo gli stessi di prima e vi vorrò bene come in questo momento. Mi avete aiutato in ogni singolo istante della mia vita e mi siete sempre stati vicini. Ringrazio ogni giorno passato con voi e sono felice di essere nata con questo numero,  – e indico l'etichetta elettronica sulla mia tuta - perché vi ho conosciuto e non avrei potuto desiderare di meglio. –

Mi dichiarai a loro come non avevo mai fatto prima, penso che siano sempre stati sicuri dei miei sentimenti e di ciò che loro significano per me, a parte Daniel poiché per lui questo discorso è un po' riduttivo, ma dirglielo esplicitamente è stato diverso, dovevo farlo almeno una volta, prima dell'inevitabile...

Judy mi butta le braccia al collo, ha percepito la mia insicurezza verso il futuro dal discorso in generale ma penso anche dalla mia voce, che non era ferma come al solito... mi abbraccia e sento qualcosa di caldo bagnarmi la tuta, una lacrima le era scesa lungo il viso e anche lei con voce spezzata mi parla: - Mi mancherai Ger, sei sempre stata la mia migliore amica, da quando ne ho memoria, e non vorrei che cambiasse niente tra noi due, anche dopo la riassegnazione. Un numero non riuscirà ad allontanarci e se vorranno farlo dovranno prima passare sul mio cadavere. –

Mentre ricambiavo l'abbraccio, un po' più sicura di prima, non potei fare a meno che rivivere i momenti della mia vita trascorsi insieme a Judy, il primo giorno di scuola, i pomeriggi passati insieme, i pettegolezzi tra ragazze. Non saprei che avrei fatto se non l'avessi più rivista.

- Ragazze questo non è un addio, io sarò sempre con voi, qualunque cosa accada nulla riuscirà a separarci. Voglio bene a entrambe più di quanto immaginiate. Anche se a volte non lo dimostro in fondo siete ciò che per me è più importante. Voi mi siete sempre state fedeli e ho passato i miei momenti migliori con voi e non con altri. -

Mentre Daniel diceva queste parole io lo stavo guardando dritto negli occhi, quei suoi occhi solitamente limpidi e calmi adesso parevano un mare in burrasca, travolti dall'emozione. Mi affretto ad includere anche lui nell'abbraccio. Io, Judy e Daniel. Rimaniamo lì, fermi, a combattere silenziosamente una battaglia interiore, da soli, ma allo stesso tempo insieme.

I tre moschettieri. Questo nome mi balena nella mente, originato dalle storie di mio padre. Tutti per uno, uno per tutti. Un'unica mente, un unico corpo. Uniti. E mentre mi perdo nei miei pensieri, una voce più forte delle altre interrompe il brusio generale.

- Le carte sono pronte per essere firmate, i tre minuti sono conclusi. Prego iniziate ad avanzare. Si aprirà presto un nuovo capitolo della vostra vita, dovrete solo varcare questa porta. Buona fortuna. -

Un sorriso, questa volta sincero appare sul suo volto, ma è beffardo: quella donna si sente al di sopra di ciò che le sta intorno ed è divertita dalla situazione o forse dal potere che ha su di noi e da ciò che presto dovremo affrontare, se ne prende gioco, quasi divertita... e questo mi terrorizza.

Un brivido mi percorre la schiena e muovo il primo passo verso la mia nuova vita.

NUMERIWhere stories live. Discover now