PARTE I- CAP 4

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Arrivata a casa controllai l'ora, erano le quattro e un quarto, avevo tutto il tempo di fare le cose con calma. Presi il computer e guardai "Beyond the lights", uno dei miei film preferiti.
Quando finì erano le sei e mezza, così mi alzai, tirai fuori il vestito dalla busta, tolsi le etichette e lo posai sul letto. Presi l'intimo, le scarpe, la giacca di pelle e li misi accanto al mio nuovo acquisto. Andai in bagno e mi svestii. Entrai in doccia nel totale silenzio e sospirai, ero un po' nervosa.
Lavai i capelli e mi attardai qualche minuto sotto il getto d'acqua fresca. Quando uscii indossai l'intimo, asciugai i capelli e misi un po' di mascara. Decisi di non piastrare i miei boccoli, e mi limitai a fermare due ciocche di capelli sul retro della testa con un fermaglio nero.
Andai nella mia stanza e presi il vestito; dopo di che guardai l'ora. Le sette e mezza, ero in anticipo, mi guardai allo specchio. Ero abbastanza carina, ma andava bene? Ero troppo elegante? Troppo poco? Chissà dove voleva portarmi...
Cercai di calmarmi pensando a che cosa avrebbe detto mia sorella. Avrebbe commentato qualcosa come: "sorellina è inutile che ti fai mille paranoie. Sei stupenda, e se non le piaci ci perde lei". Sorrisi al pensiero. Perché ero così nervosa all'idea di uscire con una ragazza appena conosciuta? Non era affatto da me. -Andiamo Anita, é solo un appuntamento- mi rimproverai ad alta voce.
Mi sedetti sul davanzale interno della finestra con in mano il libro del momento, per cercare di ingannare il tempo.
Due capitoli dopo suonò il campanello, guardai dalla finestra e vidi Luna fissare la porta dondolando sui talloni, che fosse nervosa anche lei?
Non ci pensai, indossai la giacca, infilai le scarpe e misi il telefono nella borsetta. Scesi le scale e feci un respiro profondo prima di aprire la porta.
La sentii mormorare un wow nell'istante in cui io feci lo stesso, era splendida. Fù tutto ciò che riuscii a pensare mentre cercavo di formulare una frase di senso compiuto.
-hey- fú quello che dissi alla fine, -hey- rispose lei, porgendomi la mano. La presi nella mia e lasciai che mi accompagnasse alla sua auto, aprendomi la porta. -dove stiamo andando?- chiesi mettendomi la cintura, la ragazza accanto a me ridacchió lasciando la mia mano per salire dall'altra parte e accendere la macchina, -lo vedrai- sbuffai e lei rise.
Quando ci fermammo, circa venti minuti dopo, Luna scese velocemente e mi aprì la portiera. Mi alzai e la ringraziai con un sorriso; finalmente vidi dove mi aveva portata. Eravamo su di una collina, si vedeva la città dall'alto, accanto a noi si estendeva un piccolo bosco di castagni e dietro di noi si trovava un piccolo ristorantino con le lucine sulla veranda. -É stupendo- sussurrai ammirata, Luna mi prese la mano, -come conosci questo posto?- continuai curiosa, -mio padre ha portato me e la mamma qui a cena per il loro ultimo anniversario- annuii e non feci domande, le strinsi più forte la mano nella mia e lei mi sorrise.
Un ragazzo che poteva avere un anno più di me ci salutò sorridente, -un tavolo per due, per favore, ho chiamato questa mattina- disse Luna. Non capii, mi aveva invitata quel pomeriggio; lei sembrò capire la mia muta domanda e mi spiegò -volevo chiederti di uscire ieri sera appena ti ho vista, ma non mi sembrava il caso; quando ti ho vista ti stavo per chiamare-. Arrossii e abbassai lo sguardo sulle mie scarpe, improvvisamente interessanti.
Il ragazzo ci fece segno di seguirlo fuori in giardino e ci condusse all'unico tavolo esterno, sotto la luce delle stelle.
Luna mi aiutò a sedermi per poi fare lo stesso, iniziammo a parlare e mi disse che la prima volta che era stata in quel posto aveva nove anni, un vestitino giallo sole e le codine; era l'anniversario di matrimonio dei suoi genitori, prima che sua madre scoprisse il tradimento di suo padre e chiedesse il divorzio.
-cavolo avrei voluto vederti, con le codine dovevi essere uno spettacolo- risi. Aspetta, stava arrossendo? Mi sorrise e nascose il viso dietro al menù.
Il cameriere venne a prendere il nostro ordine, mi sorrise e vidi Luna lanciargli un'occhiataccia; questo mi fece ridere ed entrambi mi guardarono curiosi. Luna scosse la testa divertita mentre il ragazzo se ne andava con il menù sotto braccio.
-che c'è Luna?- la guardai negli occhi appoggiando i gomiti sul tavolo, -sei per caso gelosa?- lei mi sorrise, -può essere- accennó sorseggiando il bicchiere di vino che il cameriere le aveva appena posato sul tavolo, non lo guardò nemmeno, e sorrisi rimettendomi seduta composta.
Passammo la cena a chiacchierare e ridere e, una volta finito, discutemmo per decidere chi avrebbe dovuto pagare, vinse lei e mi finsi offesa, facendola ridere.
-La prossima volta offro io- mormorai prendendole la mano e uscendo dal ristorante, -è un invito questo?- sorrisi e annuii convinta, -certo che si- il suo viso si illuminò mentre mi sorrise. Era stupenda sotto la luce della luna.
Ci sedemmo su di una panchina a guardare le stelle, e parlammo ancora e ancora.
-Non ricordo molto di quella sera ma quando mi sono svegliata avevo la testa nel grembo di Linda, lei trovò il modo di spiegare ad una bambina di sei anni che i suoi genitori avevano cercato- la voce mi tremó, la velocità con cui ero riuscita ad aprirmi con lei era sorprendente. -Che avevano cercato di ucciderla e che ora si trovavano in un posto dove stavano i bambini senza famiglia-. Luna strinse più forte la mia mano e continuai -però mi promise che nessuno sarebbe mai stato in grado di separarci, e che ormai eravamo noi due contro il mondo-. Sorrisi a Luna, che ricambió timidamente.
-Ancora una volta devo ringraziare tua sorella- si avvicinò piano, -perché?- chiesi, -perché senza di lei ora non saremmo quí- sussurrò a un passo dalle mie labbra.
Annullammo la distanza che ci separava, e ora non saprei dire se fú lei a farlo oppure io, e non poteva importarmi meno. Fù un bacio semplice, un dolce sfiorarsi di labbra, e forse anche di cuori, perché il mio cominciò a battere per qualcuno al di fuori di me.

Dreaming of my moonWhere stories live. Discover now