Freed in the Rain

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Liberi nella pioggia

"Non sono mai andato a scuola prima d'ora

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"Non sono mai andato a scuola prima d'ora. Non ho mai avuto amici. È tutto quasi nuovo." Adrien alzò le spalle timidamente e si voltò verso Marinette.

Sorrise, reggendo l'ombrello sopra di lei.

Un ramo d'ulivo, realizzò lei. Un invito a ricominciare daccapo. Marinette ripensò a come velocemente e ingiustamente l'aveva giudicato male; non era altro che l'ennesima vittima della sua tendenza ad agire prima e riflettere dopo.

Non si era meritato un simile trattamento eppure era lì, a prendere l'iniziativa di aggiustare le cose. Il suo stomaco si agitò, e se non avesse avuto la lingua annodata si sarebbe scusata, ma non le uscì nulla.

Il boato di un tuono la risvegliò dal suo sogno ad occhi aperti e sbatté le palpebre.

Sollevò insicura la sua mano, esitò per un attimo, poi le loro mani si toccarono al momento dello scambio dell'ombrello.

Migliaia di parole e di emozioni li travolsero in una volta, così improvvisamente e irrefrenabilmente, un tumultuoso fiume di eventi e luoghi

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Migliaia di parole e di emozioni li travolsero in una volta, così improvvisamente e irrefrenabilmente, un tumultuoso fiume di eventi e luoghi. Non potevano staccare gli occhi dall'altro, la realizzazione di ciò che stava succedendo fece mettere loro le radici sul posto, altrimenti sarebbero collassati proprio lì e in quel momento per lo shock.

Il mondo cessò di esserci, e tutto ciò che esisteva erano un ragazzo e una ragazza. Una cacofonia di voci ed emozioni li circondò, non percepita da nessun'altro, accompagnata da silenziosi spruzzi della pioggia autunnale.

Adrien sentì caldo. L'odore del burro e dello zucchero, il sapore della cioccolata calda e della cannella. Continui abbracci, pacche affettuose sulla testa, l'amore e il conforto di una madre. Braccia forti e abbracci stretti, urletti d'esultanza, lo schiacciare i pulsanti sul controller per videogiochi. Un'accogliente, confortevole camera da letto, un paradiso terrestre. Piccole ferite da spillo sulla punta delle dita, l'atto di tuffarsi nella follia artistica e la soddisfazione di quando una creazione riesce perfettamente. Inciampare, scivolare, incespicare di qua e di là, sembrando sempre di essere nel posto sbagliato. Numerose insicurezze, il bullismo e le prese in giro di una faccia beffarda che lui conosceva bene. La travolgente mancanza di fiducia in sé stessi di conseguenza ad un paio di orecchini nascosti nell'armadio. Mani amichevoli sulle spalle, parole d'incoraggiamento, il sorriso rassicurante di un compagno vestito di nero. Un'ondata di nuova fiducia in sé stessa di quando purificava la corruzione e la malvagità sotto forma di farfalla nera.

Marinette sentì freddo. Innumerevoli facce a fissare, punzecchiare, esaminare, elogi vuoti, flash accecanti e macchine fotografiche. Una splendida donna con capelli dorati e occhi color smeraldo, una volta fonte di conforto, sparita. Il costante sentimento di solitudine, abbandono e disperazione. Il raro riconoscimento da un uomo che lui di più di tutti avrebbe voluto accontentare. La sua spaziosa, vuota camera da letto, una prigione di vetro meticolosamente arredata solo per lui e per la sua sconfinata solitudine. La sensazione dell'aria fredda nei suoi polmoni e il bruciore delle gambe della prima volta che aveva corso e saltato sui tetti parigini per vedere quanto veloce potesse andare. Il brivido nel guardare la ragazza in rosso che doveva essere la sua altra metà, brillante e bellissima, salvare la sua amica d'infanzia da morte certa, ideare ingegnose strategie, sconfiggere un gigante magico fatto di pietra. Un grande orgoglio nel vederla trionfare sulle sue paure e diventare non solo un'eroina, ma un vero simbolo di bontà. L'amore che colma il suo cuore, si rovesciava dentro ciò che era il vuoto. Come può un cuore così spezzato ospitare ancora un tale amore e una tale gentilezza? La vista di lei divenne offuscata dalle lacrime, spontanee e inarrestabili.

Durò soltanto un instante ma sembrò una vita, e gli adolescenti si allontanarono come fossero stati scossi da una scarica elettrica

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Durò soltanto un instante ma sembrò una vita, e gli adolescenti si allontanarono come fossero stati scossi da una scarica elettrica. Nessuno si mosse ma continuarono a fissarsi, le lacrime continuavano a scendere, e Adrien soffocò un singhiozzo.

Si erano trovati. Compagni, sì, ma anche qualcosa di più.

La luce nell'oscurità di lui.

La calma nel caos di lei.

Qualcosa di raro e meraviglioso era stato donato loro e il fato gli aveva permesso di incontrarsi e diventare completi.

Marinette scattò in avanti, avvolgendo le braccia intorno alla vita di Adrien più stretto che poté, volenterosa di offrire tutto il conforto di cui era capace, la comprensione e l'amore di cui lui aveva disperatamente bisogno, intensamente determinato a risvegliarsi da tutti quegli anni di abbandono e solitudine.

Lui si strinse a lei come se fosse potuta sparire da un momento all'altro, quasi convinto che era fin troppo bello per essere vero, troppo meraviglioso, troppo miracoloso (troppo miraculous).

Un sentimento di protezione e devozione lo consumò, senza capire come avesse potuto covare un tale amore per qualcuno che non conosceva. Ma lui la conosceva, e lei lo conosceva.

Più di chiunque nel mondo avesse mai fatto.

L'ombrello giaceva appoggiato per terra dimenticato, mentrei due ragazzi si abbracciavano sotto la pioggia, senza fare caso o interessarsial fatto che si stavano inzuppando, l'amore condiviso tra i due era più cheabbastanza per tenerli al caldo.

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Freed in the Rain - ITAWhere stories live. Discover now