Capitolo 12-L'arrivo a Sochi

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Siamo già arrivati a mercoledì ed è ora di ripartire per Hinwil, chissà quante volte farò questo viaggio avanti e indietro nei prossimi mesi.
Oggi ci metterò meno ad arrivare, hanno prenotato l'aereo questa volta. Avevo anche più bagagli da portare e il treno sarebbe stato davvero scomodo.
Arrivata a Zurigo c'è Gianluca ad aspettarmi.
"Buongiorno Vittoria, è andato bene il ritorno a casa?"
"Si si, è sempre bello tornare, anche se non vedevo l'ora che arrivasse questo giorno. Il mio primo gran premio con la squadra."
"Bene, ora ti porto un attimo in fabbrica, Alice ha le chiavi del tuo nuovo appartamento. Poi sarebbe facile da raggiungibile anche piedi, ma viste le tante valigie ti accompagnerò io."
"Grazie mille."

Quando entro nel mio appartamento, seguita da Gianluca che porta qualche mia valigia, rimango basita. È incredibile.
"Ma è bellissimo, non mi aspettavo tanto!"
"Bon, io ora ti lascio. Non so quanto ci vedremo ora che hai anche la tua macchina. È stato un piacere!"
"Anche per me, ciao Gianluca!"
Esploro un po' l'appartamento è sui toni del bianco e del beige con giusto qualche rifinitura rossa. Oltre alla mia camera, che ha un grande letto matrimoniale, c'è anche una più piccola camera per gli ospiti. Ritorno in sala per poi entrare in cucina, sul tavolo trovo le chiavi della mia nuova macchina e una lettera di benvenuto da parte del presidente.
Guardo l'orologio e sono già le 11, fra un'ora devo essere nella sede dell'azienda, sarà meglio che mi muova.
Do giusto una sistemata veloce ad alcune cose che mi sono portata dietro e poi prendo la valigia più piccola che avevo preparato ancora quando ero a casa.
Prendo le chiavi della mia nuova auto e scendo con la valigia nel garage. Osservo un attimo la mia auto e accarezzo con una mano le sue curve, è davvero stupenda. Tiro fuori il telefono per farle una foto, quando sarò arrivata in aeroporto la manderò a un po' di persone, ora non ho tempo.
Vado ad aprire il piccolo bagagliaio e guardo per la prima volta la targa, ho una vera e propria fissazione per queste e quelle di alcuni paesi, fra cui la Svizzera, mi piacciono particolarmente. Sono fra le poche targhe che si vedono abbastanza frequentemente e che però non hanno le due bande blu laterali dell'UE. Mia mamma è convinta che io sia pazza quando parlo di queste cose.
È il momento di sentire la voce di questa piccolina, salgo in macchina e parto.
Dovrei essere alla sede fra 10 minuti, decido quindi di fare un giro leggermente più largo per arrivarci.
Quanto è bello guidare e questa macchina è fantastica, dovrò chiedere se posso portarla a casa durante i giorni di pausa o durante le vacanze, mi farebbe male lasciarla anche un solo giorno nel garage da sola.

Parcheggio, tiro giù il trolley e raggiungo gli altri che devono partire nella hall.
I due piloti non li vedo ed è ancora una volta il Team Principal a venirmi incontro.
"Eccoti Vittoria, emozionata? Sembra una domanda sciocca, ma sei mai stata ad un gp?"
"Sono molto emozionata e no, non è il mio primo gran premio, sono stata più di una volta a Monza e in Austria, una volta sono stata anche in Francia, lì il tracciato è davvero spettacolare."
"Già, ma vedrai Sochi. C'è il curvone che che si percorre in pieno che è una cosa spettacolare!"
"Lo so, lo so. Ma ora cosa stiamo aspettando?"
"Dobbiamo aspettare che arrivi ancora qualcuno, fra cui Hennel e i due piloti. Se vuoi intanto puoi andare a lasciare la tua valigia in quel piccolo bus, ci porterà in aeroporto e poi da lì prenderemo l'aereo privato."
"Va bene, grazie."
Mentre sto percorrendo il marciapiede qualcuno mi prende la valigia e qualcun altro mi circonda le spalle con un braccio, quest'ultimo mi parla per primo.
"Bisogno di una mano donzella?"
"Ma se le sto portando io la valigia?!"
"Dai Giovi, io le sto dando supporto morale"
"Grazie ragazzi, ma potevo portare la mia valigia anche da sola."
"Ma noi siamo dei gentleman, non ti avremmo mai lasciata a faticare e poi ti vedevamo sola soletta, a questo serve il mio sostegno morale."
E Giul conclude il tutto con un occhiolino, penso che sia il suo marchio di fabbrica. Rido, quando sono con loro non posso fare a meno di ridere.
Carichiamo la mia e le loro valigie sul bus, si Giovinazzi stava portando non solo la mia, ma anche la sua valigia, e torniamo nella hall.
Quando ci vede entrare Resta cerca di zittire tutti e annuncia che possiamo partire.
Mentre tutti escono mi allontano un attimo dai piloti, dicendogli però di tenermi un posto, andando a cercare fra la gente Hennel, voglio riconsegnargli i progetti. Ieri alla fine sono riuscita a trovare un altro grosso difetto sugli specchietti e qualche altra piccola cosa che spero lui apprezzi.
Finalmente riesco ad individuarlo e mi avvicino.
"Buongiorno! Le ho riportato il progetto che mi aveva consegnato con le migliorie che avrei fatto. Tenga e mi faccia sapere cosa ne pensa."
Cerco di sorridergli un pochino mentre prende i progetti.
"Bene, grazie. Vediamo di cosa sei capace dunque. Alla fine del viaggio torna a cercarmi e ti faccio sapere."
Non si sforza nemmeno di guardarmi in faccia e si allontana.
"Va bene, arrivederci" Dico quasi sussurrando, dubito che mi abbia sentito. Vado quindi dai miei nuovi amici.

Sogno e paura || F1 storyWhere stories live. Discover now