CHAPTER 23:partenza pt.2

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Camminai in punta di tacchi per il corridoio e poi strisciai verso il letto della mia cara Ingrid. Lei ancora dormiva. Non sapeva che l'avrei scaraventata dal letto. Aprì con un colpo secco le tende. Lei mugugnò e si girò dall'altro lato. Poi mi tolsi i tacchi neri e le saltai addosso facendole il solletico. Lei urlò in protesta e questo la costrinse ad aprire i suoi occhietti da cerbiatta. Appena vidi che era lucida e che mi voleva ammazzare mi sdraiai accanto a lei e la butta giù dal letto matrimoniale in cui dormiva.  Povera la mia cuginetta. Dopo essersi alzata ed essersi acconciata i capelli in una crocchia improvvisata mi guardò indignata e si girò dall'altro lato. Poi si mise una vecchia palandrana rosso fragola e un paio di occhiali con una lente rotta. Poi si girò e cominciò ad imitare una vecchia signora arcigna come un calcinaccio. Poco dopo si tolse gli occhiali e mi disse "a chi assomiglio?" La guardai un secondo mentre riprendeva le sue pose da nonnetta di sessant'anni e lì mi venne il lampo di genio "Lady Gremlaine, ma cosa c'entra lei?" Fece spallucce mentre si toglieva gli occhiali e si scioglieva  la crocchia "sai oggi parto e lei sarà lì ad aspettarmi con il suo bastone di faggio...brrr...mi vengono i brividi!" E si abbraccio le spalle. Dopo esserci fatte quattro risate andò in bagno mentre io le preparavo l'abito per oggi. Dopo aver preso i tacchi che mancavano, mi sedetti sul letto e aprì la chat di Adrien che, nel frattempo, mi aveva mandato un messaggio con l'orario in cui era libero. Risposi gentilmente e spensi il telefonino. Bussarono alla porta e subito dopo si aprì. Dietro di questa si celava una cameriera con un vassoio e la colazione. Lo presi gentilmente e ringraziai mentre lei spariva.
Disposi tutto nella sua scrivania,praticamente vuota. Appena finì di sistemare la sua fetta di torta, uscì dal bagno con una nuvola vaporosa al seguito mia cugina in accappatoio giallo pulcino. Si sedette e divorò tutto. Nel frattempo io le sistemavo il vestito per quella mattina. Solo per la mattina. Poi avrebbe dovuto indossare qualcosa di più pesante. Mentre si vestiva, io mi rimisi i tacchi e sistemai le stoviglie sporche sopra il vassoio d'argento. Uscì delicatamente dalla stanza e mi avvicinai alla prima cameriera con le mani libere per portarle nelle cucine.
Appena mi avvicinai alla maniglia per entrare e controllare a che punto era mia cugina, la porta si aprì e ne uscì fuori Ingrid. La guardai soddisfatta e in due minuti eravamo già fuori dal consolato.

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"Mi mancherai Marine" sbuffai a quel nomignolo. Non la smetterà mai. Alla fine era stata contenta, anche se si domandava che fine avesse fatto 'il mio innamorato' ,così definiva Adrien. 'Credimi e cotto di te, te lo dice un'esperta' diceva sempre, anche se non credevo fosse proprio un'esperta un certe cose, ma lasciai stare. Mancava un quarto d'ora e poi sarebbe arrivata in aeroporto. Mi sentivo triste. Lei lo notò "tranquilla, in estate tornerai su, e allora faremo tanti scherzi a Pierce, e magari chi lo sa pure ad Adrien" mi schizzarono gli occhi fuori dalle orbite. Adrien, in Norvegia? Era impossibile. Lei ci credeva però. Misi su il sorriso più falso che avevo. Lo avrei portato un Norvegia per farle piacere. C'era tempo. Continuammo a chiacchierare fino a quando l'auto non si fermò. Lì il mio sorriso svanì. Lei se ne accorse e mi guardò preoccupata. Lo sportello si aprì, e fummo investiti dai flash. Mi riavvicinai a mia cugina e cercammo di farci spazio tra la folla di paparazzi. L'aereo si aprì e apparì la scaletta. Ci abbracciammo e la sentì singhiozzare. Le sussurrai "non piangere che poi avrai un effetto cane bagnato in stile Snapchat" lei si staccò e rise. Poi salì la scaletta e salutò la folla come una vera principessa. Poi abbassò la testa e mi sorrise. Sorrisi anch'io e ci allontanammo. Lei saliva verso l'entrata dell'aero e io mi avvicinavo alla macchina. Appena ci allontammò abbastanza scoppiai in lacrime. Mi mancava già. Aprì la borsetta e presi in mano delle foto scattate quel giorno. Erano quattro. Una era sotto la Tour Eiffel, avevamo provato un sacco di posizioni prima di scattarla, perché lei voleva essere Tumblr. Poi una con i gelati di André, ci avevamo messo un ora e mezza prima di trovarlo, alla fine lei era riuscita a capire che i colori dei gusti assomigliavano a quelli di Adrien. La terza illustrava Ingrid che presentava il locale la gastonomique parisienne. E la quarta l'aveva scattata il cameriere mentre noi mangiavano. Scoppiai nuovamente in lacrime. Mi faceva quest'effetto. 

L'amore in una bollaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora