Cap II

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Mi tolsi la benda, gli occhi mi dolevano e ci misero un po' per abituarsi alla luce che proveniva dalla lampada da tavolo, mi accorsi che sopra, accanto al telefono era posato un bigliettino, lo presi, dentro vi erano altri duecento euro e una scritta, con tratto elegante, Der Berliner. Mi sentivo proprio come una squillo, quattrocento euro per farmi leccare la fica da un estraneo, su appuntamento, non sapevo se ridere o piangere, volevo solo tornare a casa, chiamai il concierge dell' hotel e gli chiesi se poteva far salire la mia amica, dopo qualche minuto Didi bussò alla mia porta, e quando aprii mi fiondaii fra le sue braccia morbide, lasciandomi andare ad un pianto liberatorio, per buttare fuori tutte le emozioni delle ultime ore.

Lei mi accompagnò a fare una doccia e mi aiutò a rivestirmi, dopodiché scendemmo e chiamammo un taxi, mentre ci apprestavamo all' uscita il ragazzo della reception mi chiamò " C' 'è un biglietto per lei Freulein Erika, da parte di Herr Schmidt. " mi avvicinai lo presi e lo misi in borsa, non avevo voglia di leggerlo, non stasera, io e Didi salimmo sul taxi e restammo in silenzio tutto il tempo, posai la mia spalla sulla sua, e una volta a casa, sola nella mia camera, distesa nuda nel mio letto strinsi a me le lenzuola, cercando di ricordare l' odore che nonostante la maschera avevo percepito, e riportarlo alla mente, ma era troppo sfuggente, ed io troppo stanca, allora feci un ultima cosa prima di chiudere gli occhi, andai a prendere la borsa per leggere cosa ci fosse scritto nel biglietto. Mi batteva il cuore, forte, lo aprii con mani tremanti e lessi BOUTIQUE LE ROSE ROUGE era il biglietto da visita di un negozio di vestiti o qualcosa di simile, lo girai, dietro nella sua impeccabile calligrafia c' erano le sue istruzioni : recati da madame Lindon, basta che le dici il tuo nome, sa già cosa fare, sono convinto che sarai soddisfatta anche tu, un piccolo regalo per Te Meine Liebe, Der Berliner. Mi addormentai col biglietto fra le mani, un altro dono? Non erano abbastanza quattrocento euro per ciò che era successo? Il mio fantasma, l' uomo senza volto, doveva essere davvero orripilante per pagarmi così bene, e riempirmi di regali. 

Dormii un sonno agitato, dove un uomo con la faccia sfigurata, mi possedeva, ma ciò che mi turbò realmente fu che mi piacque. Quella figura così immonda, con le mani enormi e sgraziate, il corpo deforme, e un membro tozzo e mozzo, mi eccitò in maniera disdicevole, toccando ogni pertugio del mio corpo nudo e legato ad una vecchia sedia. Sebbene fosse solo un sogno, riuscivo a percepire ogni sensazione che le sue mani donavano scavando dentro la mia fica, con quelle dita lunghe, arrivando a toccare la mia cervice, premendola, mentre io mi contorcevo dal piacere, distillando gocce come un rubinetto aperto, e supplicando di non smettere. L' uomo allora continuava infilando l' altro dito anche dietro e massaggiando le pareti in modo che le dita si strofinassero tra di loro, a quel punto io ero già in preda a un vero e proprio delirio orgasmico, tanto da allargare con le mie mani le labbra della mia fica e implorarlo di essere penetrata senza pietà! A quel punto il freak tirò fuori il suo cazzo deforme, simile ad un asta spezzata in cima, e mi sfondò con rudezza e un ghigno malefico; ma invece di sentire dolore godetti, e vennni più e più volte inondadogli il suo cazzo rotto, e quando mi liberò e mi voltò per guardarlo non c'era più, abbassai lo sguardo, a terra solo una maschera, quella del Berlinese. 

Fortunatamente quella domenica a Berlino non avevamo preso impegni, dopo colazione io e Didi chiamammo Romina e andammo a noleggiare delle biciclette per farci un bella passeggiata ai giardini di Tiergaten, una coperta e tre birre, cosa può farti stare meglio se non quattro chiacchere fra amiche.  Didi era sempre più presa dalla storia con Andrè, e come darle torto, infondo erano belli, giovani, entusiasti e la vita li invitava a essere loro complice per essere vissuta appieno nel loro momento più inteso. Romina invece aveva conosciuto un bel gruppo misto di genferfluid e si sentiva libera di esprimere la sua identità di genere nella città che le permetteva di non nascondersi dietro a una maschera, ecco appunto, una maschera, ricadevo sempre nello stesso ossessionante pensiero.

La sera decidemmo di andare per locali, nella Mitte c' erano delle discoteche piene di turisti ( ebbene dopo un mese noi ci sentivamo oramai delle berlinesi navigate) , avevo una gran voglia di bere e di non pensare a Lui. Entrammo in un locale gremito da svariate etnie multilingue, che sovrastavano la musica del pianobar; ci sedemmo a un tavolino e ordinammo vodkaorange, al posto della solita birra, mentre stavamo chiaccherando si avvicinò Nathalie, una ragazza francese del nostro corso, era i compagnia di altri amici francesi e chiese se potevano unirsi a noi, erano due ragazzi e una ragazza. Pensai subito a una doppia coppia, Natahalie era simpatica e una serata insieme sarebbe stata piacevole. Ordinammo nuovamente da bere, e ci presentammo, la prima coppia era formata da Thomas e Petra lui di Lyon e lei berlinese, poi c' era Nicholas il cugino di Thomas che credevo fosse il ragazzo di Nathalie, e invece scoprii che erano solo amici di vecchia data. Restammo a parlare e bere e ridere fino a quando non cominciò la discoteca, eravamo decisamente brilli, e la musica invitante, così ci tuffammo in pista e non come mi trovai molto ma molto a contatto con Nicholas. Il ricordo della notte prima si affacciava direttamente sulla mia pelle ai miei sensi, la musica e l' alcool mandavo in tilt i miei sensi scaldando il mio corpo, caldo, avevo caldo, tolsi il giacchetto e rimasi solo col mini abito il cotone che avevo dalla mattina, tirai su i capelli bagnati di sudore e tornai verso il tavolo dove giacevano gli avanzi dei nostri drink. Presi un cubetto di ghiaccio e cominciai a passarlo sul collo, alcuni ragazzi fecero per sedersi ma qualcuno li dissuase con tono deciso, era Nicholas che con lo stesso tono mi chiese " Hai intenzione di essere stuprata stasera?"

Lo guardai e gli risi in faccia, per tutta risposta Nicholas mi prese per un braccio e mi portò fuori dal locale a prendere aria. La notte a Berlino è fredda, ma quell' aria ghiacciata mi riportò alla realtà come una frustata sul viso. Ci sedemmo su una panchina a fumare una sigaretta in silenzio, mentre l' umidità scendeva su di noi, e forse una probabile polmonite.

"Perché ti preoccupi per me? " chiesi

" Non mi preoccupo per te, ma di solito se sono in un gruppo e qualcuno è troppo ubriaco per prendersi cura di sé, lo aiuto."

" Voi francesi fate così? " inaclazi.

" Non so cosa facciano gli altri, so cosa faccio io. E adesso rientriamo così prendi la tua roba e ti riporto a casa."

" E se non volessi andare a casa?"

" In ogni caso hai la borsa al locale."

Così tornammo in discoteca a prendere la mia borsetta e salutare gli altri,  Didi mi lanciò uno sguardo strapieno di sottointesi che ignorai di proposito, Nicholas mi prese sotto braccio e uscimmo. 

" Allora madamoiselle, dove vuole andare?" mi chiese Nicholas con fare divertito, stavo per rispondere quando il cellulare mi notificò un messaggio di Telegram.  Era " Il Berlinese".


Der BerlinerOù les histoires vivent. Découvrez maintenant