33. LA RESA DEI CONTI

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POV CHANYEOL


Baekhyun muoveva le dita sui tasti del pianoforte, tenendo lo sguardo fisso sullo spartito. Io ero seduto accanto a lui, gli occhi chiusi e la concentrazione al massimo, per evitare di farmi scappare qualcosa che non andava. Quando lui finì, ci guardammo e sorridemmo entrambi.
- Che ne dici? - chiese lui, timidamente - Pensi che possa andare? Perché a me non sembra male. Anzi, mi sembra davvero bella.
- Perché lo è - sorrisi - È davvero stupenda, Baek.
La melodia per la canzone dell'audizione era pronta per buona parte e io ero molto soddisfatto di come stava venendo. Però doveva esserlo anche Baekhyun.
- Dimmi quello che pensi. - dissi e gli spostai i capelli che, come sempre, gli erano ricaduti sugli occhi.
Lui mi guardò sorridendo: - Penso che ci siamo, Yeol. Penso che sia perfetta.
Poi fece un respiro profondo, ad occhi chiusi: - Non riesco a credere che sia quasi pronta.
Ridacchiai: - Invece ci siamo, e tu sei stato bravissimo.
- Senza di te non avrei nemmeno iniziato. - disse lui e si sporse verso di me, per baciarmi.
Nonostante i baci fossero diventati la normalità per noi, ognuno era come il primo. Ogni bacio di Baekhyun mi mandava in tilt il cuore e la mente e non potevo non pensare che ero davvero fortunato ad averlo tutto per me. Nei primi giorni della nostra relazione avevo prestato attenzione ad ogni suo sguardo, parola, occhiata, perché volevo cogliere un segno di dubbio o ripensamento.
Magari avrebbe cambiato idea, magari avrebbe capito che non facevo per lui.
Ma non avevo mai visto nemmeno l'ombra di un minimo dubbio nei suoi occhi.
Sarebbe andato tutto bene, doveva essere così perché ce lo meritavamo.
Gli scompigliai i capelli e tornammo entrambi concentrati, per continuare a lavorare, ma un lieve bussare alla porta ci interruppe.
Quando si aprì, entrò un ragazzino.
- Cerco Park Chanyeol. - disse intimidito e io e Baekhyun ci scambiammo un'occhiata.
- Sono io. - dissi, confuso.
- Il direttore Leeteuk ti vuole nel suo ufficio.
- Oh oh - Baekhyun ridacchiò, malefico - Cos'hai combinato, piccolo delinquente?
- Ehi, non ho fatto niente. Perché vuole vedermi?
Il ragazzino alzò le spalle e scappò via.
- Meglio se vai - disse Baekhyun, sempre con la sua espressione perfida - Non rimandare l'inevitabile.
- Simpatico - sbuffai e mi alzai, poi gli diedi un bacio sulla fronte - Ci vediamo dopo, tu continua senza di me.
- Ma certo, sempre se tornerai. Magari il direttore ti vuole espellere. - ridacchiò lui e io alzai gli occhi al cielo.
Nonostante fossi sicuro di non aver combinato nulla di male, avevo una paura terribile. Perché il direttore voleva vedermi? Nella mia mente si affollarono mille pensieri e mi passarono davanti tutte le mie azioni degli ultimi giorni.
Niente, non mi veniva in mente nulla per cui il direttore potesse essere arrabbiato con me.
Arrivai davanti al suo ufficio e bussai, cercando di farmi coraggio: ero grande e grosso, non potevo aver paura di un semplice incontro.
- Avanti!
Sospirai ed entrai nell'ufficio. Era abbastanza spazioso, con la scrivania accanto alla grande finestra. Appena entrato, Leeteuk si alzò dalla sedia.
- Ciao, signor Park.
- Mi cercava, direttore?
Leeteuk annuì sorridendo e mi fece segno di accomodarmi. Sembrava sereno e non mi fulminava con gli occhi, perciò mi rilassai un po'. Forse non voleva punirmi per qualcosa.
- Allora, Park, com'è andata quest'estate? - mi chiese e io mi mossi nervosamente sulla sedia.
- Bene, direi. I miei voti sono...
- Ottimi, li ho visti. - Leeteuk aprì una cartellina che prima non avevo notato dove, in bella calligrafia, era scritto il mio nome.
- Perché voleva vedermi? È successo qualcosa?
Leeteuk incrociò le dita davanti al viso e mi fissò: - Che progetti hai per settembre?
Andare a prendere Baekhyun fuori dalla SAA, ogni giorno.
- Beh, niente di deciso. Tornato a Seoul mi guarderò un po' intorno.
- Non vuoi frequentare una scuola? O fare un provino per un'agenzia?
Alzai le spalle: - Non ci ho ancora pensato, vedrò quando sarò a Seoul.
- Certo - Leeteuk fece muovere la sedia a destra e sinistra - Bene, allora ho io una proposta da farti.
Mi zittii, in attesa che continuasse.
- Purtroppo uno dei miei insegnanti di chitarra ha deciso di abbandonarci l'anno prossimo. Così ho pensato che, prima di cercarlo altrove mettendo qualche annuncio, avrei dovuto dare un'occhiata tra i miei studenti e mi è balzato subito all'occhio il tuo nome. Sei uno dei migliori del tuo corso, se non addirittura il migliore. Saresti un elemento validissimo dello staff. Perciò, signor Park, vuoi diventare un insegnante del Sound Music Camp?
Non risposi, perché mi ero pietrificato.
Avevo capito bene?
Mi aveva davvero chiesto se volevo diventare un insegnante di chitarra?
Dovevo avere stampata in faccia un'espressione da idiota, perché Leeteuk scoppiò a ridere.
- Il tuo entusiasmo mi commuove.
- M-mi dispiace, io... non me l'aspettavo.
Non riuscivo a mettere in ordine le idee, ancora incredulo.
- Ascolta - continuò Leeteuk - Ti spiego brevemente cosa succederà se accetti. Come già immagini, gli insegnanti sono i primi ad arrivare e gli ultimi ad andarsene, qui al campo. Partono un paio di settimane prima, se non un mese, per controllare che sia tutto il ordine e in caso sistemare. Poi, quando il campo finisce, restando ancora qualche settimana. Perciò ogni insegnante deve essere a disposizione un mese prima e uno dopo l'inizio e la fine ufficiali del Sound Music Camp.
Annuii, come un automa, cercando di memorizzare tutto ciò che Leeteuk mi stava dicendo. Parlava di programmi, lezioni, esami... tutto ciò che io avevo fatto come studente prevedeva una grande preparazione da parte dell'insegnante. E, se avessi accettato, tutto quel lavoro sarebbe spettato a me.
Però... però l'idea mi piaceva sempre di più. Non avevo mai visto un lavoro da insegnante nel mio futuro, ma pensandoci non era affatto male. Aiutare gli altri e spiegare loro mi era sempre piaciuto ed avevo la pazienza per farlo.
Riflettendo mi resi conto che il mio anno sarebbe stato spaccato a metà, circa: una metà a Seoul e l'altra lì, al Sound Music Camp.
Mentre rimuginavo, non mi ero accorto che il direttore si era zittito e mi osservava, sorridendo.
Arrossii: - Scusi, stavo...
- Tranquillo - lui mi fermò con la mano - Sai, ho già visto quella stessa espressione e capisco che tu abbia bisogno di pensarci, è una decisione difficile.
- L'ha già vista?
- Luhan - Leeteuk sorrise - L'ho vista quando ho chiesto a Luhan di diventare insegnante di flauto. Anche in quel caso un professore mi aveva abbandonato all'ultimo momento e io avevo subito chiesto a lui. Perciò, se vuoi qualche chiarimento o consiglio, va da lui. Saprà aiutarti.
Annuii e feci per alzarmi, sperando che le gambe non mi cedessero.
- Quando devo darle una risposta? - chiesi.
- Prenditi tempo per pensarci, ma non aspettare troppo. Se tu non accetti devo avere il tempo di cercare altrove.
Uscii dopo aver salutato Leeteuk e, senza rendermene conto, mi incamminai verso gli alloggi degli insegnanti.
Era inutile negarlo: l'idea mi piaceva ed ero tentato di accettare subito. L'unica cosa che mi aveva trattenuto era Baekhyun: non avrei mantenuto nessuna delle due promesse che avevo fatto, se avessi accettato.
Per almeno due mesi, prima e dopo la sua partenza per il SM Camp, non sarei potuto andare a prenderlo fuori dalla SAA e, se avesse fallito l'audizione, non saremmo potuti andare a scuola insieme.
Mi fermai ad osservare le camere dei professori e sospirai: dovevo parlarne con lui, prima di decidere.

Sound Music CampWhere stories live. Discover now