4 ERURI

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LEVI
Raggiunsi gli altri domandandomi in che cavolo di guaio mi ero cacciato. Quando Elvin mi aveva chiesto di andare alla festa con loro avevo accettato senza pensarci troppo. Solo qualche tempo dopo avevo realizzato che avevo accettato un invito ad una festa a cui avrebbero partecipato i più alti esponenti dell'esercito. Io, soldato semplice arruolato in condizioni speciali solo cinque mesi prima, non centravo prorio niente. Quando vidi gli altri mi prese un colpo. Hanjie indossava un vestito rosso acceso lungo fino ai piedi con la schiena scoperta Mike e Elvin,  invece, avevano un completo rispettivamente beige e bianco. "Levi" mi chiamò il comandante mentre un sacchetto veniva passato tra i caposquadra "non puoi venire vestito con la divisa, vieni ho un completo che dovrebbe starti." Imbarazzato lo seguì in camera sua. Mi mise in mano pantaloni e giacca neri ed una camicia bianca poi mi indicò il bagno. I vestiti erano della mia misura e mi chiesi se li avesse fatti preparare apposta per me. "Probabile" mi dissi "però....come sapeva le mie misure?". "Ho azzeccato la misura?" Mi chiese quando uscii. Io annuii dicendogli che non avrebbe dovuto spendere per me ma lui mi interruppe facendomi notare che mi aveva trascinato a quella festa e comprarmi i vestiti era d'obbligo.
Arrivammo al luogo in carrozza. Era un palazzo piuttosto isolato nelle campagne del Wall Maria, esteticamente era perfetto. Nonostante fosse una struttura imponente dava un senso di leggerezza con la sua figura slanciata e le sue pietre chiare che scintillavano alla luce della luna. Abbiamo attraversato dei giardini fioriti e abbiamo raggiunto il portone di ingresso presidiato da due gendarmi che ci aprirono la porta dopo aver controllato i nostri inviti. Passando in mezzo a loro mi sentii piuttosto a disagio e accelerai il passo; nonostante Elvin mi avesse rassicurato più volte sul fatto che i miei crimini erano stati perdonati mi sentivo ancora intimorito in loro presenza. Eravamo un po' in ritardo quindi ci siamo diretti da soli al salone dove si erano radunati tutti e abbiamo fatto un'entrata teatrale. Tutti si voltarono a guardarci mentre scendevamo la scalinata di marmo coperta da un lussuoso tappeto cremesi. Hanjie mi si avvicinò e mi sussurrò all'orecchio e mi disse: "allora, che te ne pare?"  "Piuttosto sfarzoso" risposi guardando i luccicanti decori dorati, i lampadari di cristallo e le colonne di marmo rosso "al limite del ridicolo" aggiunsi vedendo l'imponente poltrona dorata che stava su di un piccolo rialzamento e che troneggiava sulla sala. Sulla sedia, che era una chiara imitazione di un trono, sedeva un uomo grasso e riccamente vestito che sorrideva a tutti. Aveva la faccia paffuta e il suo sorriso sembrava più la smorfia di una rana. Ma non era quello ad infastidirmi, mi rodeva il fatto che si atteggiasse con tutta quella gente intorno, come se fosse chissà quale eroe. "Io a quello non mi ci voglio avvicinare" dissi al caposquadra che rispose "neppure io, però dobbiamo andare lì a salutarlo. È lui il capo qui. Si chiama Felburn ed è il nobile di queste terre." Seguii Elvin per il salone e, quando chinò la testa in segno di rispetto, lo imitai controvoglia. "Oh Elvin caro. Quanto tempo eh?" Aveva una voce acuta che pareva quella di un bambino e che stonava col suo aspetto "sempre fuori dalle mura a fare l'eroe. Come è andata l' ultima spedizione, eh?!" La mia voglia di tirare un pugno a quel ciccione crebbe drasticamente, stava insultando il mio comandante. Mi trattennei dal farlo perché sapevo che il biondo avrebbe trovato un modo molto più efficace e molto meno pericoloso per rimetterlo a posto. Non mi deluse rispondendo quasi subito. "Abbiamo perso molti uomini valorosi purtroppo. Sono loro gli eroi, Felburn, non io. Sono felice che ti interessi dei progressi del genere umano. Purtroppo però non siamo benvisti da tutti. Mi rallegra il fatto che tu ci apprezzi pubblicamente, senza timore." "Fregato" alzai leggermente un angolo della bocca, divertito "quest'uomo è magico con le parole. Lo ha appena umiliato pubblicamente facendolo sembrare un complimento."
La festa continuò tranquillamente per qualche ora che io passai a seguire il comandante. Mi presentò a tutti col nome di Levi Ackerman, non Rivaille ed io apprezzai. All' improvviso, mentre stavo sorseggiando l'ennesimo bicchiere di champagne, la porta del salone si aprì di colpo ed entrarono tre uomini armati di pistole e con dei dispositivi di manovra 3D addosso. Uno si lanciò sulla pedana e puntò la pistola sulla faccia terrorizzata del nobile; lo osservai un attimo e riconobbi un volto familiare. "Jan?!" Provai a chiamarlo e lui si girò verso di me. Rimase scioccato. "Levi?" Aveva la faccia di uno che aveva appena visto un fantasma "proprio così Jan. Che ci fai qui?" sbuffai e assunsi l' atteggiamento che avevo una volta freddo, apatico e stanco della vita. "Mi sembra abbastanza ovvio" mi rispose "la vera domanda che ci fai TU qui." Gli dissi la prima cosa che mi venne in mente "avevo un lavoretto da fare e tu mi hai fatto saltare la copertura.". "Tanto ormai sono stato scoperto..." aggiunsi avvicinandomi a Elvin.  Sentendomi morire dentro lo afferrai per le spalle e gli tirai una ginocchiata sullo stomaco. Cercai di non fargli troppo male. Mi scuserò più tardi "questo è per Farandal e Isabel" sibilai a voce abbastanza alta in modo che pure Jan mi sentisse. Quello che stavo facendo era rischioso ma dovevo riuscire ad avvicinarmi a Jan se volevo risolvere la questione. Sentii la pistola che nascondevo dietro la schiena, infilata nella cintura, farsi sempre più pesante. Dovevo scegliere, se proteggevo i militari uccidevo Jan se lasciavo stare Jan i militari rischiavano di essere uccisi. "Ma che dico, non è dei militari che stiamo parlando è di Elvin. Jan o Elvin? Passato o futuro? Che devo scegliere?" Misurai il salone a piccoli passi avvicinandomi piano al mio vecchio compagno. Presi una decisione. Spiccai un balzo e salii sulla pedana, lancia sugli occhi del ragazzo ciò che rimane del bicchiere, lui sparò un colpo alla cieca che mi colpì la spalla mentre io gli sparai alla gamba. Mi girai in fretta e colpii i due pali sulla porta. Cercai di non ucciderli e ci riuscii. Era successo tutto in pochi secondi, gli altri ci misero un po' a capire che stavo bluffando e che stavo dalla loro parte, Elvin (che si era rialzato nel frattempo) mi guardò sorridendo, non era arrabbiato. Con l'adrenalina che mi scorreva ancora in corpo lasciai la stanza e mi diressi per i corridoi verso l'uscita. Avevo caldo e la spalla mi bruciava, forse avrei dovuto farmi vedere da un medico. "Dopo" mi dissi "dopo mi farò vedere da qualcuno, prima devo prendere una boccata d'aria" finalmente ucscii dall'edificio ed un'alito di vento mi sfiorò il viso senza però darmi sollievo. Feci un'altro passo barcollante, le gambe stavano per cedermi. Qualcuno mi afferrò da dietro prima che cadessi. Crollai tra due braccia muscolose che mi strinsero dandomi protezione. "Va tutto bene, ti ho preso." Mi disse una voce familiare.

ELVIN
Levi lasciò la stanza come se nulla fosse. Come se salvarli tutti fosse solo una cosuccia che gli andava di fare. Aspettai un'attimo e poi mi decisi a seguirlo, non mi piaceva quella ferita sulla spalla. Il corvino uscì in giardino, ma le gambe non lo ressero. Iniziò a barcollare e io lo afferrai prima che cadesse. "Va tutto bene" gli dissi stringendolo "ti ho preso" lo voltai per guardarlo in viso e mi mancò il fiato. Il volto era molto più pallido del solito, le occhiaie più marcate, la fronte imperlata di sudore freddo e le guance arrossate. "Che gli succede?" Mi chiese Hanjie da dietro, non mi ero accorto di essere seguito. "Ha la febbre, sta delirando" gli risposi prendendolo meglio. "L'altro aveva una pistola con i proiettili a mercurio" questo era Mike. Mi alzai prendendolo in braccio e lui si raggomitolò su di me. Solo in quel momento mi venne in mente che era poco più che ventenne, un ragazzino.
Lo portammo alla caserma ed un dottore gli sistemò la spalla. "Se supera la febbre" ci disse dopo averlo visitato "allora è a posto. La spalla non dovrebbe dargli problemi quello che mi preoccupa è l'infezione causata dal mercurio". Non potei fare a meno di sentirmi in colpa. Lo avevo trascinato io a quella festa.
"Non è colpa tua" mi disse Hanjie sorprendendomi alle spalle. Eravamo nella camera di Levi. Lui era sdraiato sul letto e dormiva con una pezza bagnata sulla fronte. Con le coperte tirate fino al mento, gli occhi chiusi e le guance arrossate sembrava più piccolo e molto meno intrattabile. "Non potevi saperlo quindi smettila di crucciarti. Il giorno in cui smetterai di addossarti le colpe dell'intero universo i giganti si metteranno a danzare e cantare attorno ad un fuoco." Sorrisi impercettibilmente, il caposquadra aveva un modo tutto suo di vedere il mondo che mi rallegrava le giornate quasi quanto i microscopici sorrisi che mi regalava ogni tanto Levi. Lo guardai e gli accarezzai la guancia bollente. Feci per togliere la mano ma lui girò la testa per prolungare il contatto e io lo accontentai lasciandola lì. "In realtà è un ragazzo molto dolce" mi disse la donna ed io annuii "lo so, è solo che lo nasconde. Alla fine cerca sempre di proteggere gli altri e di aiutarli meglio che può". In quel momento Levi aprì piano gli occhi ed io mi afrettai a togliere la mano. "Come stai?" Lui provò a mettersi seduto ma con scarsi risultati perciò lo aiutammo io e Hanjie che stava ancora ridacchiando per la mia reazione. Il ragazzo si accasciò contro la testiera del letto e ci mise un po' a riprendere abbastanza fiato per mormorare un debole "tutto bene signore". Restammo in silenzio qualche minuto poi fu proprio il corvino a parlare: "signore la ginocchiata......spero di non averle fatto troppo male, mi scuso" lo interruppi ridendo e quando il suo sguardo interrogativo si posò su di me gli spiegai: "avevi un proiettile di mercurio nella spalla, hai avuto la febbre alta e ti preoccupi per la ginocchiata che mi hai dato?" Levi sorrise. Non era un angolino della bocca alzato era un vero e proprio sorriso. Ero riuscito a farlo sorridere e questo mi rese incredibilmente felice.  




AlyssaMolin04

P.S.
Se anche questa è troppo corta per te allora muovi quel ditino e cambia storia perché dubito che ne scriverò di più lunghe.


















Sei ancora qui? Allora ti accontenti di poco. Spero che ti sia piaciuta. Per quanto provi a fare una storia con Levi eroe che salva tutti va sempre a finire con lui che sviene tra le braccia del nostro amato comandante. Sarà che una scena al contrario è praticamente impossibile da fare (te lo immagini Elvin, grande e grosso com'è, che viene preso in braccio dal nostro piccolo Levi?. Con questo non voglio dire che il corvino è debole. Anzi è senza dubbio il personaggio più forte, sia fisicamente che emotivamente, dell' intera saga e non dubito che riesca a prendere i  braccio il biondino solo.......l' immagine non sarebbe molto romantica, no?)
Ciao♐

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