Dopo 1

90 10 4
                                    

Louis arrivò nei pressi di Longarone in bicicletta.
Aveva dovuto fermarsi alla stazione ferroviaria di Belluno, e poi arrangiarsi in qualche modo. La zona era totalmente isolata. Aveva percorso i sedici chilometri che mancavano dapprima a tutta velocità, poi rallentando mano a mano, ma non perché fosse stanco: perché aveva paura di quello che avrebbe visto.
Mano a mano che si avvicinava a Longarone, vedeva sempre più camionette militari e gruppi della protezione civile, attrezzati con vanghe, picconi, corde. La zona sembrava un mondo alieno, se non fosse stato per il continuo viavai di elicotteri sopra alla sua testa. Sei anni dopo, vedendo le prime immagini dello sbarco sulla luna, Louis avrebbe ricordato quel paesaggio, perché era quello che vedeva adesso davanti ai suoi occhi.
C'era fango ovunque, e poco dopo dovette scendere alla bici e procedere a piedi, perché l'acqua ancora non era del tutto defluita a valle, ma soprattutto era piena di detriti, di materiale, di assi di legno e tegole e Dio solo sapeva cosa.
Un militare lo fermò :
-Altolà! Oltre questo punto non può passare-
-Perché?-
-Sicurezza pubblica. Quest'acqua è contaminata-
-Devo raggiungere la locanda, dei miei amici erano qui- insistette Louis.
-Mi dispiace, signore, non posso farla passare. Solo i soccorritori hanno accesso all'area-
-Sono stati trovati dei superstiti?-
Il militare lo guardò compassionevole, e si tolse per un attimo il berretto:
-Mi dispiace, signore -
Louis vacillò. Il soldato lo sorresse:
-Si sente bene? Vuole venire alla tenda dell'infermeria? -
Louis lo guardò, la morte nel cuore, e scosse il capo.
Tornò indietro, ed appena poté risalì in sella, circumnavigando l'area per salire ad Erto.
La strada era bloccata, per cui fece un giro lunghissimo per salire attraverso i boschi. Abbandonò la bicicletta a metà del monte, incurante del sudore che lo inzuppava e dei rovi che gli strappavano la giacchetta. Salì in una corsa perdifiato, non fermandosi nemmeno quando iniziò a sentire i crampi alle cosce ed ai polpacci.
Arrivato quasi in cima, trovò il sentiero che cercava. Lo seguì a passo sostenuto, tanto che quasi finì contro l'improvviso  sbarramento che gli si presentò dietro ad una curva.
Era un muretto. Poco più in là, delle assi di legno, delle tegole. Era stata una stalla. Era finita a decine di metri di distanza. Louis camminò ancora verso il paese, ma il paese non c'era più.
Era come se non fosse mai esistito.
Al suo posto, soltanto fango, e qualche misero resto edile a testimoniare che lì, prima, c'erano state delle case.
Se ne erano salvate soltanto alcune, in alto. Louis osservò la scena a bocca aperta, improvvisamente non sentendo più il male alle gambe. Si fermò in mezzo al fango, volgendo lo sguardo verso il lago sottostante.
Quello che era stato il bacino del Vajont, ora era un misero stagno d'acqua. Tutto il resto era fango e roccia e pini spezzati. Sollevò lo sguardo verso il Toc, non credendo ai suoi occhi. La frana era molto, molto più ampia di quello che aveva mai potuto immaginare. Disegnava una M sul fianco della montagna, dove, al posto del verde dei pini, c'era il rosso della terra.
Louis deglutì, la bocca arsa.
Se questo era successo sopra, più in alto della diga, giù doveva essere una totale devastazione. Disperato, si avvicinò il più possibile alla diga, scendendo quasi di corsa. Il coronamento della diga era piantonato da militari, ma lui chiese di potersi affacciare. Dovette far pena all'ufficiale dell'esercito, che, vedendolo in lacrime, gli permise di affacciarsi da un lato.
Louis guardò giù, e spalancò la bocca, strappandosi una ciocca senza accorgersene mentre si metteva le mani tra i capelli.
-Signore, abitava qui? - Gli chiesero, soccorrendolo mentre le ginocchia gli cedevano.
-No. Ci abitava il mio amore, sua madre, i miei amici-
-Mi dispiace molto. Le faccio le mie più sentite condoglianze- gli disse l'ufficiale, togliendosi il berretto e stringendogli la mano.
-Non è... Qualcuno è sopravvissuto? -
-Alcune persone si sono salvate ai margini della vallata, arrampicandosi sui fianchi delle montagne circostanti. La sua fidanzata dove viveva? -
-La locanda di Rosa... Vicino alla chiesa-
-Mi spiace molto. Non è rimasto nulla, nemmeno il campanile. Tutta la città è stata spazzata via dalla violenza dell'acqua. È una tragedia immensa-

In un modo o nell'altroWhere stories live. Discover now