Terza Prova - Cronache di un equino famoso (molto famoso!)

18 2 1
                                    

Genere: Umoristico (con sottogenere Fantastico... credo)

Parole: 2456

Giudici: @thestoryofofelia@Dark_Killer_29

-

-Da bravo... Così... Ecco, sei sveglio, adesso?

Un orrendo, enorme -Letteralmente, è alto diversi metri e largo altrettanto- vecchiaccio dalla barba lunghissima e l'espressione più perversa che io abbia mai visto è chinato su di me. Oh, ha anche dei denti francamente orribili.

-AH!

Con un colpo d'ali, mi sposto lontano dalla sua presa. Improvvisamente, mi ricordo chi è.

-Zeus?!

-Pegaso! Tutto bene ora? Hai fatto una brutta caduta, eravamo molto preoccupati. Come mai scappi?

-Non ricordo perfettamente, ma sono certo che tu sia poco raccomandabile, importante e... Focoso.

Il vecchio scoppia in una grassa risata, ed io lo guardo di traverso.

Non ricordo nulla di quel posto, o di cosa mi sia successo. La mia memoria è accesa solo da quel gigante certamente pesantemente ormonizzato e me stesso. Me stesso! Perlomeno non ho perso i ricordi dell'essere più affascinante del mondo, penso compiaciuto. Sento una forte appartenenza a questa definizione. Essendo ancora stordito, percepisco solo una forte luce dorata dell'ambiente circostante, ed una melodia lieve e delicata (passando sopra al fatto che uno dei musicisti deve aver sbagliato qualcosa, in quanto una nota stride rumorosamente e continua per un po', stimolando in me la voglia di imprecare. Mi accorgo che stranamente collego a quest'azione l'infamare il nome del vecchio). Una brezza perfetta mi scompiglia dolcemente la criniera.

-Vuoi dire che non ti ricordi dell'Olimpo? O di te?

-No, io... So solo di essere un tipo figo, ecco.

-Sempre come Narciso, eh? Be', non posso lasciarti senza ricordi. Magari dovresti farti un viaggetto nel tempo.

-Cosa intendi dire?

-Tranquillo, ci so fare. Saremo invisibili.

-Non sei una sorta di capo qui? Come puoi andartene?

-Ti ho detto di non preoccuparti! Sei pronto?

Sono troppo stanco e mi sento debole, perciò non protesto. In effetti, sarà interessante perché incentrato su di me. Non mi fido ancora completamente di quell'omone, ma ho come la sensazione che non convenga mai a nessuno contraddirlo.

Chiudo gli occhi.

Improvvisamente mi ritrovo in un luogo completamente diverso, grigio e sinistro, piatto ed oscuro. Strane statue raffiguranti delle persone (cavoli, la faccia della tipa alla mia sinistra non è affatto rassicurante) si stagliano sparpagliate ovunque. Sento una voce profonda ed altisonante che attacca un discorso molto serio:

"E fu così che Pegaso, nobile ed antico equino dalle Ali Possenti, Orgoglio di Zeus, cominciò la sua esistenza, grazie all'eroico Perseo..." Sia lui che il suo compare, un uomo seduto alla sua destra che prende freneticamente appunti, sono vestiti con larghe tuniche.

-Evelina, puoi risparmiarti per dopo? Sai che abbiamo da fare qui, grazie.

E' la voce di Zeus, da qualche parte imprecisata nel cielo.

-Evelina Gialloreto, esatto, Padre divino! Rendo onore all'onnipotenza dei fatti tutti con parole da Muse ispirate...

-Oh, non credere che non lo apprezzi, ma devo mostrare i suddetti fatti, sai che è normale amministrazione.

Has llegado al final de las partes publicadas.

⏰ Última actualización: Sep 04, 2018 ⏰

¡Añade esta historia a tu biblioteca para recibir notificaciones sobre nuevas partes!

Concorso "Parole Culinarie" - PartecipanteDonde viven las historias. Descúbrelo ahora