-Immagina Newt-

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Ricordo ancora il giorno in cui delle persone con delle tute verdi, mi portarono via dalla mia mamma, le lacrime che le rigavano il viso, ripetendomi che mi amava. Quelle persone strambe tutt'ora mi tengono in una stanza, mi portano due pasti al giorno e mi riempiono di punture e test. Questa vita fa schifo. Non mi fanno conoscere nessuno, ripetendomi  che lo fanno per il mio bene. Ma io continuo a sperare che un giorno possa incontrare qualcuno e restare con a lui/lei per qualche minuto.
* * *
Era notte fonda, non riuscivo a dormire, quando ad un certo punto riuscii a chiudere gli occhi, ma sfortunatamente sentii bussare alla porta. Dei colpi veloci ma non troppo forti. Quando l'aprii, mi ritrovai davanti un bambino della mia stessa età, ma un po' più alto di me. Aveva i capelli biondi e gli occhi marroni. Ero strafelice di aver incontrato un bambino come me e non dei vecchi adulti che non sanno far altro che test. Il bambino mi porse la mano e mi disse:" Ciao, io sono Newt. Credo che tu sia t/n. Vuoi venire con me a fare un giro per l'edificio?"
T/n:" si :)"
N:"vieni, seguimi"
Facemmo il giro di quasi tutto l'edificio, mi fece vedere la mensa, alcuni dei laboratori e le aule. Fu il giorno più bello della mia vita.
N:"ora ti porterò dal gruppo B e dai miei amici, dai su andiamo!"
Dopo un po' strada, arrivammo nella  stanza dove dormiva il gruppo B. E lì incontrai gli amici di Newt: Alby, Minho, Thomas, Teresa e Chuck. Poi Newt, avvicinando la sua bocca al mio orecchio, mi disse portandomi verso un lettino dove dormiva beatamente una bambina.
N:"lei è la mia sorellina, ora si chiama Sonya, ma il suo vero nome è Lizzy. Io le voglio un mondo di bene, ma purtroppo tra qualche giorno non ci vedremo più, perché, come sai già, andrò nel labirinto  per dei test molto importanti". La sua guancia fu rigata da una lacrima, che asciugò subito col dorso della sua mano. Io lo strinsi forte a me, dicendogli di non preoccuparsi, perché ci sarò io a badare la sua sorellina fino a quando verrò mandata anch'io nel labirinto con gli altri. Passarono i giorni e così arrivò il giorno delle prove del labirinto. Visto che io dovevo andare nel labirinto dopo alcuni mesi che lui sia entrato, decisi di  andare a salutarlo. Come previsto, lui era molto agitato rispetto agli altri. Quando mi diressi verso di lui, mi salutò con la mano e continuò ad agitarsi fino a quando una dottoressa lo visitò e gli disse che poteva andare. Io mi girai verso di lui. Newt mi avvolse in un abbraccio profondo, l'ultimo. Mi strinse forte e mi disse:"addio t/n, ci vediamo nel labirinto. Salutami Lizzy. Ti voglio bene t/n, non ti dimenticherò mai". Io iniziai a piangere mentre Newt varcava quella maledettissima porta che lo portò nel labirinto.
                      Fine

Ciao, spero che questo immagina vi sia piaciuto. Ho preso spunto dal libro "il codice".

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