10. Milan

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Finalmente ero riuscita a scoprire che cosa fosse successo ad Ashton nell'ultimo periodo che lo aveva reso scontroso con praticamente tutta l'umanità.
Adesso avrei potuto rompergli le scatole facendogli capire che sapevo molte più cose di quante me ne avesse raccontate Luke nel nostro volo diretto a Stoccolma. E al contrario di quello che pensasse quest'ultimo, io non mi sarei fatta intimorire da quello sbruffone. Avrei preso in mano la situazione, in un modo o nell'altro. O almeno ci avrei provato.

Dopo quella chiacchierata che avevo avuto con i ragazzi nel parco di Amsterdam sentivo che le cose sarebbero andate bene e che avrei superato nel migliore dei modi questo periodo di prova che mi stava offrendo il manager. Il problema era che fossi troppo convinta di ciò e quindi per forza le cose sarebbero dovute andare in tutt'altro modo.

"Non lo trovo merda!"

Le cose cominciarono ad andare a puttane proprio in quel momento.
Non trovavo più il mio album.
Non lo trovavo.

Mi maledissi in tutte le lingue del mondo per non averlo custodito abbastanza. Eppure chi sarebbe mai potuto entrare in camera mia a rubarmi un album pieno di foto? CHI?

"Che succede qui?" entrò Calum in camera mia.
"Leslie che stai facendo?" continuò il suo interrogatorio il moro.
"Non lo trovo Calum, non trovo più il mio album" gli dissi esasperata con le lacrime agli occhi. Sì, perché per me quell'album era prezioso.
"Ok allora prima di tutto calmati" parlò lui facendomi sedere sul mio letto.
"Non riesco a calmarmi Cal, devo assolutamente ritrovarlo. E' troppo importante per me, tu non capisci" gli spiegai con la voce flebile.
"Non lo avevi lasciato sul letto? Non può essersene andato, insomma" mi disse rovistando tra le coperte. Eppure avevo già cercato lì e non c'era.

Cominciai a singhiozzare come un'idiota. Dopo questa scenata sicuramente i ragazzi avrebbero pensato di ricoverarmi per problemi mentali e magari non gli avrei dato torto.
"Leslie, non piangere, per favore" mi asciugò le lacrime.
"Ti prometto che lo ritroveremo ok?" mi rassicurò lui abbracciandomi affettuosamente. Quanto era dolce quel ragazzo?

"Leslie, dobbiamo andare, il manager..., che diavolo succede qui?" Adesso pure Luke era entrato in camera mia e mi avrebbe considerata un'idiota. Le cose non potevano andare peggio.
"Luke chiedi al manager di aspettare un attimo" lo pregò Calum.
Io continuai a cercare imperterrita il mio album per tutta la stanza.
"Sei matto? Sai che potrebbe ucciderci se ritardiamo anche solo di cinque minuti" gridò Luke.
Mi stava scoppiando la testa.
"Leslie ha perso il suo album e dato che era estremamente fondamentale per lei dobbiamo ritrovarlo prima di partire" gli spiegò Calum.
"E come cazzo pensi che-"
"Che vuoi che ne sappia io? Inventati qualche cazzata, guadagna tempo per favore" lo pregò di nuovo il moro.
Era incredibile quanta pazienza avesse Calum. Ero assolutamente in debito con lui.

Sentii sbuffare il biondo prima che uscisse dalla stanza.
"Leslie, hai provato a cercare-"
"Non c'è da nessuna parte Calum"
"Senti non è possibile che sia scomparso nel nulla. Vado a parlare con il proprietario dell'hotel, hai subito un furto no?"
Io negai con la testa. Non volevo che diventasse una questione di stato.
Lo avevo perso, dovevo rassegnarmi.
Se il manager avesse scoperto tutto il casino che avevo fatto per un 'semplice' album mi avrebbe di certo licenziata.

"No Cal, va bene così. Faremmo meglio ad andare. Il manager ci uccide tutti se ritardiamo, non hai sentito Luke?"
"Ma-"
"Fa nulla, vuol dire che era destino che lo perdessi" lo interruppi io cercando di accettare la situazione.
Il moro si limitò ad annuirmi.

"Dovrebbero arrivare a momenti"
"Se non lo avessi capito Luke il nostro volo parte tra esattamente mezz'ora e noi siamo ancora in hotel!"

Io e Calum sentimmo il manager gridare dal corridoio.
Bene, pensai, adesso sì che avrei potuto considerarmi licenziata.
"Calum non dire nulla al manager di questa storia" pregai il moro.
"Tranquilla, mi spiace solo che non siamo riusciti a ritrovare il tuo album" ammise lui abbassando lo sguardo.
Dopo tutto ciò che era successo quella giornata potevo dire con certezza di essermi fatta davvero degli amici. Sì, perché i ragazzi non erano solo dei miei 'clienti' per così dire, erano diventati molto di più, specialmente Calum che, a costo di aiutarmi a ritrovare l'album, si sarebbe fatto prendere una strigliata dal manager.

Photograph • Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora