Capitolo 10

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Oggi

Mi sveglio infreddolita e tremante.

<< Dove mi trovo?>>

Adesso rammento. Il mio cervello si sta svegliando e adesso ricorda: La cena, le stelle e il bacio.

Quel meraviglioso e focoso bacio.

Mi stropiccio gli occhi, guardandomi attorno. Brividi di freddo percorrono il mio corpo, anche avendo la giacca di Christopher. La giacca emana un così buon profumo. Il suo profumo. Annuso la giacca. Il suo odore è terribilmente dolce, che mi riscalda all’interno.

Dinanzi a me c'è il lago e tutt'attorno la fresca e selvaggia natura da cui sono circondata.
I primi raggi del sole, riflettono nell' acqua. I suoi riflessi toccandola, producono un luccichio facendola  brillare; come fosse cosparsa da piccoli  diamanti.
L'alba è oramai alle porte. Un nuovo giorno sta per cominciare.

Guardo l’orologio, e miei occhi si sgranano alla vista dell’ora.

<< Sono le 05:30...  Merda... Alle sei e venti devo essere al bar per il turno. >>

Voltandomi di scatto, di fianco a me Christopher dorme beato. È così bello. I lineamenti un po’ scavati, le  labbra morbide e rosate, le ciglia nere e lunghe.  È assolutamente un dio. Potrei fissarlo per ore. Mi stendo nuovamente accanto a lui, accarezzandogli la guancia fresca.
Mi avvicino e lo bacio.
Le sue labbra al tatto con le mie, sono davvero morbide e delicate. A quel semplice tocco socchiudo le mie labbra mordendomi quello inferiore. Voglio poter assaporare ancora una volta quel che rimane, del nostro bellissimo e passionale bacio.

Apre gli occhi. Sono così luminosi nonostante è ancora assonnato.

<< Buongiorno, splendore. >> Gli dico sogghignando.

<< Buongiorno, mia dolce ragazza. Mi dice stiracchiandosi. Dormito bene? Avevi freddo?>>

<< Si, dormito bene. No. Non avevo freddo. La tua giacca mi teneva al caldo. >>

<< Ne sono felice. >>  Dice, alzandosi dal prato e sistemandosi la camicia tutta stropicciata.

<< Christopher… Io devo essere a lavoro tra quarantotto minuti. >> Gli dico ansiosamente.

<< Davvero? Cavolo. Non abbiamo nemmeno il tempo per una colazione? Che peccato. >> Il suo sguardo  amareggiato mi da prova, che vuole continuare a frequentarmi. E ne sono felice.

<< Già…. Sono mortificata ma non posso restare. Inoltre oggi, mi confermeranno l'assunzione. Perciò dobbiamo muoverci. >>

<< Beh, sfrutterò i quarantasette minuti restanti. Per sedurti. >> Dice maliziosamente.

<< Cos’hai in mente? Te lo ripeto entro le 6.20 devo essere a lavoro. >> Ribadisco preoccupata e ancora più ansiosa.

Non voglio perdere questo lavoro. Ne ho bisogno.

<< Stai tranquilla. Fidati di me. >> Dice, facendomi l'occhiolino.

<< Ci proverò. Uomo dai mille misteri. Ancora non so praticamente nulla di te. Che lavori fai? I tuoi interessi? Non so niente. Eppure eccomi qua. >> Gli dico con tono irritato.

<< Sarei un uomo dai mille misteri? Io? >> Scoppia in una risata quasi di risentimento. Forse le mie parole l' hanno colpito. Forse adesso, mi dirà qualcosa.

<< Si. Tu. Mi piacerebbe sapere la tua storia. Cosa nascondi? >> Dico, incrociando le braccia. Mi sento risentita dal suo atteggiamento. Cavolo. Sta lì zitto. Fissandomi. Come se fossi la colpevole di un crimine. Un crimine che nemmeno ho commesso.

In fondo è così sbagliato? Vorrei sapere com’è? L’uomo che adesso ho di fronte è un fottuto enigma.  Mentre sono ancora persa tra i miei pensieri. Lui si avvicina alla staccionata che separa il lago dal prato circostante. Si schiarisce la voce, fa un lungo respiro e dice:

<< Scoprirai adesso o in futuro che io  sono un semplice ed umile uomo.
Un uomo che nella sua vita ha avuto tutto o forse non abbastanza, per tutto questo. Vedi, mia dolce ragazza. Le favole potranno pure esistere in qualche universo parallelo. Ma non in questo. Vorrei dirti che sono il tuo principe azzurro, che sono il tuo cavaliere dall'armatura di acciaio; approdato qui in tuo soccorso per salvarti. Ma non è così.
Io sono il diavolo. La mia anima è macchiata da una ferita. Una ferita che nessuno può curare nemmeno tu mia dolce ragazza. Se solo ti dicessi cosa nascondo veramente, fuggiresti via. >>

<< Christopher…Io … >>

Non riuscii a dire nient'altro se non il suo nome.

<< Adesso andiamo. Ti ho promesso che saresti arrivata in tempo per il lavoro. Ed io mantengo le promesse. Sempre. >>

Dopo quelle parole Christopher si incamminò, senza nemmeno voltarsi.

Il sentiero che conduceva alla macchina era costeggiato da alberi e cipressi ormai del tutto spogli. Non disse nemmeno una parola durante il viaggio di ritorno. Arrivati davanti alla caffetteria però, gli dissi qualcosa io:

<< Tu non sei il diavolo. Se tu lo fossi, io sarei il tuo piccolo angelo. L’angelo che custodisce la tua anima pura. Io sarei la tua luce e il tuo ossigeno. Però solo se tu me lo permetteresti. In questo universo, io potrei davvero essere quell’angelo che potrebbe togliere quella macchia di oscurità. Quella macchia che è dentro di te. Ma non sono io che devo prendere questa decisione, sei solo tu. Tu solo puoi conoscere la risposta. >>

Speravo che le mie parole potessero  rincuorarlo, ma così non fu. Non disse nulla. Scesi dalla macchina e lui partì. Lasciandomi piena di dubbi e parole a metà.


°°°°

Chissà se l'avrei più rivisto?



Al prossimo capitolo ♥️

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