2 - Piacere di conoscerti Lilith Jones

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Ho ventiquattro anni, sono fuori casa - e in giro per il mondo - da quando ne ho 16. Ho incontrato migliaia di persone, ho vissuto un sacco di esperienze che mi hanno fatto crescere prima del tempo. Ho visto tanti di quei posti - e tanti di quei volti - che potrei scriverci un libro.

Ho imparato molto presto cosa siano la responsabilità e il sacrificio, ma ho anche avuto il privilegio di fare della mia passione il mio lavoro e di questo non ringrazierò mai abbastanza la mia famiglia per il sostegno che non mi ha mai fatto mancare.

Quello di cui ho sofferto nei primi anni della mia carriera è stato non poter instaurare un rapporto con qualcuno. Che si trattasse di una relazione o di amicizia, i miei impegni erano così numerosi, che assorbivano completamente ogni mia energia. Non avevo modo di poter instaurare un rapporto duraturo perché non stavo quasi mai nello stesso luogo per più di una settimana e, fra interviste, registrazioni, concerti e ospitate varie, non avevo certo il tempo per coltivare qualunque tipo di rapporto umano.

Adesso che la band è in pausa, e l'unica persona verso cui sono responsabile sono me stesso e i ragazzi che suonano con me - ovviamente - ho la possibilità di avere una piccola parentesi di vita "normale", quasi come quella che avrebbe potuto condurre Harry se non fosse diventato Harry Styles. Certo Harry non potrebbe volare da un continente all'altro ogni volta in cui ne ha bisogno, ma sarebbe in grado di ritagliarsi qualche piccolo momento in cui poter essere sé stesso e godere di qualche ora in assoluta intimità con la donna che ama.

Un piccolo movimento attira la mia attenzione. Si sta girando su un fianco, gli occhi ancora chiusi e una piccola smorfia sulle sue labbra, quelle che mi hanno baciato con tanto ardore la notte appena trascorsa.

Mi ha raggiunto in albergo poco prima di cena, ieri sera, ma erano quasi dieci giorni che non riuscivamo a vederci, e i piatti del servizio in camera sono rimasti sul tavolino della mia suite più o meno fino a mezzanotte, cioè quando la fame si è fatta davvero sentire, e il nostro desiderio l'uno dell'altra si è placato.

Siamo a Los Angeles, lei ci abita da sempre, io sento di appartenere a questa città anche non essendoci nato, ed è per questo che ho comprato una casa qui ancora prima di conoscere Lilith.

Avrei potuto restare a casa oggi, ma l'assedio delle fan mi ha fatto optare all'ultimo momento per una sistemazione che non avevo previsto, ma decisamente più tranquilla.

Stasera sarà l'ultima del tour e spero la prima di un noi che è sempre più prepotente nei miei pensieri.

«Ciao, Harry Styles.» La sua voce assonnata, i suoi capelli scompigliati, le sue gambe che si intrecciano alle mie e la sua mano destra che cerca immediatamente un contatto posandosi sul mio fianco, per poi fare una leggera forza, avvicinarsi e stringersi al mio corpo.

«È solo Harry la mattina» le ricordo, mentre si appoggia con il viso sul mio petto.

Giochiamo spesso sul mio nome: sono Harry quando siamo solo io e lei o con le persone che mi sono più care; sono Harry Styles con il resto del mondo. Cerco di essere sempre più vero e sincero possibile, ma con lei è tutta un'altra storia.

«Oggi sei Harry Styles. Voglio pensare di essere stata a letto con una star della musica e che stasera mi dedicherà l'ultimo concerto del suo primo tour.» Lo sta dicendo per scherzo, ma non immagina nemmeno quanta verità ci sia nelle sue parole.

Il pensiero di quello che ho programmato per stasera torna immediatamente a far accelerare il mio battito cardiaco. Spero di non combinare un disastro e che vada tutto come spero.

«Allora dovresti restare nel parterre. Anzi, dovresti già essere in coda a quest'ora» le faccio notare, usando il suo stesso tono scherzoso mentre si stringe un po' di più e io poso la mia mano sulla sua schiena.

Lilith || H.S. ||Where stories live. Discover now