Capitolo 17

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Jae Hwa sedeva di fronte a lui, mentre piccole ciocche dei suoi capelli le incorniciavano il viso. Era molto concentrata su quello che stava facendo, ma tendeva a distrarsi molto spesso, questo Namjoon lo aveva notato. Continuava ad osservare quello che stava facendo, quasi estasiato, come se alle sue spalle vi fosse un'aura angelica. Non sapeva che cosa stesse provando in quel momento, ma si sentiva felice, come se soltanto la sua presenza riuscisse ad infondergli allegria. La sua attenzione andò mano mano scemando, quando alzò lo sguardo per incontrare quello del ragazzo.
-Chi è quel ragazzo?- domandò Jae Hwa riferendosi sicuramente a Yoongi, -è il mio coinquilino- rispose lui sorridendo divertito. Yoongi era sempre stato una persona riservata, ma sapeva che oltre a lui c'era stata un'altra persona a cui lui era profondamente legato, anche se non parlava mai di lei. Era una persona che riusciva sempre a farlo sorridere, che aveva sempre avuto la forza di fargli fare quello che lei voleva, ma da quando se n'era andata Yoongi non era più stato lo stesso. Sapeva che le mancava profondamente e che aspettava sempre una sua telefonata, ma questa non arrivava mai e lo vedeva spesso saltare la cena o chiudersi in camera sua. Sapeva che aveva pianto per lei, che era stata l'unica ragazza a distruggere il suo cuore e che era l'unica in grado di tenere uniti tutti quei pezzi rotti, ma dubitava che lei sarebbe mai tornata da lui.
-Non pensavo vivessi da solo- disse Jae Hwa attirando la sua attenzione e lui sorrise, un sorriso malinconico, come se stesse guardando al passato e a tutti i momenti che aveva trascorso con Yoongi prima di arrivare in quell'appartamento un po' malconcio. -Yoongi me lo ha chiesto, con la sua famiglia non riesce più a stare- rispose Namjoon e a quelle parole qualcosa negli occhi della ragazza si spense, se prima vi fosse stato un lieve bagliore ora non brillava più nulla, come se una folata di vento gelido l'avesse spento. Era una persona che provava empatia? Forse percepiva il dolore di Yoongi? O forse c'era dell'altro? Non sapeva con precisione che cosa lei stesse pensando, sapeva solo che sembrava profondamente addolorata. -Forse è meglio che io vada- disse ad un certo punto cominciando a sistemare le sue cose, mentre le mani cominciavano a tremare incontrollate. -Sicura di stare bene?- le domandò Namjoon preoccupato e lei annuì con un cenno del capo, guardando il ragazzo dritto negli occhi. Non voleva che lui si preoccupasse per lei, sapeva che sarebbe stato inutile, che nulla sarebbe cambiato; non voleva nemmeno che lui si affezionasse a lei. Avrebbe voluto avvicinarsi a quel ragazzo, ma più ci provava, più sembrava allontanarsi per paura di ferirlo. -Posso accompagnarti?- le domandò Namjoon costringendola a distrarsi dai suoi pensieri, mentre lei alzava il capo per guardarlo dritto negli occhi. Uno sguardo intenso, un racconto che rimaneva celato dal colore delle sue iridi; un racconto che sembrava narrare una grande tristezza e un grande dolore, ma vedeva della gioia, anche se molto lontana e ormai sopraffatta dalle altre emozioni. -Non voglio disturbare e forse fare due passi mi aiuterà a concentrarmi meglio- rispose Jae Hwa continuando a guardarlo dritto negli occhi, Namjoon sapeva che insistere era sbagliato, che avrebbe dovuto fare finta di nulla e lasciare che fosse sempre lei a fare il primo passo, ma era stanco di aspettare, voleva davvero prendersi cura di quella giovane principessa triste. -Non mi va di lasciarti sola- continuò il ragazzo alzandosi in piedi per cercare di aiutarla, ma lei aveva già terminato di mettere tutto all'interno del suo zaino. I suoi grandi occhi castani lo scrutavano con una grande intensità, come se stesse cercando di catturargli l'anima, quasi ci volesse giocare con essa. Non era abituato a tutte quelle emozioni. Aveva conosciuto molte ragazze, aveva frequentato molte di esse, ma non aveva mai provato nulla del genere per nessuno. Si sentiva quasi trafitto al cuore, ma allo stesso tempo stava così bene che credeva di star per prendere il volo. Le prese il viso tra le mani e la guardò dritto negli occhi, non voleva baciarla, non voleva fare nulla, voleva semplicemente che l'attenzione di quella ragazza, per un momento, fosse completamente su di lui.
-Lascia che io mi prenda cura di te- disse Namjoon continuando a tenere lo sguardo fisso nei suoi occhi e a quelle parole Jae Hwa rimase sorpresa. Il suo cuore cominciò a battere all'impazzata, mentre cercava di controllare il respiro. Non si aspettava una reazione del genere da parte sua, ma sentiva che le sue parole erano sincere, che quello che stava dicendo, lo stava dicendo con il cuore. Non sapeva per quale motivo ne era così certa, ma sapeva che lui non voleva ferirla. -Ti farai del male Namjoon se continui a cercarmi- rispose Jae Hwa sostenendo il suo sguardo e a quella sua affermazione Namjoon non volle cedere, non voleva affatto cedere. -Io non posso fare a meno di cercarti- rispose lui in un sussurro. Avrebbe voluto baciarlo, avrebbe voluto davvero che lui si prendesse cura di lei, voleva lasciarsi trasportare, ma era troppo spaventata e non voleva ferirlo. Si allontanò di scatto e prese il suo zaino, mettendoselo sulla spalla. -Non voglio che tu soffra, mi dispiace- rispose lei correndo successivamente fuori dal suo appartamento. Lo lasciò lì, da solo. Namjoon non sapeva che cosa fare, che cosa dire, non sapeva come comportarsi. Guardò fuori dalla finestra il cielo grigio e nuvoloso, presto sarebbe venuto a piovere... No! Non poteva lasciarla sola con quel brutto temporale. Non avrebbe mai permesso che si facesse del male o che si ammalasse per colpa sua. Doveva assolutamente proteggerla. Prese le chiavi della sua auto che si trovavano sul comodino all'ingresso dell'appartamento e uscì di casa. L'avrebbe raggiunta e l'avrebbe riportata a casa, non voleva spaventarla, ma non poteva nemmeno negare quello che stava provando per lei. Avrebbe fatto di tutto, sarebbe andato in capo al mando per cercarla, avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei, l'unica cosa che non poteva smettere di fare era amarla. 

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