1000 anni e poi.../MERTHUR

SOGNI

'Che strano tupo' pensò Artù mentre tornava a casa. Era appena tornato da lavoro quando si era scontrato con Merlino.

Aveva una ditta che produceva costumi per parate, soprattutto medioevali, ereditata dal padre Uther, morto di infarto.
Sin da bambino Artù aveva disprezzato il modo di lavorare del padre, si poteva quasi dire che schiavizzasse i suoi dipendenti. I quali accolsero con valore l'arrivo di Artù come loro nuovo capo, dato che avevano notato il diverso atteggiamento che aveva con loro il ragazzo. Infatti era molto disponibile e comprensivo, al contrario del padre.

Arrivò a casa mente pensava a quello strano tipo, Merlino aveva detto di chiamarsi. Aveva provato una strana sensazione quando l'aveva abbracciato, come un muro sfondato da una forza potentissima, era come se il tocco di quel tipo avesse innescato qualcosa che non aveva capito, aveva provocato una strana e istintiva simpatia verso il moro, fatto stà che gli aveva sorriso e lo aveva perdonato di tutto. Poi quasi come se non volesse perderlo gli aveva chiesto di vedersi per un caffè, stranamente il moro aveva acconsentito subito.

Ora si trovava a casa sua, una bella villa nella zona ricca della città. Viveva con sua sorella, Morgana, ma ancora per poco, dato che stava per andare a vivere con il suo ragazzo, Mordred. Ad Artù non era mai piaciuto, era cupo, riservato e non sorrideva quasi mai, però la vita era di Morgana e decideva lei.

Stava cenando quando si ricordò di non aver chiesto a Merlino i dettagli del loro incontro del giorno dopo. Così gli scrisse:

"Ciao Merlino!!!! A che ora e in quale bar ci vediamo domani?"

Dopo poco il Moro rispose:

"Ciao Artù, perché non ci vediamo a casa mia per pranzo? Ho fatto la torta! Questo è l'indirizzo!"

Artù sorpreso acconsentì:

"Se per te non è un problema io accetto. Che ne dici di vederci alle 12:30?"

Subito il Moro rispose:

"Va bene, a domani allora, buonanotte!"

Artù sorrise e chiuse la chat.

Era stanco, il lavoro lo aveva stessato, così andò a dormire nel suo bel lettone morbido. Si addormentò subito.

Dolore al fianco, cotta di maglia, sangue, sangue, un ragazzo, capelli ricci e neri, apparentemente senza volto...dolore...dolore...una donna, capelli neri e lunghi, bellissima, cattiva, senza volto anch'ella...dolore...dolore... un ragazzo, capelli neri, maglietta azzurra, giacca marrone, fazzoletto rosso, occhi d'oro, senza volto, dolore...dolore...dolore...dolore, nero.........luce, medici, ospedale, biberon, scuola, padre, ditta, costumi, beeeeeeeeeng!!

Artù si svegliò di soprassalto, spaventato e tutto sudato, aveva urlato, infatti Morgana stava correndo verso camera sua a piedi scalzi.

"Artù!! Fratello che succede?!" Disperato Artù si gettò tra le braccia della sorella e pianse, senza saperne il motivo.

Era mezzogiorno e casa di Merlino era un disastro. Era domenica e si era svegliato tardi, si era lavato e vestito senza fare colazione, aveva dovuto sistemare la casa per l'arrivo di Artù. Ora aveva appena finito di cucinare il primo, lasagne, e si accingeva a iniziare di preparare il secondo: involtini di pollo con prosciutto e scamorza bagnati nel vino bianco, la specialità del moro.

Stava pensando al suo amato Artù, quel benedetto testa di fagiolo aveva finalmente deciso di sbucare fuori dopo 1300 anni!
Merlino non era più stato felice dopo la morte di Artù, aveva riscoperto la felicità, quel suono di clacson era stato l'inizio della sua gioia.

Merlino stava per apparecchiare quando sentì suonare il campanello. Dopo essersi ritoccato i capelli Merlino raddrizzò la schiena e con un sorriso ebete sul volto andò verso la porta. Rimproverandosi del suo comportamento la aprì
Trovo un Artù che si specchiava Bell a maniglia della porta per controllare se i capelli erano in ordine. Rosso come un peperone Artù si alzò immediatamente e sorrise imbarazzato. Merlino che per poco non scoppiava a ridergli in faccia, lo invitò ad entrare...