〚Barlume di speranza〛XVII

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[Aggiornato e revisione in corso...]

«C'è stato un tempo in qui ero assai diverso dal me stesso di questo istante» Iniziò a raccontare il distruttore, tenendosi stretto al petto lo scheletro bianco.

Ink taceva, accarezzando con l'indice ogni giuntura delle ossa della scheletrica mano nera, come a ricrearne il disegno che l'aveva generata.

«Diverso...come?» Domandò di punto in bianco, intrufolandosi in quell'attimo di pausa preso dal maggiore.

Lo scheletro nero pazientò ancora prima di sospirare «Non so...un po' come il Sans originale, avevo quel qualcosa che accomuna tutti i Sans...» un'altra pausa, più duratura «...o almeno così credo. Non ricordo più».

Il creatore smise di "disegnare", ora molto più catturato nel discorso. Ruotò verso Error il capo, guardandolo intricato, ma al contempo nostalgico «Continua»

«Be', non è che ricordi tutto, eh...» Appagò con tono mellifluo Error, per poi sospirare ancora.

«Me l'hai promesso!» Contestò infantile, il minore.

Arreso, il distruttore iniziò a raccontare...

[...]

Vuoto. Già, solo vuoto.

Orribile, nero, inodore, insapore,informe, privo di suono e privo di consistenza...vuoto.

Semplicemente non vi era alcun ché a riempire quegli spazi, non sembrava necessario.

Al centro di tutto quel oceano di buio vi giaceva uno scheletro privo di tutto, fuorché la sua persona...o almeno così sembrava.

Forse non stava al centro, forse stava un po' di lato, a destra.

No, forse all'estrema sinistra.

A lui non importava.

Quando aprì gli occhi, il buio inghiottì tutto. Se vi rimaneva qualche brandello di ricordi, era certo che ora gli fosse stato rubato.

Si alzò, si guardò attorno.

Quella simmetrica normalità gli dava la nausea.

Cominciò a camminare...

Per quanto camminò?

Attimi, secondi, minuti, ore, giorni...

No, era troppo complicato definire il tempo.

Forse non c'era proprio il tempo, in quel luogo, come fosse distante da tutto e da tutti...

Così distaccato, privo di importanza.

Iniziò a sentirsi tremare, come se le pareti che non riusciva a sfiorare lo stessero schiacciando.

Nella sua testa vi era uno statico desiderio, ma di cosa?

Cosa vi era fuori?

O meglio, c'era un "fuori"?

E se fosse tutto nella sua testa?

Oh, che odiosa sensazione...

La consapevolezza di non sapere nulla, di sentirsi senza un significato...

ĪĿ ᑎƐŔO DƐĿĿ'ᗩŔƇOßᗩĿƐᑎO (ƐŔŔOŔĪᑎҠ)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora