Capitolo 30

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Sento il cuore battere veloce solo al pensiero che Will possa andarsene. Mi agito immediatamente. Perché vuole farlo? É perché abbiamo litigato? Per la cavolata che ho fatto? Può mai essere per questo? E poi abbandonerebbe tutto quello che ha costruito qui? Studio e campionato?
Aaaaaahhh
Se fossi stato affianco a lui non avrei il bisogno di farmi certe domande senza ricevere risposte. Non mi sento bene,non posso farcela,io voglio vedere Will ogni giorno,voglio perdermi nei suoi occhi,voglio stringere le ciocche dorate dei suoi capelli,voglio immergermi nei suoi abbracci e inalare il suo profumo,voglio baciarlo.
Tante cose voglio fare ma che non farò...che tristezza.
Ma non mi va bene,non finirà così,sta volta farò qualcosa,lo fermerò non se ne andrà. Corro verso la mensa,sicuro che Will e i suoi amici siano ancora lì. Infatti li trovo a ridere e a scherzare in un tavolo in fondo. Non c'è nessuno oltre loro, i miei amici (più o meno),che probabilmente stavano per andarsene e quattro persone che non conosco. Tutti si fermano e si zittiscono al mio passa veloce verso quel tavolo,evitato da tutta la scuola, perché tutti sanno che non bisogna arrabbiarsi con Solace,o ne uscirai con qualche costola rotta. Ma io sono Nico,e lo so che infondo,ancora tiene a me. Arrivo davanti a lui,Charlie e Tobias. Anche loro si zittiscono. Stringi i pugni lungo i fianchi.
-Che cazzo vuoi tu?-
Dice Charlie.
-Smamma idiota.-
Dice Tobias,dando l'ultimo morso al suo panino.
Serro la mascella e guardo Will dritto negli occhi,non m'importa di quei due,voglio solo parlare con Will. Devo risolvere. La sue espressione però,ancora una volta,non lascia trapelare niente. Non capisco.
-É vero?.-
Domando,prima piano,come se lo stessi chiedendo a me stesso,ma poi lo ripeto più forte per farmi sentire.
-É vero? Te ne vai?.-
Volevo dare un tono sicuro a quello che ho detto,ma é uscito solo un suono stridulo e quasi impercettibile.
Tobias e Charlie però diventano subito seri,quasi tristi forse. Mi hanno sentito allora. E dalle loro reazioni capisco anche che conoscono la situazione. Ma io no. Voglio spiegazioni,ma lui non mi risponde. Mi osserva in silenzio,ancora impassibile.
-rispondi...DIMMELO!.-
Niente,nessun segno di vita.
-Ehi bello, dovresti andartene.-
Dice Tobias.
-Non sono cazzi tuoi.-
Dice Charlie.
-Sì che sono cazzi miei,tutto quello che riguarda Will riguarda anche me. Non me ne fotte assolutamente niente se ha smesso di parlarmi,se l'ho offesso,se vuole ignorarmi,io continuerò ad aver bisogno di sapere tutto di lui,per sapere se almeno sta bene, nonostante io non sia accanto a lui. Devo sapere ogni dettaglio perché io Will non lo dimentico. Ci tengo a lui,troppo forse,e solo il pensiero di non vederlo più,mi distrugge...-
Dico l'ultima frase in modo frammentato,sento gli occhi umidi,mi viene da piangere sì,ma non lo farò,non qui,di fronte a loro. Alla fine del mio discorso vedo però finalmente qualcosa sul volto di Will,é uno sguardo... malinconico forse? Triste?.
Peccato che sia durato così poco, perché adesso é tornato come prima,se non peggio. Smette di guardarmi e si stira sul posto sbadigliando. Poi torna a guardarmi ghignando.
-Pensi davvero che io ci tenga a te? Pensi seriamente che io ti abbia amato? Credi davvero che io sia tuo e tutto quello che mi riguarda,riguarda anche te?-
Ride.
-Nico...tu non vali niente per me,ti ricordi? Sei solo uno stupido frocio. Ti ho preso in giro,era tanto difficile da capire? Volevo solo far capire agli altri che tipo di mostro fossi tu. Io non sono mai stato frocio,al contrario di te.-
Mi guarda con disgusto.
Apro la bocca scioccato. Cosa... cosa mi ha detto? Io non...non capisco...
Sento un forte dolore al petto,il silenzio accanto a me mi opprime,mi sento schiacciato dalla pesantezza del momento. Mi fermo,anzi,tutto si ferma,ogni cosa é immobile,come il mio cuore adesso. Neanche lui batte più ormai.

-L'unico mostro che vedo qui,sei tu.-
Mi giro e vedo Jason alla mia sinistra. Reyna dietro di lui mi si avvicina e mi prende dalle spalle.
-Andiamo Nico,lascialo stare.-
Mi sussurra all'orecchio.
Mi giro con il cuore in mille pezzi,non ho ancora realizzato bene le sue parole. A passo lento cammino dritto verso l'uscita dalla mensa,seguito da Reyna che mi spinge dalla schiena per andare avanti. Sento Jason parlare ancora con Will.
-Mi fai schifo. Come hai osato fare una cosa così sdegnosa bastardo?.-
Un pò di silenzio e Will risponde piano,ma lo sento lo stesso.
-Mi faccio schifo anche io.-
Poi si alza e corre via sorpassandomi. Non si è capito bene, chi é esattamente la vittima? Io? Vittima di uno stupido gioco, o Will? Vittima di qualcosa che non ho capito cosa sia effettivamente. Perchè lo so,che a lui é successo qualcosa. Ma il punto é: Perché mi ha detto quelle cose? Le pensa davvero? Oppure...oppure non lo so. Voglio solo morire adesso.
Anche Reyna e Jason sono confusi,li vedo con le sopracciglia innalzate un'espressione confusa stampata in volto. Ma sinceramente adesso non m'importa più di niente e nessuno. Il dolore al petto diventa sempre più forte, non è fisico,ma morale. Non c'è la faccio,ho sostenuto tanto dolore per troppo tempo. Ho affrontato troppe derisioni,abbandoni e pene. Sono stanco.
Ormai sono quasi alla mia classe,in corridoio non c'è più nessuno,e proprio in mezzo al cammino,mi blocco. Con Reyna dietro a spingermi ancora e Jason accanto a me. Lei finisce con lo sbattere di botto contro la mia schiena,ma molto piano. Mi guarda in cerca di una risposta alla sua muta domanda,sua e di Jason,entrambi sembrano chiedermi "perché ti sei fermato?". Ma non lo so perché,ho lo sguardo assente,non vedo nessuno di fronte a me, vedo l'infinito vuoto della vita. Poi qualche lacrima silenzioso inizia a scendere dal mio viso. Prima poche,poi sempre di più,inizio a stringermi il petto,sento il cuore esplodere. Mi tiro i capelli,urlo,mi dimeno tra le braccia di Jason,che non mi ricordo quando mi hanno afferrato nel tentativo di non farmi male da solo. Piango e urlo,cado per terra e mi dimeno,urlo un misto di parole: "Basta! Sono stanco! Aiuto aiuto aiuto! Vi prego! Non c'è la faccio più! Voglio morire,ammazzatemi! Perché a me,tutto a me, perché!? ".
Una folla di gente si raduna accanto a me. Sento voci,sguardi addosso,poi però,non sento più niente.

***

Apro gli occhi lentamente, la luce mi acceca,sono in un ospedale? Si,per forza,questa é una stanza d'ospedale. Ma perché mi trovo qui?.
-Sei nel reparto psichiatrico Nico.-
Mi giro a destra e vedo mio padre seduto a sfogliare una rivista di gossip,sulle migliori star italiane. Non mi sorprende vedere il suo sguardo disinteressato e quasi infastidito per la perdita di tempo che gli ho causato.
- perché sono qui? E perché ci sei anche tu?.-
Sospira.
-Per la prima domanda ti rispondo dicendo che hai avuto un crollo mentale,un attacco di panico causato da stress e depressione,sei letteralmente uscito di testa a scuola...-
Gira pagina e non mi degna di uno sguardo.
-...per la seconda domanda penso che la risposta sia ovvia Nico.-
Dice freddo.
-No,non é ovvia. Spiegami.-
-ahh smettila,non hai due anni. Lo sai che sono tuo padre e che ovviamente devono chiamarmi in casi del genere.-
Ecco,lo sapevo. La sua risposta non é stata "ma che domanda fai? Ovvio che sono venuto perché ci tengo a te, perché sei mio figlio e ti voglio bene Nico,sei tutto ciò che mi rimane,e sono preoccupato per te!". No,non mi ha detto questo. Non l'ha fatto,la sua risposta é stata questa in sintesi "purtroppo sono tuo padre e quando fai cazzate mi devono chiamare per forza,quindi vedi di non fare più il rompicoglioni". Adesso é chiaro.
-Giusto. Ma adesso sto bene,puoi anche tornare in Italia,e io andrò a casa mia e non ti vedrò per molto tempo spero.-
Finalmente mi guarda. Posa la rivista di gossip e parla fra sé e sé.
-Devo dire che Apollo ha scritto molto bene questo articolo su di me,dovrebbero dargli un aumento per questo...-
Cos
-... comunque, adesso chiamo il dottore,ti dirà che hai,e poi torneremo alle nostre vite.-
Annuisco.
-Vado a chiamarlo.-
Annuisco di nuovo. Esce dalla stanza e dopo un pò rientra col dottore affianco. É un vecchio cicciottello,dalle guance rosse e gli occhiali rotondi che poggiando sul naso.
-Piacere Nico, sono il dottor. Care ,allora come va?.-
-bene.-
Dico freddo. Lui mi sorride e si siede nella sedia dove prima c'era mio padre.
-Sei sicuro?.-
-si.-
-Visto? Sta bene,può uscire di qui,vede?.-
Dice mio padre al dottore. Lo guardo male,non gliene frega proprio niente, assolutamente niente di me.
Il dottore guarda prima me e poi Ade.
- la prego di uscire signore, sarò io a giudicare se sta bene o no.-
Mio padre apre la bocca per parlare,ma sta zitto ed esce chiudendosi la porta alle spalle.
Il dottore torna a guardarmi e sorride di nuovo. Ma ha un problema ai muscoli facciali?.
-Allora, dicevo Nico,sei sicuro di stare bene?.-
Ancora? Ma è scemo?.
-Dottore sto benissimo,non sono pazzo,mi faccia tornare a casa.-
Lui ride un pò.
-E chi ha detto che tu sia pazzo ragazzo mio,e chiamami Asclepio per favore,tutte queste formalità non sono necessarie.-
Se lo dice lui.
Annuisco.
-Che ne dici di parlarmi un pò di te Nico?.-
-Non voglio uno psicologo.-
Lui poggia la sua mano sulla mia spalla e sorride.
-Ovvio,lo so. Hai solo bisogno di un amico.-

Un raggio di luce in un cuore di tenebre {Solangelo}💛Where stories live. Discover now