XIII

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«let's be happy together,»

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«let's be happy together

«Jimin-ah, festeggiamo?»

Taehyung aveva preso il biondo per la mano, cominciando a correre per tutto l'ospedale.

Taehyung sorrideva e, per la prima volta si sentiva felice. Jimin era riuscito a farlo come rinascere. Sentiva i brividi impossessarsi del proprio corpo, voleva fare tanto, tanto per rendere quel momento indimenticabile.

«Taehyung-ie, datti una calmata» rise Jimin, facendo battere a mille il cuore del grigio.

La sua risata, un suono poetico e soave, che faceva riprendere vita all'anima di Taehyung.

Perché Jimin era diventato quella scintilla che riusciva a far tornare quel fuoco che Taehyung teneva dentro di sé, spento e privo di luce, ad ardere di passione.

I due si ritrovarono a correre, tra le persone che camminavano per i corridoi bianchi. Le infermiere li avevano ripresi più di una volta, dicendogli di non sforzarsi così tanto e di non correre nei corridoi, ma i due non se ne curavano.

Taehyung era felice, sì, ma Jimin, Jimin lo era anche più di lui. Perché Taehyung ormai era diventato il suo tutto e, giorno dopo giorno, capiva sempre di più che si era innamorato, che tutto ciò che si stava creando, per lui, era diventato amore.

Jimin si sentiva al settimo cielo, mentre scorgeva il grande sorriso stampato sul volto del suo amico.

Il biondo strinse la mano del grigio, non volendolo lasciare.

Era curioso. Curioso di sapere dove lo stava portando, perché non riusciva a collegare quel tragitto a nessun posto in particolare.

Aveva voglia di bloccarlo, di farlo smettere di correre e, in mezzo a tutta quella gente, di baciarlo.

In quell'istante Jimin bramava il suo contatto, bramava le sue labbra. Voleva di nuovo sentire la morbidezza delle sue gemelle, posarsi sulle sue, creando una danza armoniosa.

Ma, se Jimin stesse pensando che il suo amico non volesse le stesse cose, si stava dirigendo nella strada sbagliata, nella direzione completamente opposta. Taehyung, in quel momento voleva averlo tutto per sé, rimanere soli e avere più di un semplice contatto, come loro solito.

Infatti, era proprio ciò che stava facendo. Andare in un posto dove potessero rimanere soli, dove nessuno li avrebbe mai disturbati. Ci pensò su, poi gli venne in mente.

«Non ce la faccio» rise il grigio «sono felice, Jimin-ah! E tu- io voglio che tu faccia parte della mia felicità» annuì, convinto, mentre correva.

Poco dopo Jimin capì dove si stesse dirigendo.

Il flusso di persone nel corridoio cominciò ad affievolirsi, gli scatoloni cominciavano a farsi spazio negli angoli della strada e le stanze dei medici sparirono del tutto.

Si ritrovarono davanti all'ascensore, il loro ascensore.

Taehyung premette il bottone per richiamarlo davvero tante volte, euforico e senza pazienza, in quel momento. Lo premette talmente tante volte che Jimin lo dovette fermare.

«Ma vuoi romperlo?» Rise, aggrappandosi al suo collo.

Taehyung non ci vide più dall'euforia. Fece incastonare i loro sguardi, per poi fiondarsi sulle gemelle del suo compagno.

Lo spostò verso le porte metalliche dell'ascensore, aspettando che si aprissero.

Entrarono, continuando a baciarsi con avidità. Taehyung, ogni secondo che passava, bramava sempre di più il suo compagno.

Il grigio bloccò il biondo contro la parete, con le sue braccia, continuando ad assaporare le sue labbra.

Jimin, invece, portò le sue braccia attorno al collo del ragazzo, attirandolo a sé, facendo aderire alla perfezione i loro corpi.

Taehyung, portò una mano sul pannello della struttura, tastando la parete fredda, trovando poi il soggetto della sua ricerca. Il tasto per bloccare l'ascensore.

Si staccò di poco, il giusto per far scontrare i loro sguardi.

«Sei così fottutamente bello, Jimin-ah» disse tutto d'un fiato, facendo così perdere un battito al ragazzo in questione.

Jimin aveva il cuore che batteva, batteva all'impazzata. Voleva che quel momento non finisse più, voleva bloccare il tempo, per rimanere incastonato in quel preciso istante.

Le braccia di Taehyung si spostarono, vagando libere e senza preoccupazione sul petto del suo migliore amico. Jimin si beò di quel contatto, nonostante fosse ancora completamente limitato.

I due tornarono a far scontrare le proprie labbra, lottando per incastonarsi alla perfezione.

Taehyung strattonò la maglia di Jimin, facendogli poi alzare le braccia, levandogliela. Le mani di Taehyung tornarono sul petto del ragazzo biondo. 

Jimin sussultò, pelle contro pelle.

Le sue mani, vagavano sul suo corpo, vogliose. Voleva spingersi oltre, lo bramava più di qualunque altra cosa.

Le loro labbra, ormai gonfie e rosse, giocavano, i loro muscoli si rincorrevano, danzando. I loro corpi stavano reagendo alla situazione.

Taehyung passò a baciare la sua pelle perlacea, lasciando una scia di baci umidi e caldi, arrivando fino al suo collo, dove lasciò dei piccoli segni violacei.

Jimin si morse le labbra, sentendo di non resistere più.

Taehyung si accorse della sua reazione e lo guardò negli occhi, capendo cosa volesse.

Passò una mano, su tutto il suo corpo, arrivando fino all'elastico dei suoi pantaloni.

Jimin, al contatto freddo delle mano del ragazzo davanti a sé, si lasciò uscire un ansimo strozzato.

Taehyung tornò a far scontrare le sue labbra, con la pelle del ragazzo, provocandogli così altri ansimi soffocati.

Con una lentezza straziante, che a Jimin pareva piacere, Taehyung gli abbassò i pantaloni, sfiorando il rigonfiamento dei suoi boxer, con la mano, facendolo sussultare.

E, tra uno schiocco e l'altro, provocato dai baci dati dal grigio, infilò una mano all'interno dei suoi boxer, provocando una sensazione più che piacevole nel biondo, che teneva gli occhi chiusi, mentre si mordeva le labbra, cercando di fare il meno rumore possibile.

Ad entrambi sembrava tutto totalmente surreale. Erano trasportati dalla passione, dalla voglia e dall'avidità. Nessuno dei due sembrava aver voglia di finirla lì.

Jimin, in poco tempo si ritrovò ad intrecciare le dita delle sue mani, con i capelli del grigio, cercando di trattenersi il più possibile, mentre si beava di quel contatto così tanto desiderato.

Le loro labbra tornarono ad incatenarsi. Entrambi erano bisognosi, l'uno dell'altro. Volevano sentirsi vicini, volevano sentirsi felici.

Jimin gemette, nel bacio, sulle labbra di Taehyung.

Continuò a bearsi di tutta quella situazione.

Le sue convinzioni erano partite, non esistevano più.

Era sbagliato? Sì.

Importava più? No.

Oncology | VminWhere stories live. Discover now