No One Can Hurt You Now

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Provo a voltarmi ma non ci riesco. Qualcosa mi tiene bloccata nella posizione in cui mi trovo.
Sono sdraiata sul fianco e capisco che un braccio mi sta circondando la vita, bloccandomi contro un torace ampio.

Erwin respira regolarmente e mi tiene stretta a lui, come un bimbo col proprio peluche; le nostre gambe sono allacciate, una delle sue è posizionata in mezzo alle mie. Essendo molto più alto di me la sua testa è sul cuscino, sopra la mia; l'altro suo braccio è sotto il cuscino morbido.

È caldissimo, nonostante i pantaloni e la canottiera sento il suo calore addosso.
Devo svegliarlo?
Di solito noi della legione ci alziamo presto, ma sarà troppo presto?
Poi come faccio a svegliarlo?
Non posso tappargli ancora il naso.


Mentre ragiono sul da farsi sento che stringe la presa, avvicinandoci ancora di più. Non nego che sia una bella sensazione, averlo così vicino mi rilassa, però sento dentro un certo calore che, paradossalmente, mi agita. Questa sua vicinanza mi confonde: non so se sono più tranquilla o imbarazzata.


Sento che fa un respiro più profondo e alza la testa, sbadigliando.


- Hey... - lo saluto.

- Mmm, 'giorno. - la sua voce assonnata è adorabile. Inclino la testa verso di lui:

- Ti ho dato calci?

Scuote la testa negando, sono sollevata.

- Però hai parlato, ma non ricordo bene cosa hai detto.

Mi volto ancora di più per poterlo vedere in faccia; lui allarga la presa su di me per permettermi di girarmi completamente.

Ha i capelli spettinati davanti agli occhi ancora non del tutto svegli.
Le guance sono arrossate e lungo la mascella si vede il segno della barba che sta crescendo. Mi sento mancare il fiato per qualche secondo poi riesco a formulare una frase:

- Non sapevo di parlare nel sonno...

- A dire il vero era successo anche quando ti controllavo mentre stavi male, ma non ti ho mai detto nulla. - ammette con un mezzo sorriso.
Lo guardo perplessa e lui si affretta a rispondere:

- Non volevo iniziassi a farti paranoie. Non dicevi nulla di strano...

- Non sembri troppo convinto.

- Bhè, ogni tanto insultavi qualcuno, ma non dicevi mai nomi.

Mi sento confusa: non ricordo nessun sogno fatto nel periodo del "ricovero".

- E stanotte?

- Stanotte mi hai svegliato chiamandomi. - mi sorride.
Spalanco gli occhi:

- Oddio scusa! Io- io...

- Non fa nulla. Anzi è stato divertente: farfugliavi qualcosa su disegni, stupidi titani e " Erwin mi passi le fragole?"


Mi sento arrossire e mi nascondo affondando il viso nel suo petto ampio. Mi rannicchio contro, e lui mi stringe. Ci ritroviamo avvinghiati come prima, questa volta con una mia gamba tra le sue.

- Adesso ho voglia di fragole...

È l'unica cosa che riesco a dire, sempre nascondendomi addosso ad Erwin.
Inizio a stiracchiarmi e distendo le gambe per poi ripiegarle come prima. Purtroppo alzo troppo, e troppo velocemente, le ginocchia, soprattutto quello bloccato tra le sue gambe.

Appena mi accorgo di quello che ho fatto, e sento il suo grido trattenuto, capisco che cosa ho combinato:

- Oh cazzo scusa!

- Sì... proprio quello... - parla in un soffio e si stringe ancora di più addosso a me.

- Scusa, scusa, scusa, scusa! - lo abbraccio e lui nasconde il viso nell'incavo del mio collo.

Safe and Sound ~ErwinxOCWhere stories live. Discover now