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Erano le tre e cinquantasette minuti e Hayden stava già spostando i libri che non c'entravano con quella categoria — la stessa del giorno precedente —, domandandosi se Cole fosse semplicemente in ritardo o se gli avesse dato buca, lasciando a lui tutto il lavoro.

Si sentiva un po' sconfortato, ma soprattutto in colpa e il motivo era semplice: era convinto di aver fatto e detto qualcosa che aveva infastidito Cole e che gli aveva fatto prendere la decisione di saltare quel giorno di punizione.

Non gli era passato nemmeno per anticamera del cervello che forse era davvero semplicemente in ritardo e che si stava solo facendo filmini mentali inutili poiché non aveva fatto nulla che avesse potuto turbare l'altro ragazzo.

Sfilò dalla scaffalatura un libro di letteratura inglese e sbuffò sonoramente. Ma era mai possibile che non fossero capaci di rimetterli al loro posto? Dannazione!

Lo incastrò tra il braccio e il suo fianco poi impensierito, tornò ad ispezionare quel ripiano che detto con sincerità: era un totale disastro perché non c'era un libro al suo posto.

Pochi minuti dopo sentì dei passi pesanti avvicinarsi a lui e un respiro affannoso, seguito subito dopo dalle grida della bibliotecaria che ammonirono quella persona di far silenzio.

Hayden fece in tempo a voltarsi verso il lato da cui erano partite le grida poi venne travolto da un corpo muscoloso e alto il doppio di lui che lo trascinò verso il suolo, facendogli picchiare malamente la schiena.

«Cazzo. Scusa Hays, stavo andando così di fretta che non ho nemmeno guardato davanti a me», biascicò Cole col fiato corto e il viso a pochi centimetri da quello di Hayden che avvampò all'istante.

Il moro, pressato contro il pavimento freddo della biblioteca dal corpo pesante e muscoloso dell'altro, balbettò parole sconnesse mentre il suo viso prese letteralmente fuoco per l'imbarazzo.

Cole, rendendosi conto della situazione, si alzò di scatto da Hayden poi lo aiutò a rimettersi in piedi ed infine emise un finto tossicchio prima di indicargli, con l'indice della mano destra, la visibile protuberanza che gli si era formata nelle parti basse.

Per Cole era la prima volta che si trovava in una situazione del genere con un ragazzo. Di solito erano le ragazze ad eccitare lui quindi ora, vedere il corpo di Hayden reagire in quel modo al suo lo fece sentire strano, ma allo stesso tempo onorato perché voleva dire che aveva quell'effetto anche sui ragazzi.

Il più basso seguì con lo sguardo il punto indicato dall'altro e quando si rese conto della situazione imbarazzante in cui si trovava, scappò via traboccante di vergogna che fuoriuscì dai suoi occhi, ora lucidi e colmi di lacrime piene di imbarazzo.

Hayden stava morendo dalla vergogna. Non poteva credere di essersi eccitato solamente perché Cole gli era finito addosso e la cosa che più lo faceva imbarazzare, desiderare di scomparire era il fatto che fosse stato lui a farglielo notare. Era stato lui a notarlo per primo.

Cole Powell lo aveva visto eccitarsi per lui e, adesso non desiderava altro che scavarsi una fossa e buttarcisi dentro per poi rimanerci dentro fino alla fine dei suoi giorni.

Il biondo lo chiamò per cercare di fermarlo perché voleva dirgli che non doveva vergognarsi di una cosa del tutto naturale, ma l'altro non stoppò la sua corsa, anzi uscì velocemente dalla biblioteca e quello lo capì anche dalla domanda che la bibliotecaria gli fece con preoccupazione e a cui non ricevette risposta.

Lasciando perdere tutta la confusione che c'era in quel reparto, Cole corse fuori dalla biblioteca e prese a cercare, quasi con preoccupazione, Hayden, immaginando già dove poteva essersi rifugiato: in bagno.

Ma perché mi stavo preoccupando tanto per lui? Si domandò il biondo, fermandosi davanti alla porta dei bagni maschili al primo piano dell'edificio scolastico e prendendo una lunga boccata d'aria prima di entrare all'interno della stanza.

«Hays? Hays sei qui?», appena porse quelle domande sentì qualcuno singhiozzare pesantemente in una cabina quindi emettendo un impercettibile sospiro, si posizionò davanti a quella porta e bussò.

«Forza Hays, apri. Non è successo niente di che. È una cosa normale per noi adolescenti con gli ormoni impazziti quindi forza, apri questa porta e parliamo», biascicò Cole, appoggiando una mano sulla maniglia, ma l'altro non provò nemmeno a sbloccarla, anzi continuò a piangere, sentendo il cuore scoppiargli nel petto.

«No, vattene! Ora lo dirai ai tuoi amici e mi sfotterete fino alla fine dell'anno scolastico», sbraitò Hayden con la voce spezzata dai singhiozzi mentre le spalle gli tremolavano ad ogni spasmo che quel pianto gli stava causando.

«Non farò niente di ciò che hai detto. Resterà una cosa mia e tua e basta. Forza piccolino esci da quel bagno che non deve essere un bello spettacolo», Cole provò a convincerlo, abbozzando un sorriso quando sentì la porta sbloccarsi, segno che ben presto sarebbe uscito da quel lurido cesso.

«Lo giuri?», chiese Hayden con le guance più rosse di un pomodoro maturo, le labbra turgide e gli occhi gonfi e lucidi mentre la sua mano tremava titubante sulla maniglia della porta.

«Lo giuro, Hays», disse con sicurezza Cole, certo di mantenere quella promessa perché non era una persona a cui piaceva spiattellare i segreti degli altri in giro, soprattutto se imbarazzanti come quello.

Hayden fece un profondo respiro poi aprì lentamente la porta del bagno e quando fu certo che Cole non avesse in mano un cellulare per registrare la sua reazione, uscì da lì, emettendo un sospiro fiacco e continuando ad evitare lo sguardo dell'altro.

«Non devi vergognarti. Io non ti giudico. So di essere irresistibile», ridacchiò il biondo per cercare si smorzare tutta quella tensione che se si voleva, si poteva tranquillamente tagliare con un coltello talmente era tangibile.

Il moro si coprì il viso arrossato con le mani poi scosse il capo, trattenendo a stento un ridacchio che non passò inosservato all'altro ragazzo, il quale sorrise fiero di sé poi fece una cosa che non solo scioccò Hayden, ma anche Cole stesso perché era stata una cosa del tutto involontaria: lo afferrò da un fianco, tirandolo verso di sé e lo abbracciò con trasporto, accarezzandogli pure la schiena con delicatezza.

Hayden spalancò gli occhi, il suo cuore fece una capriola e il suo stomaco si attorcigliò così tanto che temette di star per morire dai dolori — anche se piacevoli — tra le braccia della persona di cui era innamorata.

Cole invece nascose semplicemente la testa nel incavo del collo dell'altro perché le sue guance avevano preso un po' di colore per il suo stesso gesto, fatto poi per un ragazzo che a stento poteva considerare un conoscente, dato che si erano parlati pochissime volte.

Il biondo si schiarì la voce, staccandosi lentamente da quell'abbraccio ed evitando lo sguardo sconvolto dell'altro, «Io torno in biblioteca. Ti aspetto lì. Tu fai pure con calma.»

«S-sì, v-va bene.»

Girlish [Youth Series ~ Book #18]Where stories live. Discover now