20.Questo è molto strano...

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Stranger Things

Odio il rumore.
Non riesco mai a concentrarmi se non vi è pace e tranquillità, so che questo può suonarvi strano, ma è così. Sono una scalmanata e soprattutto troppo iperattiva, ancora di più se bevo del caffè, eppure quando devo fare qualcosa, o pensare mi ci vuole quiete.

Cosa sto facendo di preciso?
Uno schema per vincere.
Potrò sembrarvi ossessiva - lo sono - ma non è così. Tutti l'hanno presa come una partita amichevole. Come una novità.

Ma qui non c'è niente di divertente.
Qui si tratta di due cose:

O vinci, portandoti a casa la gloria e rinfacciare al genere maschile che anche se non siamo dotate di pene possiamo rompergli il culo.

O perdi e quindi dichiarare - si fa per dire - che le ragazze sono e saranno sempre succubi degli uomini.

Che si può trattare di uno sport, un lavoro, una relazione, ma comunque conta.

Sto cercando di appuntare qualcosa sull'attacco totale,come aveva suggerito Johanna.
Questo praticamente è l'espressione con cui nel calcio si definisce quello stile di gioco per cui ogni calciatore che si sposta dalla propria posizione è subito sostituito da un compagno, permettendo così alla squadra di mantenere inalterata la propria disposizione tattica. Secondo questo schema di gioco nessun giocatore è ancorato al proprio ruolo e nel corso della partita chiunque può operare indifferentemente come attaccante,centrocampista o difensore.

Per farla breve dovremmo pensare solamente ad arrivare alla porta,fare quanti più tiri possibili e sperare di metterne tra i pali qualcuno.
E questo andrebbe benissimo, dato che non vi è - come dicevo precedentemente - un ruolo preciso, e sarebbe l'ideale anche perchè in squadra non vi sono molti pezzi grossi.

Oppure la strategia di Maud.
Santa ragazzina dalle idee geniali.
Non c'è molto da dire sulla difesa.
Consiste praticamente nel chiudersi a riccio, in un modulo o da 6-3-1,6-2-2 o addirittura un 6-4-0.

Questo credo debba deciderlo la Reyson, è una mossa azzardata certo, ma così non rischieremmo.
Mi scoppia la testa. Manca meno di un mese ed in più questa stupida area Natalizia che si fa sentire, mi fa venire il voltastomaco.

Non ho mai passato un Natale con i 'fiocchi' - giusto per farla ironica - e man mano che crescevo non me ne è più importato un cazzo.
Che senso ha passare le festività con gente che ti disprezza solamente?

A mio parere è una cosa alquanto ridicola.

I miei pensieri vengono interrotti da del vociare.
I miei genitori dovrebbero essere ritornati.

Prendo un bel respiro, lascio il mio quaderno degli appunti e metto su il mio sorriso più falso.
Accettare mia madre che sta facendo passi indietro e diventare più umano posso capirlo, ma mio padre.
Mio padre che ha sempre provato disgusto nei miei confronti non riesco proprio a concepirlo. Mi guarda come se fossi una bastarda* e questa situazione mi ha sempre dato parecchio fastidio. Non ha mai cercato un vero rapporto con me, è sempre stato in solitudine o come cagnolino domestico si portava a spasso mamma.
Che schifo.

«Buongiorno mamma,papà.» esordisco scendendo le scale.Mia mamma mi risponde facendomi un sorrisino - sembrerebbe - imbarazzato, mentre il donatore di spermatozoi aka padre mi lancia uno sguardo esaustivo e fa un cenno con la testa.

Rosa si occupa di portare le loro valige di sopra,lui sparisce e rimaniamo solamente io e mia madre.
«Come stai mamma?»  le chiede, vedendo la sua espressione mediamente serena.«Sto molto meglio, e tu Kathy, novità?» il suo sorriso quasi mi contagia e per la prima volta in vita mia non provo fastidio a sentire quel nomignolo. Le sorrido di rimando e «Niente di che, a scuola sono successe un po' di cose, Gween si è fidanzata e tra meno di un mese potrei smettere di giocare a calcio, ma tutto sommato bene.» rispondo un po' atona. In realtà volevo andarci con calma, in diciotto anni di vita non ho mai parlato così a lungo con mia madre, magari potrei addirittura annoiarla.

Ma mi sorprendo perchè lei corruga lo sguardo, mi trascina sul divano e «Raccontami tutto, abbiamo un bel po' di tempo da recuperare insieme!» quasi non la riconosco.
Dov'è quella strega che mi comanda a bacchetta e dice di comportarmi come vuole lei?
Cosa sta succedendo?

«Ehm..va bene! E' cominciato più di un mese fa...» e comincio a raccontarle tutto. Dalla pallonata lanciata ad Allison contro il mister della squadra maschile, di come ho elaborato una stupida vendetta e di come mi sono così tesa la trappola da sola. Le parlo della bocca di Gween che delle volte dovrebbe stare più chiuse per via dell'idea del match proclamato e aggiudicato dal preside Peterson. Le parlo anche di Alexander, di come si è rivelato una persona bellissima ma anche stronza. Di come è ancora chiuso con me nonostante mi abbia parlato tanto. Di come mi abbia ricordato l'anno precedente ed abbia risvegliato in me ricordi bui.

Lei mi ascolta attentamente, noto dei momenti di tristezza oscurarle il volto. Di come la sua espressione si faccia colpevole.
Di come vorrebbe dire qualcosa, intervenire ma si ferma e riflette. Di come il suo labbro trema quando cerca di rassicurarmi.
E poi mi abbraccia.
Semplicemente mi abbraccia.

Un contatto fisico che non ho mai ricevuto da lei se non durante qualche convegno dove era obbligata a far notare il rapporto fantastico che avevamo.

«Questo Alexander sembra speciale allora.» confuta dopo un po', guardandomi dalle sue lunghe ciglia.
L'ho sempre invidiata mia madre. E' di una bellezza davvero rara. Nonostante i suoi quasi quarant'anni c'è gente che la scambia per una venticinquenne.

«I-io non lo so. Lo conosco a malapena. So solo che quando c'è lui mi sento come una piccola nave in legno in mezzo ad una tempesta in mezzo all'oceano. Mi sento nervosa ecco. Però poi quando cominciamo a parlare,anche di argomenti stupidi, mi fa sentire bene. E' la mia ancora in un certo senso. E non credo questo vada bene.» asserisco cercando un suo rimprovero,ma nessuna traccia di codesto.Anzi,forse ammirazione quello che trovo nei suoi occhi?

«Mi dispiace Kathleen. Mi dispiace tantissimo.» mi abbraccia ancora una volta, la voce disperata e tremante. Io sospiro, ormai faccio solo quello, vivo di sospiri.
«E' acqua passata mamma. Non pensiamo più al passato.» la stringo a me.Vuole ricominciare daccapo, chi sono io per impedirlo?

A Fantastic GoalWhere stories live. Discover now