Chapter 1

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*Jo*

Afferro il mio camice bianco infilando le maniche e abbottonandolo, quando entra Daisy sospirando.

“hey Daisy! Che succede?” la saluto attirandola in un veloce abbraccio.

Lei fa l’infermiera qui, l’ho conosciuta quando lei aveva appena finito il tirocinio e abbiamo legato parecchio. È bello avere un’amica qui dentro, in mezzo  ai pazienti e tutto, è bello avere qualcuno che possa strapparti un sorriso ogni tanto.

“oh, hey Jo cercavo proprio te”  dice ricambiando l’abbraccio e sospirando, probabilmente per avermi trovata. Questo ospedale è abbastanza grande e posso immaginare come sia cercare una persona tra tutti i piani e i corridoi.

“hai bisogno?”

“si, volevo solo aggiornarti sul tuo nuovo paziente”  risponde lei guidandomi fuori dalla piccola stanza con camici e armadietti.

“ah si…deve ricominciare a camminare giusto?”  domando ricordando di averne parlato brevemente con il mio capo.

Daisy mi conduce fino a un tavolino all’entrata del piano, proprio sotto al cartello blu con la scritta ‘fisioterapia’. Passa le dita sulle cartelle mediche di fronte a noi fino a trovare quella che stava cercando, la sfila e la apre di fronte a me.

“si esatto, è un mio paziente e visto che sei mia amica volevo informarti sul tipo”  dice e io corrugo la fronte in un’espressione confusa.

“cosa vuoi dire?”

“niente di esagerato, è solo che è un tipo un po’ – come dire.. – particolare”

“particolare?”  ripeto ancora più confusa di prima. Ho avuto a che fare con molti pazienti, e in realtà mi sono sempre piaciuti tutti, chi più chi meno.

La cosa bella di essere stata assegnata alla riabilitazione è che tutti i pazienti sono in qualche modo felici di essere lì, hanno una scintilla di speranza negli occhi. Sanno che quella è la loro possibilità di ricominciare. Vedere la motivazione e la speranza nei loro occhi, la felicità di riuscire a raggiungere i loro scopi è quello che mi dà la forza di alzarmi e venire qui ad aiutarli col sorriso sulle labbra.

“diciamo che ha un po’ di rabbia repressa, non so per quale motivo tuttavia…solo non prenderla sul personale se ti risponde male o qualcosa del genere, okay?”  mi spiega Daisy passandomi la cartella.

“Ashton Irwin”  dico dopo aver letto il nome sulla copertina  “d’accordo, sarà una sfida allora”

*Ashton*

Non ho idea di che ora sia, ma credo che siano passate almeno un paio d’ore da quando ho mangiato. O almeno da quando mi hanno portato quel vassoio di disgustoso cibo da ospedale, ne ho buttati giù giusto un paio di bocconi per non svenire o qualcosa del genere.

Sento delle voci da fuori la porta e deduco che Daisy stia per entrare. Mi ha detto il suo nome la prima volta che è entrata qui, dopo l’operazione. Non so per quale motivo, ma credo che faccia parte del suo contratto l’essere gentile e tutta quella merda del sorridere e blah blah.

“signor Irwin”  come previsto Daisy entra dalla porta qualche istante dopo.

Detesto quando mi chiama ‘signor Irwin’ – cosa che fa praticamente sempre – mi fa sembrare un vecchio decrepito, quando ho solo ventidue anni.

“la pianteresti di chiamarmi così, grazie?”  dico col mio solito tono scocciato.

Lei ridacchia e annuisce  “d’accordo..Ashton”  forzo un sorriso con le labbra anche se l’unica cosa che vorrei fare è urlare in faccia a lei e a chiunque varchi quella porta dicendo di non rompermi il cazzo con tutte le loro fottute gentilezze.

The Crash || Ashton IrwinWhere stories live. Discover now