Chapter 17

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So let's cross the lines we lost













Capitolo diciassette. 













Loro non ne parlano il giorno dopo.
O quello successivo.
Passa un'intera settimana e non ne parlano per nulla, e Louis vuole credere che sia perché a lui sta talmente bene quella situazione che quasi se ne dimentica, ma non sa chi vuole prendere in giro.
Di sicuro non Zayn, a quanto pare.
"Non sei per niente d'accordo con questa storia," dice il moro una mattina, mentre si trovano a lavoro e Louis sta cercando di studiare. Zayn gli si avvicina ancora di più. "Per niente, per niente d'accordo."
"Cosa ti ha dato questa idea?" Chiede, annoiato.
"Sei arrivato a lavoro un'ora prima, tanto per iniziare."
"E' su questo che ti basi?" Dice Louis con una debole risata. "Zayn, sto bene."
"Ci credo tanto quanto te," Zayn allora allunga una mano e chiude il suo libro, prendendolo e poggiandolo poi sulla scrivania. "Forza."
"Cosa stai facendo?"
"Dai, andiamo a fare quattro passi. Possiamo allontanarci per qualche minuto, tanto nessuno verrà."
Louis sospira. Non ha alcuna voglia di parlare di questa situazione, non ha alcuna voglia di mettersi a nudo. "Stai diventando ridicolo."
Si lascia comunque tirare su dal suo amico ed insieme si dirigono verso la porta sul retro che affaccia sul piccolo e vuoto cortile. Si siedono sui gradini e Louis si tira le ginocchia al petto mentre Zayn afferra un pacchetto di sigarette dalla sua tasca posteriore. Ne accende una ed aspira lentamente, porgendola poi a Louis.
"Tutto ciò è stupido, Z. Sto bene," dice, nonostante nota la sua mano tremolante mentre porta la sigaretta alle labbra.
"Se non vuoi che vada via, dovresti dirglielo."
"No," risponde con tono risoluto.
"No? Questo è tutto ciò che hai da dire?"
Louis alza le spalle. "Non lo costringerò a rimanere, questo lo porterà ad odiarmi. So che è una grande opportunità e so che vuole andare. E poi... io non voglio nemmeno che rimanga."
"Cazzate."
"No, è la verità. Davvero, non... non vado bene per lui. Non sono la persona adatta. Questo sarebbe successo comunque, prima o poi."
"Cosa?"
"Questo. Questo stupido, triste stato in cui finisco sempre," sospira. "Ogni volta che mi succede qualcosa di bello non dura mai, finisco sempre con lo star male."
"Non deve essere così per forza, non deve. Così non ti aiuti, Lou."
"Mi sto proteggendo."
"No invece. Puoi credere tutto ciò che vuoi, ma non lo stai facendo. So che tutta questa situazione ti fa male e so benissimo che qualsiasi cosa succeda tu tornerai sempre da Harry perché quel ragazzo è la tua fottuta vita ed hai paura di ammetterlo a te stesso," dice il moro, aggrottando le sopracciglia. "Potrai avere altre storie, potrai distrarti quanto vorrai, ma lui sarà sempre qui." Continua, indicando con un dito il suo cuore. "Lui per te sarà sempre l'unico. L'unico che ha fatto crollare i tuoi muri, l'unico che è riuscito a sciogliere il tuo cuore, l'unico che è stato in grado di farti vibrare l'anima. Non rinunciare a tutto solo per questo."
Louis scuote la testa, sorridendo amaramente. "Sembra tutto molto idealista, Zay. Semplicemente non funziona così per tutti, non è tutto bianco o nero, ci sono altre mille sfumature, altri mille problemi ed io semplicemente non sono fatto per questo, non sono in grado di affrontarlo."
"Che cosa vuol dire? Questo è un qualcosa che puoi cambiare, Lou. Non devi essere così spaventato-"
"Smettila di parlarne come se fosse così fottutamente facile," sbotta. "Solo perché sei felice e hai risolto tutti i tuoi problemi e non hai più bisogno di rimanere qui-"
"Sei arrabbiato per questo? Louis, sai che non ci andrei se tu non fossi d'accordo."
"Oh mio Dio, giuro che ora urlo," dice Louis portandosi una mano al volto, per poi abbassarla di nuovo. "Pensi che io voglia sentirmi dire questo da Harry? E comunque no Zayn, non voglio che tu rimanga. So che resteremo uniti nonostante la distanza perché la nostra amicizia è solida, ma io ed Harry? Anche quando è qui è come se avessi costantemente bisogno della sua rassicurazione perché ho sempre paura di perderlo e che si stanchi di me, e so che è stupido e appiccicoso e giuro che non- questo non sono io. Non so cosa mi ha fatto diventare, sono completamente diverso da quando ho lui nella mia vita."
"Quindi tu vuoi... cosa? Troncare le cose prima ancora che parta? Lui non ha alcuna voce in capitolo?"
"Ha già detto tutto ciò che doveva dire."
"Cioè?"
Louis guarda a terra. "Che potremmo farlo funzionare. Ed io gli ho detto che sono d'accordo."
"Perché l'hai fatto se non ci credi?"
Louis soffoca una risata, scuotendo la testa. "Perché non voglio che rimanga solo perché si sente in colpa per me. Perché odierei se lo facesse, lo sai."
"Chiaramente non lo so. So che hai paura, è sempre stato un tuo grande problema, ma dovete parlare. Ne avete bisogno. Potreste trovare una soluzione, o magari lui potrebbe restare-"
"Zayn, aveva già deciso di andarsene prima ancora che me lo dicesse. Non vuole restare." Louis lancia il mozzicone di sigaretta a terra e lo spegne con la suola. Poi si tira su. "Ma grazie per questa piccola conversazione, ha davvero messo le cose nella giusta prospettiva."
Louis torna in biblioteca e cerca di tenersi impegnato per il resto della giornata, desiderando di poter spegnere quella pesante sensazione che aleggia nel suo petto, desiderando di trovare un modo per smettere di sentirsi così. Ha un piccolo, piccolissimo momento in cui pensa che, forse, quando Harry se ne andrà non starà così male, che forse i brandelli del suo cuore spezzato riusciranno a ricomporsi col tempo, che riuscirà a superare anche questa loro seconda separazione. Quel pensiero vortica e vortica nella sua testa fino a sfumare completamente, perché sa che è una bugia.
Comunque sta del suo meglio per cercare di comportarsi normalmente in questi giorni. Harry però sembra sempre leggere ogni emozione che ha dipinta sul volto, e non è che può evitarlo dato che, fondamentalmente, vivono insieme. Ad un certo punto, Louis pensa che forse ha soltanto bisogno di un po' di tempo da solo, per pensare al fatto che qualcuno voglia davvero avere una relazione a distanza insieme a lui. E' un territorio totalmente nuovo quello. Ma alla fine, si limita a non pensarci.
Dopo un po' li raggiunge anche Jade, ed insieme si mettono a lavoro per cercare di riordinare una montagna di nuovi libri. A lui tocca sistemare lo scaffale della lettera Z, e si chiede perché ci siano così tanti autori con cognomi che iniziano per Z, cercando di non pensare ad Harry. Ascolta Jade parlare della festa di laurea di sua sorella e del suo quasi imminente ritorno a casa per le vacanze di Natale, mentre lui non gli dice nulla di ciò che sta succedendo. La giornata passa così, muovendosi da scaffale a scaffale, e fa di tutto per riuscire a tenere la mente occupata, fa di tutto per cercare di non pensarci.
Quando finiscono il turno in biblioteca ormai è ora di pranzo, quindi Zayn li saluta e si dirige verso l'aula di musica mentre Louis esce insieme a Jade.
"Vai a casa?" Chiede, portandosi le mani in tasca.
"Si, ho un ultimo esame domani e devo ripetere tutto."
Louis sente il telefono vibrargli in tasca, ma lo ignora. "Hai bisogno di compagnia?"
La ragazza si stringe nelle spalle. "Certo, se ne hai voglia. Ma sei disposto a farmi il tè quando te lo chiedo?"
Louis ridacchia. "Suppongo di poterlo fare."
Insieme quindi si dirigono verso casa di Jade, la quale vive in un piccolo monolocale nei dormitori degli studenti, e quindi non è troppo lontano dalla biblioteca. Una volta arrivati, Louis lascia cadere il suo zaino davanti alla porta d'ingresso ed afferra il telecomando della tv che la ragazza gli lancia mentre prende i libri e si sistema sulla scrivania.
Ore dopo, Louis non si è mosso di un millimetro, a parte quando si è alzato per preparare uno spuntino per lui e Jade. Si rifiuta categoricamente di controllare il suo cellulare, perché vuole staccare la spina per un po', non vuole pensare a nulla e azzerare le sue emozioni ed i suoi pensieri. Quindi finisce con l'ascoltare le divertenti sfuriate della sua amica.
"Che poi perché esistono le conclusioni? E' un saggio di ricerca! Non dovrei assolutamente concluderlo perché... perché c'è ancora così tanto da aggiungere!" Dice, agitando tra le mani una pila di fogli.
"Perché ti stai facendo prendere dal panico? C'è ancora tempo, andrai bene." La consola.
"C'è la festa stasera ed io-"
"Oh, giusto. La festa." Borbotta piano. "Beh, comunque hai ancora un paio d'ore. E poi puoi sempre andartene prima."
"Si, ma mi piacerebbe restare. E poi tra poco devo tornare in biblioteca, devo coprire il turno di Leigh perché la sua macchina si è rotta."
"Posso farlo io," dice subito Louis.
"Sei sicuro? Non è un problema, posso-"
"Non mi dispiace, davvero. Anzi ne sarei grato."
Jade si ferma e lo guarda per qualche secondo. "Va tutto bene? Non che mi dispiaccia che tu sia qui, ma sembra proprio che tu stia evitando qualcosa... o qualcuno."
Louis abbassa lo sguardo. "Ho solo bisogno di staccare un po' la spina e non pensare a certe cose. Sto bene, davvero."
La ragazza annuisce. "Va bene. Ma se farai il turno poi arriverai tardi alla festa."
"Non preoccuparti di questo, Jade. Andrà tutto bene."
Lei gli sorride e si avvicina per abbracciarlo. "Mi hai davvero salvato la vita, Louis."
Già, chissà se riuscirà a salvare la sua.

So let's cross the lines we lost (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora