capitolo tredici

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non penso di aver mai messo una nota autore all'inizio di un capitolo, ma oggi voglio metterla prima che cominciate a leggere perchè - nonostante le parti di questa storia non abbiano un titolo - questo mi sta particolarmente a cuore e volevo consigliarvi di leggerlo ascoltando "Bad Bye" di Namjoon.


badbye

Se avesse potuto viaggiare indietro nel tempo, Kim Seokjin si era spesso chiesto in quale modo avrebbe dovuto approcciarsi al suo io sedicenne. Non trovava le parole per poter cominciare una conversazione con se stesso, forse perchè non ve ne erano. Probabilmente avrebbe optato per una lettera, una lettera per metterlo in guardia. Per avvisarlo che il destino non sempre gioca a nostro favore, non sempre ci guarda attentamente prima che qualcosa accada nella nostra vita. Semplicemente, siamo uno fra tanti altri, nessuno di speciale agli occhi del destino.

Probabilmente si sarebbe fermato ad osservarsi attentamente. E sapeva benissimo cosa avrebbe visto nei propri occhi. Avrebbe visto migliaia di sogni custoditi in un angolo non remoto della sua mente, pronti per essere realizzati. E avrebbe trovato anche i progetti per il suo futuro; alcuni accartocciati e gettati in un angolo, altri invece ben sistemati uno in pila all'altro. E su tutti c'era non solo il suo nome, ma anche quello della persona che amava più di quanto amasse se stesso: Soo Chaeyoung.

Ancora faceva fatica a capire come avesse potuto, tra tutte le persone presenti nella loro scuola, attirare l'attenzione della ragazza più bella che lui avesse mai visto in tutta la sua vita. Non aveva mai fatto un passo verso di lei, semplicemente la osservava da lontano e - di tanto in tanto, quando i loro sguardi si sfioravano - le rivolgeva un sorriso timido. A quanto pare non vi era bisogno di molte parole.

Non era nemmeno sicuro di piacerle quando - trovando il coraggio per confessare i propri sentimenti - le aveva chiesto di fermarsi dopo la scuola per qualche istante. E in quel giorno di inizio febbraio, senza che lui dicesse nulla, lei si era avvicinata e, alzandosi sulle punte, aveva posato le sue labbra sulle sue.

Da quell'istante, non aveva più dubbi, tutto si era dissolto nella sua mente. Chiaro come il cielo in una giornata in piena estate, Seokjin non aveva perso tempo e - trattenendo con delicatezza la sua mano - l'aveva invitata al ballo di fine inverso che la loro scuola stava organizzando. E nessuno dei due lo avrebbe mai dimenticato. Avevano ballato insieme tutta la sera, erano stati la prima coppia a cominciare e l'ultima a lasciare la pista. I loro occhi sempre incollati, mentre lui si perdeva in quelli di lei e lei contava le stelle che brillavano in quelli di lui.
Quella sera nevicò per l'ultima volta prima dell'inizio della primavera, come se la neve avesse deciso di voler rendersi partecipe dell'inizio della loro relazione.

Erano sicuramente una coppia come tante altre. Vivevano le loro giornate tra i loro alti e bassi, dopotutto non poteva essere sempre e solo rose e fiori. Avevano le loro giornate in cui non potevano minimamente vedersi anche per motivi che nessuno dei due capiva, e avevano le loro giornate in cui niente e nessuno poteva interromperli nelle loro chiacchierate e nelle loro risate. Lei non sopportava minimamente le sue battute - anche se alcune riuscivano a strapparle comunque un sorriso - e lui non sopportava di doverla aspettare ogni volta che dovevano uscire insieme - nonostante poi non riuscisse a fare a meno di osservarla rapito.

E si amavano, diamine se si amavano. Irradiavano quell'aurea d'amore ovunque andassero che il povero Yoongi - insofferente a tale sentimento, ancora troppo giovane e senza esperienza per poterlo comprendere completamente - finiva sempre per avere il voltastomaco. E sì, nonostante fosse un anno più piccolo di entrambi, lui e Seokjin erano diventati amici fin da subito. Ed era stato abbastanza incredibile dato che - come dicevano la maggior parte delle persone che erano loro accanto - Yoongi intimidiva chiunque posasse gli occhi sulla sua figura. Eppure Seokjin era riuscito a fare breccia in quelle mura tanto spesse quanto invalicabili e non se ne era mai pentito, nemmeno una volta.

In tutto ciò, il minore doveva continuamente sorbirsi i discorsi pieni di amore che Seokjin blaterava ogni volta, soprattutto quando doveva accompagnarlo a comprare un regalo per la ragazza quando ricorreva un momento in particolare. Ma il maggiore sapeva che lui lo lasciava parlare solamente per capire; capire che cosa ci fosse di speciale magari, oppure cosa si dovesse sentire per essere così. Nonostante Yoongi avesse espresso chiaramente che l'amore era l'ultimo dei suoi problemi, il maggiore sapeva benissimo che - prima o poi - anche lui si sarebbe lasciato andare e qualcuno sarebbe riuscito a sfondare quella muraglia che il ragazzo si era costruito attorno.

Nonostante tutto - e a quanto diceva Yoongi a bassa voce, senza che nessun altro potesse sentirlo - Seokjin sapeva che al minore non dispiaceva trovarsi in quella situazione. Per qualche assurdo motivo - che lui proprio non riusciva a capire - Chaeyoung era riuscita a far abbassare le barriere protettive di Yoongi e lui l'aveva lasciata entrare, diventando la confidente delle sue notti passate insonni e dei suoi segreti più profondi. Yoongi aveva trovato in lei una vera e propria amica, una persona con cui poter parlare liberamente; si sentiva se stesso con lei più che con qualsiasi altra persona che conoscesse. Era diventata un tassello importante nella propria vita, così come lo era anche Seokjin.

Uscivano insieme spesso, ma quel giorno Seokjin doveva trovare un regalo che potesse superare le sue stesse aspettative. Si stava avvicinando il loro secondo anniversario e lui voleva organizzare qualcosa che potesse rendere la giornata perfetta. Avrebbe prenotato un tavolo al loro locale preferito durante la serata karaoke che lei adorava da impazzire. E lui adorava lei, con ogni singola fibra del proprio corpo. Aveva una voce meravigliosa e quando cantava era capace di lasciare tutta la sala con il fiato sospeso, primo tra tutti Seokjin. Quante volte si era addormentato con il telefono in mano mentre l'ascoltava cantare; quante volte si era appoggiato alla parete accanto all'aula di canto della loro scuola. Era la sua medicina, il suo biglietto per viaggiare su un altro pianeta. 

"Regalale un ciondolo" propose Yoongi. Si massaggiava il retro del collo stanco di tutto quel camminare, entrare e uscire dai negozi, senza avere nulla di concreto tra le mani. Era frustrante per lui, non osava immaginare per Seokjin. "Insomma, se io fossi una ragazza, penso mi piacerebbe ricevere un ciondolo con le nostre foto". E detto ciò si bloccò per qualche istante, sapendo che non si sarebbe dovuto spingere così oltre.

"Saresti una bellissima ragazza, Yoonji" disse Seokjin cominciando a ridere mentre il minore diventava completamente rosso in volto. Scompigliandogli appena i capelli, approvò la sua idea e decise che sarebbe stato carino optare per un ciondolo. E aveva scelto, tra le tante foto che aveva, quella che avevano scattato insieme la sera del ballo di fine inverno. Non poteva essere che quella la foto adatta.

Il giorno non tardò ad arrivare e, in preda a tutto ciò che gli stava passando per la mente per rendere tutto perfetto, Seokjin si ricordò all'ultimo di non aver ancora ritirato il mazzo di fiori che aveva fatto preparare per l'occasione. Erano delle azalee, ed erano il suo fiore preferito. Le aveva fatte preparare con cura, scegliendo lui stesso i colori perchè voleva fossero perfette. E non vedeva l'ora di entrare in camera sua e vederle riposare all'interno di un vaso, sopra la sua scrivania.
Per poterli andare a ritirare velocemente, Seokjin aveva chiesto a Chaeyoung di trovarsi al loro locale preferito. Un po' gli dispiaceva non essere potuto andare lui stesso a prenderla a casa. Avrebbe dovuto smettere di preoccuparsi troppo per tutto.

Subito dopo aver ritirato i fiori e aver ringraziato un centinaio di volte - almeno - la signora che aveva aspettato il suo arrivo, prima di chiudere il negozio, Seokjin si diresse verso il ristorante, prendendo uno, due, tre respiri profondi, rimanendo a guardare incantato il mazzo di fiori che, sbadatamente, si era dimenticato di nascondere dietro la schiena quando la voce di Chaeyoung lo raggiunse dall'altro lato della strada.
Era splendida. Irradiava una luce propria di chi sa di essere una persona meravigliosa. Avvolta nel suo cappotto, lo stava salutando con quel suo sorriso che gli faceva stringere il cuore nel petto ogni volta. Le vedeva gli occhi brillare nonostante la distanza che c'era tra loro. Era felice, erano felici.

Impaziente che il semaforo le permettesse di attraversare la strada, una volta scattata la luce verde - subito dopo aver avuto la premura di guardare prima a destra e poi a sinistra - Chaeyoung cominciò ad avvicinarsi velocemente a lui, ma ciò che successe in quel battito di ciglia, Seokjin non sarebbe mai più riuscito a dimenticarlo. Abbandonando il mazzo di fiori al proprio destino contro il cemento, cominciò a correre mentre il suo cuore andava completamente in frantumi.

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